i6o approvato, avea ¡1 doge facoltà di esporre quanto credesse nella materia. Adunque a’200 a’21 gennaio 1 368, giorno di giovedì,tutti i voti si unirono in favore di Contarmi allora di 60 anni, portandogli I’ annunzio che la patria lo chiamava a reggerne i destini, 12 tra’più cospicui gentiluomini. Egli si mostrò alieno dall’uccellare, temendo non si avverasse un ricordo datogli in Soria, quando colà mercanteggiava, cioè che lui capo, soffrirebbe la repubblica avversità fatali ; e la predizione si verificò appuntino. Non fu scusa ch’egli non adoperasse per esimersi, tanto che si giunse a minacciarlo di confisca de’suoi beni e di bando. Piegandosi alfine egli agli ordini della patria, accettò il grave incarico, e fece il suo ingresso in Venezia a’27 gennaio tra immenso giubilo del popolo. Non andò guari ad essere turbala la pace della repubblica, e le sciagure cominciarono da un’improvvisa ribellione di Trieste. Gelosa fin dal principio della grandezza veneziana, da quando era stala lai/' volta debellala da Enrico Daudolo, or tributaria, or suddita dibattevasi sotto il giogo, ed ogni occasione coglieva per ¡scuoterlo. 1 triestini cominciarono con assalire una galea veneta, uccidendone il capitano e l’equipaggio; poi pentiti e temendo la vendetta della repubblica domandarono e ottennero pace con trattato de’3 settembre 1 368, ma nel ricevere il vessillo di s. Marco per farlo sventolare dal palazzo ne’giorui solenni, secondo i palli , si opposero vivamente e dissero voler piuttosto correr la sorte dell’armi. 1 veneziani assediarono Trieste, e questa invocò P assistenza di Leopoldo dùca d’Austria, promettendogli riconoscerlo per sovrano. Pertanto nella primavera t36g le genti austriache mossero alla volta di Trieste, ove giunte, Taddeo Giustiniani fece sbarcare parte dell’equipaggio di sue galee , e sforzando l’esercito austriaco, diè una gran rotta al duca, il quale lasciando i suoi protetti al loro destiuo, fe- ce ritorno alle sue terre. Trieste allora peuuriando di viveri, perduta ogni speranza di soccorso, si determinò a nuova dedizione, per la quale a’ 28 novembre i36g fu convenuto che la città sarebbe consegnata a Paolo Loredan governatore generale deH’Islria, passando sotto il mero e misto impero della repubblica, conservali gli statuti, meno quelli contrari al ducale domiuio. Domenico Michiel fu nomiunto capitano della città, e a tenerne in freno gli abitanli fu dato mano alla costruzione del castello di s. Giusto. Più difficile riuscì I’ accomodar le cose co’duchi d'Austria, finché a’20 ottobre i3yo si ottenne, che i duchi d’ Austria cedessero e trasferissero per loro e successori nella repubblica di Venezia tulle le ragioni e azioni che potessero avere su Trieste e sue pertinenze. In compenso la repubblica promise in due rate ^5,000 ducati, ed il trattato fu ratificato a Vienna. Frattanto Urbano V, sedotto da alcuni cardinali francesi, sempre vagheggiatiti il ritorno alle delizie provenzali, e poco curanti del bene e dell’ onore della Chiesa , a ciò inducendolo sotto colore di pacificare gl’inglesi co’francesi, gli aragonesi co’navarresi, a’5 settembre erasi imbarcalo a Corneto, per tornare in A-vignone, accompagnalo da una nobile armata navale de’re di Francia e d’A-ragona, della regina Giovanna I, di avi-gnonesi e provenzali. Pare che non vi contribuissero i veneziani, non trovando- li nominati nè nel Rinaldi, nè in altri storici. Il Leoni ne\V Ancona illustrata d\-ce che il Papa montò sopra una galea anconitana, come avea fallo nella venuta accompagnato da 3 ambasciatori. Ma appena giunto in Avignone, il Papa cadde infermo, morì a’ 19 dicembre e gli successe Gregorio XI, il 7.0 Papa aviguo-nese francese. Terminata la guerra di Trieste, toslo nuove vertenze insorsero con Francesco l signore di Padova, per avere eretto le fortezze di Caslellaro e Oriago , tagliato argini e fossi vicini al