3.La condotta de’greci ne’Iorodornimi il’Italia,fecero a’popoli talvolta desiderare il dominio de’ longobardi, convertiti dall’arianesimo al cattolicismo; ma precipuamente riconoscendo per padri e supremi protettori efficaci i romani Pontefici, anco nelle cose civili, oude esercitavano una specie di sovranità temporale, che non tardò a produrre il principato a cui l’acclamarono gli stessi popoli, trascurati e angariati da’ greci, e spesso aggravati da’ longobardi sempre cupidi d’ampliare le loro invasioni,aspirando all’intera signoria d’I (alia,la quale di quando in quando era desolata all’ occidente dall’irruzioni de’franchi, ed all’oriente da quelle degli avari. L’imperogreco in preda a continue rivoluzioni e dispulazioni religiose, minacciato pur esso da’bai'bari da tutte le parti, niun soccorso poteva mandare a’possedimenti rimastigli in 1-talia. Ed i veneziani, esposti a gravi molestie, per parte de’ longobardi e degli slavi, a mala pena si sostenevano. A quel tempo, un nuovo popolo usciva dall’Asia, che pel fanatismo religioso, predicato dall’impostore Maometto (V.), divenuto a un tratto conquistatore, per propagar colla spada la falsa credenza, minacciò la stessa Europa, fece tremare Costantinopoli e stabilì per oltre 7 secoli il suo dominio nella Spagna. Esso principalmente si compose in principio d’arabi Saraceni (V.), i quali occuparono e-ziandio la Sìria, Gerusalemme e gli altri luoghi di TerraSanta(F.).\iì tempi tanto burrascosi, anche la nascente repubblica di Venezia fu costretta ad impugnar l’armi a propria difesa. Imperocché, discesi gli slavi dal Danubio e dalla Sava ■fino alle sponde dell’Adriatico, l’alpestre natura del suolo dell’attuale Dalmazia,la facilità di sicuro riparo che loro offrivano i tanti seni, i tanti golfi, gl’invitava-no alle piraterie, e su leggere navicelle percorrendo quel mare, recavano 11011 poca molestia a’ veneziani. Accaddero quindi fin d’allora alcuni scontri, forie- ri delle lunghe e feroci guerre avvenire. Dall’ altro canto i longobardi non erano quieti, sempre più estendendosi nella Venezia terrestre, e fattisi confinanti del-1’ isole veneziane, or 1’ una or l’altra assalivano di quelle più vicine al continente. Lupo duca del Friuli, con improvvisa scorreria saccheggiò Grado; altre continue ostilitàcommettevanoi poteuti patriarchi d’ Aquileia; e truppe longobarde si spingevano fino ad Eraclea e più oltre. Fu quindi uopo fortificare le foci de’ fiumi, i porti de’ lidi ; Grado, Am-miano, Olivolo, Luprio ebbero castelli e torri. Ma non contenti a ciò i veneziani, non mancavano all’ opportunità di gettarsi anch’ essi sul continente, e con improvvise sorprese danneggiare a’ioro nemici, sicché era una vita continua di agitazioni e di armi.Tutto ricavo dal prof. Romanin. Equi pure devo registrare una gloria della repubblica di Venezia riferita nell’articolo Cristianissimo e Cristianissima. Narrano il Daronio e il Rinaldi negli Annali ecclesiastici, all’anno 63o, n. 16. » Nel 63o Papa Onorio 1, deponendo Fortunato eretico patriarca di Grado, sostituì in suo luogo Primigenio suddiacono regionario romano, nel qual proposito si leggeuna lettera scritta dall’istesso Pontefice a’vescovi di Vine-gia e dell’Istria, presso la Chronica del Dandolo, nella quale lettera egli meritamente dà alla repubblica veneta il degno titolo di Christianissiinaj come a quella, che lasciando gli scismatici, per la famosa controversia de’ Tre. Capitoli, s’ era tenuta colla Chiesa Romana, e per non avvilupparsi ne’ lacci de’ medesimi scismatici, soleva chiedere il vescovo alla Sede apostolica ; col quale amplissimo titolo ella gloriosa e potente ha felicemente dilatato il suo dominio per terra e per mare”. Dunque la repubblica di Venezia potè vantare come il re di Francia così sublime titolo d’onore. La lettera d’Onorio I è riportata pure dall’ab. Cappelletti, Le Chiese d'Italia Aquileia al-