4«o eia colle armi, e l'imperatore coll’ nu-tonili, il duca di Savoia dovette ritirarti. Il maggiore sostenimento al duca di Mantova c Monferrato lo diedeio i finticeli ed i veneziani. Nel iGi5, narra il Muratori, si svegliò un altro incendio di guerra, fra la repubblica di Venezia c Ferdinando arciduca d’Austria, perché ad onta delle replicate querele della prima contro l’insolenza degli incocchi, perché fossero allontanati «la Segna e dal mare, non solo niun buon efTetto avea potuto ottenere, ma fu esposta a nuovi danni di qtie’masnadieri. Laonde i veneziani, perduta la pazienza, si armarono per male e per terra, ond’ ottenere colla forza quella giustizia che non potevano conseguir colla ragione. Bloccarono Trieste e Fiume,e distrussero le saline de'triestini, fabbricale contro i patti. Ma in quest’ut-lima fazione, nel ritirarsi i veneziani furono sbaragliati e in buona parte uccisi dagli austriaci. Spedirono poi i veneziani nel Friuli un esercito d'8,ooo fanti e di 3,000 cavalli, comandati dal loro generale Pompeo Giustiniani corso (detto Braccio tli ferro, perché al penlulo nelle guerre diFiandra altro se o'era fatto sostituire di ferro), che passati nel territorio degli austriaci presero nell Istria più di Co villaggi, e andarono lilialmente ad assediar Gradisca, fortezza di molta importanza sul fiume Isonzo. Ma volendo t veneziani far leva di genti in Italia, trovarono diflkollà da per tutta Paolo V specialmente, per le passate difTerenie disgu stato di essi, non permise nc’sooi stali che »'arrotasse alcuno: era allora anthasoa-loie veneto presso di lui Simone Contarmi. Molto meno d. Cesare duca di Modena, perché in sostanza la guerra si faceva all'Austria, capo della cui casa era l’imperatore suo sovrano -, c perché richiamato il principe Luigi d' Este suo secondogenito dal servigio de'vene-ti, qual geneiale di cavalleria, non volle ubbidire il padre, |>erctò lo bandì. Cosà fecero gli alti i pillici pi italiani/; peioò si ri- volse la repubilica a cavate _1 polé di armati daU'Atluni), Uàajl” altri luoghi d'oltremare. Lap*i( „ ta sotto Gradisca era in graa ¡*1, a „ tizia e inesperta alla gueria, per «■ , 4, fensori avvezzi aU'ariinc fermi« <» seto a ritirarsi dopo inutili«aalt«. E lo più perché il nunzio del duca di Toscana e il duca di IG «’interposero per la pace ; *1 ebe m rava il governatore di Milano, Int.»«« gli fosse venuto l’ordine (Ull'sltr« austriaca di Spagna, di dare *m«ln_ all'arciduca contro i veneziani Eafeia ta mortalità nel campo veneta, f«t sa restò notabilmente sminuito ; rnal a»i ciò riuscì ai provvediton Eruio « Pan rini d’impadronirsi di Chiavanti», La» niso, Fara e altri luoghi. Po® pai ** tero ad ingrossarsi gli austri««, ti» a* solamente lespinseroi veneti, bm »•»> purea ferro e fuoco un grantiatlsiittn paese, con declinar ogni dì plenze eurojwe eoadoU* 1 loro reciptoca gelosia di donno*«!, fr<* devaoo ingeienza negli atoi d • * 1 quali* vantaggio, quali conira gl a»i*’<* si della tepublilica. Il cb. Caso*1 l'J-“' in questo dogado, quanto eoi ho narrato nel precedente, detta r