5i6 sihilmtnle du’corsnii infedeli il Mediterraneo, presso i turchi e mori erano chiamali ■ corsari cristiani, vogliosi di qualche preda, 70 miglia lungi da Rodi incontrarono la solita caravana che ogni anno visitava la Mecca, composta d’ un grosso galeone turco, accompagnato da due altri minori e da 7 saiche. Si venne alle prese, e con pari valore e bravura de’turchi nel difenderli, de’cavalieri negli assalti, questi dopo più ore di sanguinoso combattimento restarono vincitori. Pe. ò de’ cristiani vi morirono 9 cavalieri ci 16 soldati, oltre 360 feriti; de’turchi resta ioni) uccisi circa Goo, e schiavi 38o. Era il galeone della sultana (colle principali femmine del serraglio, secondo il Mulinelli), ricco di molto oro e gemme, di merci e di arredi preziosi, che conduceva in Egitto l’eunuco Tembisagà, già favorito di 3 sultani e governatore del serraglio, il quale intendeva visitare la Mecca, depositarvi gli annui doni, e poi riposare al Cairo. Non vi fu soldato o ma • l inaio che non se ne arricchisse. Il galeone foralo duU’aiiiglierie, ti affondò uel mare. Le galee cristiane, maltrattale aneli' esse da' nemici e da una tempesta, 1 icntrarono nel porlo diMalta a’3 novem lu e, fra gli applausi di tutti, acclamazioni che non guari ti convertirono in pianto. Dappoiché il tultanolbraini,saputo l’eccidio del galeone della sultana,moutò in furioso sdegno,e per vendicarti, dopo lanli anni di pace, determinò di muover gucr-raa lutto il cristianesimo,anche per l'opportunità del tempo in cui i potentati d'Europa fra loro pugnavano; e siccome la squadra gerosolimitana dopo In preda nvea dato fondo ne'porti di Cefalonia, o come fu dello a'turchi in alcun porto o lada di Candia, altra isola appartenente •'veneziani, perciò credendoli conniventi, |ie’primi li prese di mira, proponendoti appunto d'invadere loro la vasta e importante itola di Candia, frontiera da questa parie e posto avanzalo di cui verso il suo impero. In tal modo, dice il cav. Mulinelli, tornò pei Iii 'iA>,i gravissimo di Venezia l'opero, lieti maltesi. Pertanto allestii», te armata navale, che recai»« »>,. no e rinforzata da'eortari barWtv^ trovò composta d’ 80 galee, i galeazze,ungaleoneovascello- m la sultana, 11 navi armale e3o«*, v Vi t’imbarcarono 14,000 «pv. . giannizzeri e altri 4o,ooo fanu. V B* molti ingegneri fiamminghi, Omo» , „ tri riprovevoli rinegali, che in oc* tia po hanno infamemente ictrneut» « baldanza lurchesca. Il cav. Mata*. numerò 348 navi e 5o,000 uoa.» davano dicendo i turchi voler P affiouto e punire Malta e gli t»:» tuoi cavalieri, onde il gran man*» » nvea accresciuta la sua forteru ioni» gnnbile, e lutto l’occorrente per p nel di a 3 giugno si vide tpproil* f* mata ottomana all’isola di Camita, tvc» antico della repubblicadi Vcneua.ti» po aver preso il forte ossia lo sete *. Teodoro (dice VArte di venti. *'• ■ tifile, che i turchi assaltarono il frtt “ t. Teodoro, ma il comandante «Mltp« za Ciagio Giuliani vedendoti «I (•“' d'essere superalo, diè fuoco alle • “r ' e coti saltò per aria cogli atsaliiot ),f» sare all’ attedio della città della Iw Per non mostrare te tiessi proietto' a maltesi, non aveano i veneiiani felle gagliardo armamento, che io ahn » casi usava di tare la lor saviezza. O*** lociò misero tosto in punto nuove e*rf vascelli, e li spedirono in Levante. la appresso la dolorosa nuova de#»**’“ co de'lurchi io Candia, e l'as*«>'tì * Canea, ti diedero tenia tgoioeolo » ' gente, ed accrescer le loro forze *** me, e ad implorare il soccorso ile ff** pi crìtliam, che secondo il «olilo» P1 maggior parie atlcndeodo 1 se»«»»'*