| piemontesi, gli austrìaci”. Gl’improperi! cagliati controilPiemonte è inutile il dirli, come ripetuti da tutti i giornali,dagli atti e dalle parole de’governanti d’allora. Pervenuta la notizia della fusione dì Milano col Piemonte, alcuni temettero che l’esempio influisse nel Venetoe venne prodotto un indirizzo al governo affinché pubblicasse senza indugio una legge e-letlorale e convocasse entro un mese f Assemblea Costituente per Venezia e per quelle provincie che non si fossero ancora date definitivamente al Piemonte. Il comitato provvisorio di Padova , per parte sua e de’comitati di Treviso , Itovigo, Vicenza, nel 31 maggio 1848 intima al governo di Venezia di dichiararsi entro 3 giorni per la fusione del Piemonte in un solo Stato , intendendo essi, in caso diverso, di staccarsi dalia repubblica veneta. Questa notizia sparge il malumore tra’veneti.Si diffondono scritti pro e contro e si dà origine a due partiti, il Repubblicano ed il Realista, che, più debole e formato per la maggior parte di forestieri, profonde denaro per acquistarsi fautori. Questi parliti danno origine a diverse manifestazioni popolari. Fra le altre,una settantina di pescatori armati di lunghe fioccine(ofiocine, pettinelle, istromenti di ferro a guisa di tridenle,con 507 denti, o lunghe punte d’acciaio lavoratoa foggia d’amo,che si adattano ad una lunga asta di legno per colpire e prendere i pesci: tal ciurma fu delta la processione delle fiocine) ferrate andavano un giorno gridando Fiva la Repubblica,e forzavano gli alil i a secondarli. Così pure un corpo di circa 1,200 guardie civiche invitalo nel campo di Alarle per una rivista fa una dimostratone nel senso della fusione di Venezia et|l Piemonte. Quest’atlo imprudente cagionò clamori ed assembramenti pe-•"icolosi nella sera in piazza di s. Marco, 0Te s’ intese gridare: Morte a Manin e a Tommaseo! Il governo provvisorio di Venezia, dietro la fatta dichiarazione P. II. 785 delle venete provincie, a’ 3 giugno convoca (pel giorno 18, poi sospesa a’ 15, ed a’21 intimata pe’ 3 luglio) un’assemblea di deputati eletti fra gli abitanti della provincia in ragione di uno sopra 2000, onde: i.° deliberi se la questione relativa alla presente condizione politica debba essere decisa subito od a guerra finita; 2.0 determini, nel caso che fosse deliberata per la decisione istantanea, se il territorio di Venezia debba fare uno stato da se, od associarsi al Piemonte ; 3.° sostituisca o confermi i membri del governo provvisorio. A’ 3 luglio 1848 propriamente seguì 1’ apertura solenne dell’ assemblea nazionale ( nella sala del maggior Consiglio con 133 deputati de’ ig3 eletti). Nel dì seguente Tommaseo dissuase la immediata fusione col Piemonte,dimostrando necessario e decoroso astenersi per ora da un passo che non potrebbe sembrare nè libero, nè utile, nè onorevole. Paleocapa gli rispose eh’era cosa giusta, prudente e diplomatica di ricorrere alla fusione, e lo sostenne chiamandosi uomo pratico eposilivo. Dopo 1 loro discorsi Manin sale la bigoncia e dice: I discorsi de’due valenti oratori che mi precedettero , dimostrano clic non vi è opinione ministeriale ; che noi parliamo qui, non come ministri, ma come semplici deputati, e come sem/dice deputalo parlo anche io parole di concordiaedi amore.Inoggi ho la stessa opinione che aveva nel 22 marzo quando dinanzi la porta dell'Arsenale proclamai la Repubblica. Ora tulli non l’hanno ( agitazione ). Parlo parole di concordia e di amore e prego di non essere interrotto. È un fatto che tutti oggi non l’hanno. E pure un fatto che. il nemico sta alle nostre porte, che il nemico attende e desidera una discordia in questo paese, inespugnabile finclùt siamo d' accordo, espugnabilissimo se qui entra la guerra civile. Io,astraendo da ogni discussione sulle opinioni mie e. sulle opinioni altrui, domando oggi as-