548 piazze -i arrese senza contrasto, per opero di Paolo Macri del Zante, e l’altra non sostenne la comparsa di 5oo soldati oltremarini, mandati ad occuparla. Si conquistarono pure Zarnata, Gomenizze ealtri luoghi. Speditosi felicemente ilMo-rosini da tale impresa, lasciò per provveditori ne’luoghi di nuova conquista, Nicolò Polani a Zarnata, Bernardo Balbi a Chialafà , e per superiore comandante di tutta la provincia Lorenzo Ve-nier, che in ogni occasione avea dato gran prove del suo valore, e indi a poco fu promosso capila no straordinario delle navi. Divenutu la stagione avanzata, il Mo-rosini si ritirò a Corfù colla maggior parte del suo uavile, avendo destinato alcuni legni con parte delle milizie a svernare a s. Maura e al Zante. Diversa però fu la riuscita deU’armi veneziane in Dalmazia. Sotto la direzione del generai Veliero, tentossi invano I’ espugnazione di SiDg, castello situato su monte c munito più dalla natura che dall’arte. I difensori fecero resistenza, loro resa più facile dal disordine degli assalitori nell’at-tacco. Comparvero in loro soccorso con alcune milizie destinale per l’Ungheria i pascià di Bosnia, Erzegoviua e di Cliuno; e nell." incontro i morlacchi, ch’erano siati mandati dal Valiero per riconoscerli, gente di poco cuore ove trovi chi le resista, e di mano ingorda ove incontri chi fugga,e l'afferma Brusoni, rivolsero vergognosamente le spalle, e ripassando il (lume Cetlma, di là del quale erano accampali i turchi, riempirono i veneti di confusione come se avessero il vincitore alle reni, abbandonando il campo coll’artiglieria e col bagaglio. Solo fecero brava e inutile resistenza Giovanni Ta-nussi dalmata, e il capitano Ettore Ma-rostiga friulano, a’quali il coraggio costò la vita. Il pascià di Erzegovina per sì inaspettato successo, si avauzò verso Traù, sperando facile per la fuma della vittoria la presa di que’castelli, ma ue restò con più disdoro che danno respinto. Tentò dipoi, unito al pascià di Bosnia, la ,,tu pera di Duace, difeso il forte dal g.ntr natore Agostino Tartaglia. Accorse*insù., aiuto col grosso dell’ armata il generi) Valiero, che vi spedì Giuseppe L'sio so pracomito di galea e cognato del Tart«-glia con 600 morlacchi in aiuto degli «. sedi ali. Questo piccolo corpo assalì i tur chi e nel 1.° incontro li ruppe, uccidendone 3oo, restando così sciolto l'assedio. 1 d ue pascià sembrando men pericoloso re -tiare in Dalmazia, per fare uu coiitra¡>¡>o-slo alle conquiste di Morosini nel Levante, che passare in Ungheria, ebbero, io-vece de’rinforzi invocati,ordine di recarvisi, liberando così la Dalmazia dall’apprensione di loro armi. Il Valiero fu rimosso dalla carica, in uno a Mario Mi-chieli commissario dell’armata; il 1.° fu sostituito dal cav. Girolamo Cornare, e da Antonio Molin il i.° In Ungheria 11 segnalarono con operazioni gloriose e il lustriconquiste i collegati, principalaieu te colla vittoria di Strigonia , liberata dall’assedio, e la presa di Najatel, che riempirono il sultano Maometto IV di dolore e di rabbia, e la cristianità di giubilo e allegrezza. Entrato il 168G cou grandi preparameuti di guerra da tutte le parli, e con somma espilazione degli animi secondo i vari interessi che ave*a-no nell’esito dell’imprese, i turchi ne diedero principio in Morea. Prima devo ricordare, che in quest’anno col principe Massimiliano di Brunswick, eziandio quale ausiliario, si unì a’veneti il padre duca Ernesto di Brunswick, il quale recato« a Venezia nell’aprile, nel temporaneo quartiere a lui dato a Lido,oflìia «eoe-ziani un saggio de'militari esercizi, di cui feci cenno nel § XVIII, n. 13, col cav. Mulinelli, che descrive pure i successivi festeggiamenti da lui dati in appresso, per deliziarsi di Venezia ritornatovi, segnatamente una regala da lui ordinala, fui se la più sontuosa che le storie ricordino, minutamente descritta dal documento che riproduce, scritto da G10. Malieo