sia del luogo detto propriamente Oli* volo o di Castello stesso, ove eretta era la chiesa antichissima de’ ss. Sergio e Bacco, la quale precede l’esistenza di quella di s. Pietro, che a quella fu sostituita almeno nell’anno della fondazione della diocesi Olivolese ( in questo caso la chiesa de’ ss. Sergio e Bacco sarebbe stata fino allora propriamente non la cattedrale, ma piuttosto la chiesa del patriarca di Grado, o riguardata per principale, o meglio perchè fu sostituita da quella di s. Pietro che divenne cattedrale, giacché sino all’erezione di questa, trovo che la I." chiesa parrocchiale era quella di s. Giacomo di Rialto; ma non si deve tacere l’opinione, che da principio la cattedrale fu piantata in s. Teodoro; tutto però più sotto chiarirò col patrio storico, come promisi, descrivendo l’origine della chiesa di s. Pietro), altri nel-l’isola di s. Elena, la quale erroneamente si credette da taluno che fosse unita all’intero corpo della città, e fu di ragione de’vescovi; altri persino l’indicarono nel Morso, ossia sull’estremità occidentale dell’isola, presso la chiesa di s. Teodoro antico protettore della città, la cui fabbrica si attribuì a Narsele, variamente chiamato anche Nersete , poi compresa in quella della basilica Marciana. Ciò potrebbe essere, poiché il i o.” doge Agnello Partecipazio, appeua trasferita da lui nell’811 o nell’8i3 da Malamocco in Rialto la stabile sede ducale e del governo della repubblica (avvenimento che anco qui dirò memorabile, poiché die’ principio alla singoiar città,che assai posteriormente lasciato il nome di Rialto , assunse quello di Vinezia), incominciò a fabbricare accanto alla chiesa di s. Teodoro, e fu il t.° germe del palazzo ducale, invece della tribunizia a-lutazione a’«s. Apostoli;e più tardi cioè nell’827, quando sotto il dogado del di lui figlio e successore Giustiniano Partecipazio , fu portato il corpo di s. Marco Evangelista, tosto proclamato principale 811 protettore, fu incominciato l’edificio sagro in suo onore. Ed allora il vescovo, per dar luogo tanto all’erezioiie di quella basilica, che all’abitazione del doge, si trasferì forse all’ altra estremità dell’ isola, alla punta cioè di Castello. Fra le diverse analoghe osservazioni che eruditamente fa lab. Cappelletti, per concordare il riferito dagli scrittori, notò ancora: » elio nel giro di tanti secoli e di tante vicende, la cattedra pastorale della nostra città, rimasta per mille anni in s. Pietro di Castello, ritornò alla fiue colà, dove uve-va avuto la sua primitiva stazione; nel tempio di s. Marco, il quale fu piantato sul precedente di s. Teodoro: sempre per altro ella stette nella medesima isola d'O-livolo. Era naturale, che piantata la cattedrale vescovile in Olivolo, il vescovo dovesse assumere il titolo di Olivolese. Ma poiché dal nome del luogo, su cui fu stabilita la sede, derivò anche l’inlitola-zionedel vescovo, cosi col variare di quello, variò anche il titolo vescovile. Quando infatti, nel declinar dell’XI secolo, l’isola d'Olivolo, e più precisamente il sito dove slava la cattedrale, incominciò a nominarsi Castello, a cagione del castello ch’eravi fabbricato, anche il vescovo cominciò a dirsi Vescovo Castellano. Talvolta però, ma ben di rado, dal nome dell’intera città si chiamava anco Vesco-vo (li Rialto , ovvero Rivaaltese, e così trovasi nominato in una carta dell’819, e in altra del ioo5, Rivoaltensis Sedia Episcopis. Si nominava altresì Vescovo de’morti, per due cagioni: i.° perchè soleva accompagnare i funerali de’suoi diocesani; 2.0 e principalmente perchè il suo primario provvedimento derivava nelle decime sulle sostanze de’morti ”, — 111." vescovo d’Olivolo Obr.leriodel 775, è denominato con varianti di lieve momentu, che non alterano la sostanza del nome. Era figlio d’Eneangelo, chiamato egli pure con alcuna differenza di lettere, e dal Sansoviuo col nomedi Massimo, forse cognome o altro uome che avea , tribuno