pane, p. 43, riferire il contemporaneo diarista lnfessura: Die i5 aprilis 14g3, rapa Alexander VI post missam in ecclesia s. Marci (di Roma) publicavit Li• gatti,et Confoederalionem cum Venetis, et duce Mediolanensis, et communi Se-nensi, Mantuanis, et Ferrariensibus; et statuii lune Papa oh gaudium sonari in sero campanas Capitolii, et aliarum Ec-clcsiarum. La moglie di Lodovico, Beatrice d’Este, di grande ingegno, si recò a Venezia, colla duchessa Leonora suo madre, e il fratello Alfonso che seco conduceva la moglie Anna sorella del duca di Milano. Fu incontrata dal doge col bucintoro e con ricca pompa, indi festeggiata. Ella pretendeva i segni esterni del potere, e disputò follemente la precedenza a Isabella d’Aragona figlia d’Alfonso duca di Calabria e moglie del duca di Milano, donde ne nacque un odio reciproco, e tanta gara che Isabella ricorse alla protezione dell’avo Ferdinando I re di Napoli, il quale inviò un ambasciatore a Lodovico il Moro, per intimargli di restituire l’amministrazione del ducato al nipote Gian Galeazzo. Questa interposizione ferì tanto Lodovico, che per vendicarsene sollecitò Carlo Vili a far valere i suoi diritti alla corona di Napoli, dei ¡valigli dalla casa d’Angiò, promettendogli d’assisterlo con tutte le sue forze. L’og-getto dell’invio di Beatrice a Venezia l’espose essa stessa alla signoria, chiedendo consiglio,appoggio e direzione nella prossima calata di Carlo Vili, che avrebbe domandato l’investitura del regno al Papa; volete il re capo e condottiero dell’impresa il proprio marito Lodovico, il quale doveva avere l’investitura del ducato di Milano dall'imperatore Massimiliano 1. Fu riposto alla duchessa di Bari, che la cosa era assai grave, e bisognava prima di tulio darne comunicazione ad Alessandro VI, come capo della lega e della cristianità. Nel partire, l’accortissima duchessa, disse al doge, che suo marito aveva il governo del duca nipote, i de- P. II. •2.5^ nari e le fortezze nelle sue mani, e po-tea disporre di tutto lo stato di Milano a piacere. Ben avvedendosi però il doge* cometa principessa voleva per tal modo indagare se la repubblica fosse disposta a favorire la sua usurpazione, rispose per le generali Procurandola repubblica guadagnar tempo a decidersi, tornò a insistere col re di Napoli sollecitandolo a pacificarsi col Papa, esponendogli i pericoli in cui.era di perdere il regno. Ma un accecamento trar doveva Ferdinando I a precipitare gli eventi, e colla propria rovina far quella altresì della povera Italia; che anzi aumentò le squadre inviate a danno dello stato pontifìcio. Ma venuto in Italia l’ambasciatore francese Per-ron, per indagar gli animi de’principi italiani verso Carlo Vili, nella prossimasua calata, da Venezia non ricevendo che parole d’ossequio e di non poter somministrare aiuto dovendo guardare i suoi e-stesi dominii da’turchi, sempre sitibondi del sangue de’cristiani; il re di Napoli si scosse e sollecitò l’accordo col Papa con imparentarsi con lui, al modo riferito a’ suoi luoghi. Lodovico il Moro vedendo allora la sua debolezza, non favorito da’ milanesi per la sua usurpazione, fredda e indecisa la repubblica, incerto I’ assegno da fare sul Papa, insufficiente l’appoggio del duca di Ferrara; trascinalo dalla sua ambizione, risolse di gettarsi totalmente alla parte di Francia , scrivendo al suo incaricato Matteo Pirovano presso il re, in modo deciso ed aperto. Questi nell’agosto i4<)3 comunicò tutto a Carlo Vili, che promise poi risolvere. Intanto Lodovico per esser nato dopo che suo padre Francesco 1 era salito al trono, laddove il fratello Galeazzo Maria non era figlio clic d’un privato, ottenne da Massimiliano I l’investitura del ducalo di Milano, dando all'imperatore in isposa Bianca sua nipote, sorella del duca Gian Galeazzo, colla promessa di 4oo,000 ducati di dote, e 40,000 in gioie e altri arredi, e di tutto ne diè pronta notizia a’vene->7