66G d’uomo de’tempi moderni, dovea rimanere per lauti anni invincibile. Quando pure fosse riuscito a Venezia serbare un’ ombra di politica indipendenza a Campo-formio, essa l’avrebbe irremediabilmen-teperduta a Luneville. Troppi esterni interessi concorrevano allora alla sua distruzione. Se dunque può dirsi, che la sua caduta non fu dignitosa, può rispondersi con non minor verità, che fu inevitabile! " La bella e importante opera del conte Dandolo, non è del tutto pubblicata. E sotto il torchio il 4-° libro. Mi è noto, che in esso il eh. autore, pieno di patrio zelo dimostrerà, come il governo degli ultimi 5o anni dell’antica e gloriosa repubblica di Venezia, per mezzo degli stessi suoi atti farà conoscere quanto fosse diverso da quello, che alcuni scrittori moderni lo rappresentano. Pel complesso dell’opera, io prevedo una 2.a edizione, ad onore di Venezia. Io ancora non conosco la Nota sui Liberi Muratori Ve-neziani, però posseggo la Relazione del modo con cui si scoprì in Venezia il iti 6 maggio 1785 una Loggia di Liberi Muratori. Il conte Daudolo l’ebbe dal cav. Cicogna, e fa parte della sua doviziosissima raccolta di Codici Veneziani, quindi la pubblicò: eccone un estratto. Ricor re va a’2 5 aprile 1 785 la festa di s. Marco, principal protettore di Venezia e del suo dominio, quando si scopri che per tradimento era stato appiccato il fuoco al-l’Arsenale; fuoco che venne eventualmente scoperto da una donna pensionata a vita dalla pubblica munificenza, probabilmente una delle cucitrici di vele di quellostabilimento,ecosì essa impedi un incendio che poteva riuscir fatale al medesimo ed a gran tratto della città; poiché propriamente dovea scoppiare nella seguente notte, ma per buona ventura manifestossi dopo il mezzodì, a cagione d’un vento straordinario eh’ erasi mosso improvvisamente a levante e che infuriò tutta la giornata. Tale accidente miracolosamente sopito per la protezione del s. Evangelista, mosse la pubblica vigi. lanza a tener guardato con più ge|USil custodia quel pubblico edilizio, ed a sorvegliare tutti i sestieri della città; a tal fine moltiplicando guardie e indagatori onde scuoprire possibilmente gli autori d’una fellonia così orrida e spaventevole. Nelle indagini che si facevano fu osservato da fedeli esploratori, nella notte de’... maggio, che in certo palazzo situato in Rio Maria in contrada s. Siinou grande, dopo la mezzanotte entrava ili quando in quando qualche pulita persona, a cui veniva aperta la porta al seni, plice segno d’una piccola pulsazione. Ri-feritosi ciò al tribunale supremo, furono dal medesimo commesse le più circospette indagini; quando nella stessa mattina fu deposto al segretario della detta magistratura da certo marangon: Che a-vendo egli per commissione del nobil uomoT... fabbricato un armeron grande, gli fu imposto di portarlo in Riomarin nell’androne d’un palazzo,e poi di notte volendo esplorare s’era stato rimosso , noi trovò. Che preso da dispiacere che altro artefice avesse posto mano al suo lavoro, e congetturando da’cenni fattigli dal cavaliere, che l’armerone dovesse andare a ridosso delle finestre d’uu persolo; e osservando nel palazzo un pergolo della larghezza circa deH’armerone, s’introdus-se nell’appartamento superiore a quello dov’era il pergolo, pregando gli abitanti di esso, per un suo sospetto a permettergli fare un buco con un trivellino, onde osservare se il suo armeron fosse collocato dove congetturava. Che gli abitanti ne furono condiscendenti, per aver concepito qualche curiosità di sapere chi fossero que’personaggi, i quali si radunavano so- lo in tempo di notte; che però si porto nella notte de’4 maggio in detta abitazione, avendovi fatto prima il buco, ed ivi fermatosi sino all’apertura dell, appartamento, osservò illuminarsi dopo la mezzanotte una sala vestita a lutto, e addobbata con un trono coperto di pauno bleu,