0 tla non di rado contrastatogli, mentre in ,¡nella de’ ss. Gervasio e Piolasio i patriarchi I’ esercitavano promiscuamente co’vescovi di Castello. Non era poi lieve sconcio, che in una slessa città sedessero due pastori, ed avessero in tutti gli angoli e contrade di essa, frammischiate qua e là, le chiese a se soggette; e tutte, comprese le appartenenti al patriarcato grádese e che ne forma vano la diocesi,s’in titolassero indistintamente Castellatine Dioc-cesis. Pertanto, considerando tutto questo il glorioso Papa Nicolò V, dietro ristaine fattegli dal senato della repubblica veneta (dunque non è vero, che il senato temendo che la dignità patriarcale aggiunta al loro vescovo fosse per recare alcun pregiudizio ul comune, ond’erano da principio di ciò malcontenti, e solo si consolarono quando ne videro s. Lorenzo investito, come narra il Rinaldi, Annali ecclesiastici, an. 1450,11.19), soppresse il vescovato di Castello e d patriarcato di Grado, ne incorporò i beni, ne soppresse i titoli ; eresse un nuovo patriarcato col titolo di Patriarcatodi Venezia. Il tutto eseguì colla bolla Rcgis aeterni, ac Pastoris,degli 8 ottobre 1451, Si riportadall’ah. Cappelletti,dall’Uglicl- li, a p. 1292, e dal Bull. Rotti, t. 3, par. 3, p. 68. Quindi Nicolò V ne istituì primo patriarca il già vescovo di Castello 1. Lorenzo I Giustiniani. Vedasi Giuseppe Motta, De Metropolitico jure, § 184-Decoralo così il santo prelato del titolo di patriarca di Venezia sua patria,intraprese il governo della nuova diocesi patriarcale, ben di molto più vasta di quello che lo fosse il primitivo suo vescovato. Una delle sue prime cure fu di radunare il sinodo provinciale, di cui non resta che u-na lettera di Maffeo Valaresso arcivescovo di Zara, de’25 aprile 1455, nel cui titolo si legge: Miserationc Divina Pa-triarchae Venetiarum. Il quale arcivescovo, siccome in addietro era sottoposto al patriarca di Grado, in quantochè era questi primate della Dalmazia, così per P. II. 833 la stessa ragione dovea dipendere adesso dal patriarca di Venezia, che nella dignità priiuazinle era succeduto a quello per la recente istituzione. Era stato intimato il sinodo per la 4-" settimana dopo Pasqua del i455, e la lettera offre la detta data, e dichiara la sua impotenza d’ intervenirvi, e la sua prontezza in accettare ed eseguire quanto vi fosse decretato.Uu’ altra delle cure del fervido zelo di s. Lorenzo, pel bene della sua nuova diocesi, fu l’invocare da Papa Calisto III la conferma di tutto ciò che Eugenio IV uvea concesso a favore della cattedrale di s. Pietro, ora divenuta patriarcale e metropolitana, e de’canonici e sotto-canonici, acciocché il suo nuovo grado non avesse n produrle alterazione veruna. E Calisto III l’esaudì con bolla de’26 giugno 1 4 5 5. Da un’ altra bolla dello stesso Papa de’ 19 luglio,diretta al proto-patriarca, ci è fatto noto un abuso, contro cui essa è diretta. Avveniva in Venezia non di rado, che coloro i quali Irovavansi aggravati da debiti, nè aveano il modo o la volontà di pagarli, si ascrivevano al clero, persot-traisi quindi dal comparire dinanzi a’tri-buii