fendere quel punto estremo delle Lagune. Ma il più ragguardevole avvenimento del dogado di Dandolo si fu il i.° apparire de’ Turchi in Europa, co* quali do-vea in appresso la repubblica sì sovente valorosamente misurarsi, e sostenere quasi sempre da se sola il gravissimo pondo della difesa d’Europa e della civiltà. Questa è gloria che può vantar Venezia; poiché nell’imminente pericolo per nulla si scosse l’Europa tutta compresa nelle proprie guerre, ed affievolita dall’interne piaghe di fazioni e di reggimento. Erano quelli i tempi funesti in cui stranamente la pontificia residenza era trasportata oltremonte, fuori del luogo suo naturale; ! tempi delle sanguinose invasioni degl’inglesi nella Francia per le pretensioni de’loro re a quella corona; i tempi in cui buona parte della Germaniaeta per Lodovico V il Bavaro, egualmente combattuta fra’pietendenti all’impero; della Spagna lottante contro i Mori, arabi e Saraceni sul proprio suolo; dell’Italia più che mai divisa, sminuzzata, con principi unicamente cupidi a ingrandire la propria signoria, anziché pensare a grandi e generose imprese. Il Papa Giovanni XXII volle di nuovo eccitare la cristianità ad altra crociata pel riconquisto di Terra Santa, e ne invitò pure i veneziani a prendervi parte, che poi svanì per sua morte, e per le guerre d’Inghilterra e Francia. Ma i veneziani, che, sagaci e attenti, mai avevano lasciato di tenere il loro occhio linceo sui movimenti de’ turchi, infervorati dal nuovo Papa Benedetto XII, cominciarono la gran lotta, che renderà per sempre nella storia memorabile la repubblica di Venezia. Nell’articolo Turchia, la celebrai narrando i principali combattimenti da essa sostenuti, cominciando dall’origine e ingresso de’turchi in Europa,chiamativi dal greco Andronico II, per escludere dall’impero il nipote Andronico III Paleologo, e dalla spedizione navale affidata a Pietro Zeno, i39 che cacciò i turchi dall’Arcipelago, ne arse i legni e depredò le coste marine dell’ Anatolia, restituendo la libertà a molti schiavi e togliendo impacci al commercio. NeH'affrontare gli ottomani, la repubblica si collegò col Papa Giovanni XXII, coll’imperatore greco, col re di Francia, e co’cavalieri di Rodi dell’ordine Gerosolimitano già introdotti in Venezia. Inoltre il Papa avea fatta lega contro sì fanatici e fieri nemici del nome cristiano, co’ re di Sicilia, di Cipro e di Armenia ; ed il Rinaldi dice che ammonì i veneziani perchè ricevevano e tenevano nelle loro terre eretici e scismatici, giacché pe’ loro commerci ospitavano qualunque popolo. Avvenimenti domestici sotto il dogado del Dandolo si notano, l’assegnazione fatta nel i32Q a 6 procuratori di s. Marco dell’abitazione in 3 Procuratie, 2 per ciascuna; e l’istituzione fatta da Gualtieri Ceroico o Cerusico nel 1 335 dell’ospedale de’ss, Pietro e Paolo pe’ marinari. Nel 1337 fu costrutto a s. Barnaba il primo ponte di pietra. Morì l’onoratissimo doge Dandolo a’ 3i ottobre i33g, ed ebbe sepoltura nel capitolo di s. Maria Gloriosa de’ Frari, il cui monumento di stile archiacuto fu poi trasferito nel chiostro del se* miliario patriarcale ove ora si vede.—-Bartolomeo Gradenigo LJIIdoge. Raccoltisi, come al solito, i 5 correttori della Promissione ducale, questa aumentarono, massime con aggiungere che il doge nou potesse rinunziare al ducato se non per consenso de’suoi 6 consiglieri e della maggior parte del maggior consiglio; che non potesse rispondere ad alcuno in cose concernenti lo stato, senza prima consultare i consiglieri; che nel-l’occasioni solenni non potesse usare vesti di lutto; fessegli tolto l’impacciarsi nelle cose di Pelestrina, Malamocco e Poveglia, le quali prima dipendevano assolutamente dal doge, governandole a mezzo di gastaldi da lui nominati, cui successero i podestà inviati dalla repub-