23i come rilevai superiormente. I primi suoi pensieri furono di reprimere l’insaziabile Maometto II. Nello stesso anno a’9 novembre scese nella tomba il doge Moro senza prole, perciò beneficando uel suo testamento i poveri, i irati, le chiese. Alle solenni esequie nella chiesa de’ frati minori, parlò di lui ser Antonio Bernardo. Ebbe sepoltura in mezzo alla cappella maggiore di s. Giobbe da lui edificata, sotto magnifico sigillo ornatissimo d' intagli , lasciando la sua sostanza all’annesso convento da lui ampliato, col desiderio che la chiesa si chiamasse d’al-lora in poi s. Giobbe e s. Bernardino, in segno di divozione a questo venerabile sanese. 2 1. Nicolo Tron LXP'Iff doge. Procuratore di s. Marco, già ricco per censo (»migliare, e fattosi più ancora dovizioso colla mercuturada lui esercitata i5 anni in Rodi, fu eletto a’23novembre 14-7 * • Era il Tron vecchio di 74 anni, brutto di faccia, allo e grosso di corpo, difettoso di pronunzia, ma di grande e generoso animo. La morte del figlio Giovanni in Negroponte tanto 1’ afflisse che lasciatasi crescere la barba, in seguo di lutto, volle conservarla intonsa fino alla tomba; non ostante che avesse in Filippo altro figlio e 3 figlie. Volle che il suo innalzamento iosse festeggiato, e la dogaressa sua moglie vestita di manto d’oro fece solenne ingresso in palazzo. Narra il Sanudoche fu levata col Bucintoro a casa Morosini a s. Silvestro, dov’ella nacque, e nel palazzo ducale tutte le arti fecero pubblico convito per festeggiarla. Il che induce a credere, che in quell’ occasione venisse eziandio coronata, come riportano altri posteriori cronisti. Nel 1472 Sisto IVj dopo aver eccitati i principi d’ Europa con 5 suoi legati alla guerra coutro il turco, e concesso indulgenza a’ crociati, fece partire il Cardinal Oliviero Caralfa con 18 galere pontificie, a cui si unirono i 7 del re di Napoli o 3o, oltre 3 de’ cavalieri gerosolimitani di Rodi, e 47 o 56 de’ veneziani comandate dal Mocenigo. Furono prese le importanti città di Sa-talia e Smirne, saccheggiate parecchie i-sole, mentre il senato pel suo ambasciatore eccitòUsfun Cassan a rinnovar guerra al comune nemico c subito l’intraprese. Questo re di Persia la fece intimare a Maometto II da un araldo, che seco recando una mazza ferrata e uno staio di miglio disse : Mira segno di guerra j ma pensa die per resistere alla possa del mio Re, ti è bisogno aver tanti militi quanti sonoi granelli qui dentro raccolti. Al che Maometto II fatte recare molte galline alfamate, e sparso quel miglio sul terreno rispose : Ambasciatore, di'al tuo padrone che come poche galline hanno presto mangiato il sacco di miglio, così faranno i miei gianizzeri contro citte'suoi uomini, usati più a guardar le capre, che non a guerreggiare da forti. Ma Ussuu Cassan, uditi con soddisfazione altri fatti della (lotta combinata da Sisto IV, uelle Cicladi e sulle coste della Natòlia, uscito in campo e passato l'Eu-frate, battè gli ottomani e tolse loro molti luoghi. Confortata la repubblica, mandò altro ambasciatore al principe persiano, in compagnia di quello da lui spedito in Europa. L’ambasciatore ebbe pure I’ incarico d’incoraggiare il Mocenigo a nuove importanti imprese, e di visitare il re e la regina di Cipro, assicurandoli della benevolenza della repubblica, procurando d’indurli ad unirsi anch’ essi alla flotta cristiana, del pari maneggiandosi co’ cavalieri di Rodi. Conviene sapere che le cose d’Oriente e specialmente di Cipro interessavano sempre più i veneziani. Morendo nel 1 458 Giovanni III di Lusignano re di Cipro, Gerusalemme e Armenia, lasciò la figlia Carlotta maritata a Luigi di Savoia (V.) fratello del duca Amedeo IX, e Giacomo 11 suo figlio naturale, il quale espulso dalla regina sorella e dal re cognato, avea potuto nel 1464 col soccorso de’ veneziani e del solduuo d’Egitto, al quale Cipro era tri-