23o stretto di Gallipoli, e quindi imprudentemente volle tentare colla peggio il riacquisto della perduta città. Al giungere della notizia a Venezia fu un lutto generale e un gran terrore; tutta la città restò sbigottita. Si disse la (lotta turca composta di 35o vele, con olirei oo,ooo soldati, ed una quantità di macchine e d’artiglierie mai più vedute. Si sottopose a processo il Canal, fu nominato capitan generale Pietro Mocenigo, il quale raggiunta la flotta nel massimo disordine, mandò a Venezia il Canal e fu tosto messo in carcere, e quindi con mitissima condanna fu confinato a Portogruaro e alla restituzione di varie somme, per a-ver mancato per eccesso di cautela; però quasi certo di perdere la flotta con funestissime conseguenze per l’isole della Grecia esposte, e sguarnito il golfo per tutta Italia, per Venezia stessa. Il Papa implorò grazia pel Canal, ma il consiglio de’Dieci sdegnato per la dolcezza usata dal senato, rispose con rispetto e vigore, dichiarando non esser stato giudicato secondo giustìzia , ma con misericordia e clemenza, e potersene tener contento. Fu quindi rimproverato il Canal per aver provocato sì eccelsa mediazione, e finì i suoi giorni nel suo confinamento, d’ altronde personaggio e senatore distinto per cariche sostenute, per ambascerìe, e per grandissima cultura di lettere, insignito del grado dottorale. Prowidequin-di il senatoa ricuperare quanto più potè gli schiavi fatti,a fare assegnamenti a orfani e vedove ; intanto che il Mocenigo per mettersi in grado di far fronte a’ turchi, riordinava l’armata del tutto corrotta. La repubblica avea speso in questa guerra fino ad un milione e 200,000 ducati l’anno, per supplire a'quali per due anni agli stipendiati uffizi da ?.5 ducati in su fu imposto rilasciare due terzi, compreso il doge, ed a que’di mare la metà. Facendosi sempre più maggiore il bisogno o della paceo di qualche grande sfovio terminativo, la repubblica sol- lecitò Paolo II a promuovere una lega generale d’Italia. Laondeil Papa dipoiin pubblico concistoro cogli ambasciatori de’ principi italiani formò una lega: dessa fu recata ad effetto a'22 dicembre 1470 e pubblicata a’6 del Seguente gennaio. I veneziani intavolarono pratiche col sultano pel ricupero di Negroponte, ma esso domandò pure Stalimene eioo,ooo annoi ducati di tributo, per cui ogni trattativa fu sdegnosamente respinta, e più che mai animarono Ussun Cassan a continuare le sue imprese. Adunque della difesa di Ne-gropoute non restò a’ veneziani che una eterna rinomanza di valore e di varie virtù. Intanto insorte guerre in Europa, la lega italiana cominciò a intorbidarsi, anche per ambizione di dominio de’priu-cipi italiani,di nuovo ciecamente estolta-mente intesi soltanto a lacerarsi fra di loro; la repubblica propose una generale convocazione di potentati cristiani o congresso simile alMantovano,e poi riprese le negoziazioni per la pace co’turchi, cedendo Sciro e Stalimene, tenendo Croja in custodia e pagando certa somma per l’al-tre terre. Nondimeno il Mocenigo continuò la guerra, percorrendo 1’ isole del-l’Arcipelago e guastando le terre turche. In questo tempo morì Paolo II a’26 luglio 147 1 j dopo magnanime azioni, calunniate dal Sacchi detto Platina e da altri detrattori, poscia virilmente impugnate dal Cardinal Quirini.Fu sepolto nella cappella di s. Marco da lui eretta nella basilica Vaticana, in un bellissimo mausoleo di marmo ornato di statue e bassorilievi, edificatogli dal nipote Cardinal Barbo, poi in parte colle sue ceneri trasferito nelle sagre Grotte Vaticane. Il disegno magnifico può vedersi nel Ciacconio, Fi-tae Pontifìcum, t. 2, p. 1Q92, nella cui urna leggo: Paulus II Fenelus P. O. M. A’9 agosto gli successe Sisto IV della Piovere, d’Albizola nel Geuovesato, che da religioso francescano dimorò pure in Venezia, e vi fu lettore di filosofìa , onde concesse ampli privilegi al clero veneto,