,|, stia casa. Sulla porta laterale della capitila Giustiniana è il cenotafio del do-„ ¡nuoto autore, ma dello stile del 3 » O Sansovino. 28. Francesco P'enier LXXXIdoge. Non meno felice dell’antecessore si fu il non lungo periodo in cui questo sedè sul soglio ducale, per carità di patria e per osservazione di giustizia, oltre ogui dir commendevole, ed a’cittadini carissimo. Eletto doge l’i l giugno 1554,ebbe a laudatore in tal giorno Bartolomeo Spada-limi di Moncada, letterato ragguardevole di que’tempi. La pace, quel dono del cie- lo, i-sclama con patrio entusiasmo il facondo Casoni, che dir si potrebbe mecenate e sostegno delle ai ti, delle scienze, della civiltà, continuava a favorire Venezia, in cui sempre nuovi edilìzi sorgevano a pubbliche spese ed a spese de’ privati. Magnifiche suppellettili di por-tentose pitture, d'intagli, d’auree decorazioni, rendevano preziosa e classica ogni aula di Venezia,che all’antica Grecia non più invidiava nè il genio magnifico di Pericle, nè la magistrale abilità d’ un Ca-lierate, d’un Fidia, d’uu A pelle. Due favorevoli avvenimenti, non poco contribuirono ad aumentar la gioia de’ veneziani che dimostrarono la splendidezza del genio loro, in festeggiar l’arrivo del celebre Cardinal Carlo Guisa-Lorena, inviato dal re di Francia Enrico II, come ambasciatore per trattare la da lui bramata lega colla repubblica; quindi il pas-Mggio perVenezia della regina Bona Sforza figlia diGianGaleazzoduca di Milano e vedova del re di PoloniaSigismondo I,che ritorca va al suo ducato di Bari.Se digai to- 10 e solenne fu l’arrivo del cardinale, al trellanto l'accoglimento fatto alla regina riuscì degno della pubblica maestà, ed ol-'re ogni dir brillante e compiuto. Le si spedi incontro il reai Bucintoro, con eletta 1 "mitiva di ragguardevoli dame, destina-•e a corteggiarla; erano queste ricoperte 'b aerici drappi, ornate di gemme, d’oro, 1 icchinimi trapunti con tanto sfarzo e 35g con tanta profusione, quali non sarebbero stati permessi dal moderato sistema della repubblica, che discese a concedere o meglio tollerare il massimo lusso, solo pel momento,ed in riguardo alla siugola-rità della circostanza. Ebbero luogo feste, trattenimenti, lautezze quali competevano a tanta ospite. Giunto finalmente il giorno della partenza, volle il doge accompagnarla fino sulla galea di Pan-dolfo Guoro, capitano d’una spedizione di corsari, la fiotta del quale, date le vele e tuffati i remi, servi di decorosa, imponente e sicura scorta pel mare Adriatico a quell’illustre vedova. Il 1555 fu spettatore di memorabili avvenimenti: a’ 23 marzo monGiulio I 11 e dopo iG giorni gli successe Marcello II, il quale resse il pontificato 22 giorni, onde a’2 3 maggio vi fu elevato Paolo IV Carafa, che da chierico regolare teatino era stato superiore della casa di Venezia. Intanto a’ 17 aprile i francesi aveano capitolalo iu Siena, pei' cederla dopo 22 giorni agli spagnuoli: le reliquie di quella repubblica quasi tosto si spensero a Monlalcino,c\\e poi pervenne a Cosimo 1 Medici duca di Firenze e quindi di Toscana, »serbatasi la Spagna lo stato de’Presidii. Ma coll’esaltazione al papato di Paolo IV nuove agitazioni prepara vansi all’Italia,essendosi egli confermato nell’av versione a Carlo V e aderente a Francia. Se non che sopraggiunse tale avvenimento che stupir fece l'Europa principalmente, e tenne gli animi qualche tempo sospesi sul nuovo indirizzo che a-vrebbero preso le cose. Carlo V avea veduto fallire i suoi più cari disegai, non avea potuto ricuperare Metz conioo, 000 uomini , nè il Piemonte , nè strascinar I’ Inghilterra in una nuova lega contro Francia, e non vivea più di buon accordo col fratello Ferdinando I; il trattato d’Au-gusta de’25 setlembrei 555 confermava la scissione della Chiesa germanica, cose tutte che amareggiarono profondamente il suoanimo. Nella sua biografia,riferita a Spagna, e in altri articoli che vi hanno re-