744 uè fu festeggiata in Venezia il i.° maggio. I clistrelti assegnati a ciascun dipartimento si leggono negli Annali delle Provincie Venete del cav.Mulinelli. Delle principali disposizioni e leggi vicereali, o emanate d’ordineespresso dell’imperatore-re, a suo luogo ne’precedenti §§ ne lio parlato,diffusameli te ragionandone il Mulinelli. Diròm breve col cav. Coppi, e con altre mie particolari notizie.In primo luogo Napoleone I stabilì una linea militare nel confinante Titolo italiano, vietando al re di Baviera di costruirvi sino alla medesima alcuna fortificazione o farvi qualunque apparecchioguerresco. All’opposto oidinòla costruzione di due nuove strade per facilitare le comunicazioni fra il Veneziano e quella montuosa provincia. Restrinse il numero de’ religiosi e delle religiose, e poi soppresse queste e quelli, oltre le confraternite e i luoghi pii, al modo compianto in diversi §§. So- lo la scuola graude di s. Rocco, perduti però gli argenti ed i fondi, rimase a inerito dell’ iuallora viceré Eugenio, siccome ho detto nel § XIII, n. 5, e il decreto 18 luglio 1806, inserito nel Bollettino delle leggi, assegnava pel suo mantenimento lire 5oo mensili di Milano. Stabilì ne’ dipartimenti addiacenti alle coste dell’Adriatico l’iscrizione marittima per far le levate di uomini necessari alla marina militare. Riconobbe come debiti dello stato quelli che avea la repubblica di Venezia verso la zecca ed il Banco Giro, sebbene l’Austria avesse precedentemente ricusato di riconoscerli, e prima di essa gli aveano annullati i re-pubblicani francesi, con desolazione e rovina di migliaia di famiglie. Essi a-scendevano a circa cento milioni di lire, e dispose che la quarta parte ne fosse pagata in beni demaniali,ed il restante fosse iscritto sul Monte Napoleone di Milano. Conservò l’università di Padova e stabilì che fosse pareggiata a quelle di Bologna e di Pavia. Quanto poi fu gradita agli antichi sudditi del regno Italico l'unione delle proviucie venete(contie-ne una popolazione d’uti milione e settecento mila abitanti, secondo lo stesso Coppi), altrettanto dispiacquero ad essi i gran feudi ed i tributi co’quali furono le medesime viucolate alla Francia. Ma ¡1 viceré procurò di giustificare per quanto potè la disposizione imperiale, dimostrando: essere le medesime convenienti per gratitudine verso coloro che avevano contribuito col loro valore a stabilire il nuovo regno, e necessarie per sostenerlo contro gli esterni assalti. Fu destinata l’isola di s.GiorgioMaggiore a deposito franco di mercanzie forestiere, e l’altra isolu della Giudccca pe’frumenti, altri siti per gli olii e per il sale, si dichiararono attinenze di detto deposito franco. Fu istituito un monte di prestiti senza interesse, ma che non dovessero eccedere la somma di lire 15 italiane. Si formò una giunta de’piìt rinomali idraulici pe’ lavori delie acque de’paesi veneti. Si ricostruirono e migliorarono diverse strade. La riconcentrazione di molte religiose corporazioni d’ambo i sessi produsse as sai lagnanze ; così a’nobili l’onere del servigio gravoso delle armi a’ioro figli, sotto il titolo di guardie d’ onore. Dissi nel § I, n. 3, che nella i.a dominazione austriaca cessò del tutto l’indecoroso costume di giuocare presso le monumentali colonue della Piazzetta ; forse quel governo erasi proposto di assolutamente proibirlo, ma propriamente il morale divieto si deve riconoscere da un decreto vicereale sotto il governo Italico. Fu inviata a Parigi una deputazione di notabili persone de’dipartimenti, per giurare ubbidienza all’ imperatore re d’Italia : rappresentanti di Venezia furono Francesco (lo chiama il cav. Mutinelli, ed Ermolao I Alvise lo denomina il conte Dan-dolo)Pisani,LeonardoGiustiniani e Antonio Revedin. Ricevuti a s. Cloud, il Pi -sani fece il discorso.»Ravvivata l’agricoltura, dotnati e diretti i fiumi, rinvigorita l’istruzione, e richiamata Venezia al-