3G cliè pei' li suoi peccali la città di Ravenna, eh’è capo di molle chiese, è caduta nell’empie mani de’longobardi, e il nobilissimo Esarca, come ci è stato riferito, si trattiene appresso di voi, e si ritrova nella vostra città; ci sarà sommamente caro, che sia favorito e aiutato, e che invece nostra a gara insieme con lui per il desiderio, che tenete pel bene di quella città, e per l'affetto che portate alla nostra s. Fede, procurate di restituirla, com’era prima, alla cristiana repubblica, e rassegnare di uuovo nel servizio de’si-gnori figliuoli nostri Leone e Costantino: il Signore vi custodisca”. Non ostante le tante e gravissime vertenze fra s. Gregorio II propugnatore del culto delle ss. Immagini,e Leone III eretico sostenitore degY Iconoclasti, onde non potendo vincerlo co’ benefizi era stato scomunicato dal Papa, anche per aver attentato alla sua vila ; e non ostante 1’ apprensione dell’ingrandimento de’ longobardi, in quel torno la virtù pontificia fu premiata colla Sovranità della s. Sede e de’Papi, originata dalla spontanea dedizione de’popoli, sol tra Itisi dall’empio Leone III, avvenimenti clamorosi che descrissi ne’ 3 indicati e altri articoli. Ma non voglio tacere il giudizio che da ultimo diè di s. Gregorio li il libro: Pensieri sulla storia d'Italia, Studi di Cesare Balbo.» Quel troppo mal conosciuto Gregorio II, che fu l’inventore del vero metodo di libertà italiana, perchè seppe resistere a’ longobardi e a’greci senza aiuti stranieri con forze italiane sole e fu capo della i." lega di città italiane”), indussero Orso ed i suoi a mettere in mare poderosa flotta, e data voce che ad altra impresa fosse rivolta, l’esarca fece sembiante d’esser stato espulso da’veneziani; ma recatosi verso Imola quivi raccolse soldati, quasi che la volesse assediare; se non che portatosi subito sotto Ravenna, nel punto in cui i veneziani, già del porlo usciti, s’ancoravano dinanzi alla città. « Sorpresi i longobardi non sanno cui più giovi opporsi. L’esarca si avanza. I veneziani posto piede in terra appoggiati le scale alla mura, e sbarrata una porta v’entran co’sol • dati dell’ esarca vittoriosamente. Egli è verosimile che in cotesta occasione il doge dall’ini pera tore d’Oriente ricevuto abbia il titolo d’ Ipalo, ossia di console ”. Questo titolo si convertì in nome di famiglia, come con altro esempio quello di Tribuno, il che già dissi. Si può vedere l'annalista Rinaldi all’ anno 726, n. 26 e 27, che narra Ira l’altre cose, aver Luitprando occupato Ravenna, per detestare il sacrilego Leone III persecutore delle ss. Immagini, e col Dandolo riporta la riferita lettera di s. Gregorio II. Ma questi fatti non potevano sopire le gare e le contese vicendevoli tra glieracleani e gli equiliani. Questi il doge, divenuto orgoglioso, aveva in odio, per cui aspramente li trattava, e voleva impor loro nuovi censi e tributi. Gli altri sostenevano il doge, come cittadino eracleano; il perchè si venne ad aperta battaglia. Vogliono alcuni che nella mischia Orso morisse; ina la comune degli storici assicura, eh’ egli da’ tribuni e da’nobili intolleranti la signoria d’un doge, sia stato fatto trucidare dall’ insolente popolo sommosso nel 737 in Eraclea. Il Mulinelli con altri lo chiama Orso Partecipavo, uomo di vivo carattere, di grande alterezza, amante del fasto e del dominio assoluto , reggeva i cittadini come sudditi e servi; ma ricordandosi i cittadini di esser liberi nati, e tali volendo vivere, ed osservando quindi che il contegno di Orso era di-reltamente opposto a’diritti e alle prerogative del popolo, si ammutinarono, assalirono nella sua casa il tiranno e l’uccisero. Non mancano storici cìie compiansero Orso, per aver recato lustro a se stesso, e colle armi recalo più importanza alla patria, non meno che vantaggi pe’ trattati commerciali. Altri in fine sospettano che Orso agognasse il potere assoluto; tentativo rinnovato da altri dogi successori. — Inaspriti gli a-