38o ancor,i a Corfìi, l'aminiraglio turco Pia-leb eseguì ili.°di luglioi 570 un improv-»¡»o sbai'co a Limino o Napoli o Ne-ttwxiy altra città vescovile dell’isola di Cipro, facendovi molti schiavi. Nel dì seguente si recò con lutti gli altri legni al luogo detto Saline, e ivi a’3 luglio mise a terra le truppe, I’ artiglierie e il bagaglio senza opposizione.Si componeva l’armata turca di 4oo vele e piò di 100,000 uoinioi. Dice ilMutinelli 70,000 combattenti,poi aumentati amegliodi 100,000. I 200 stradioti cb’erano col conte di Ito-cas si ritirarono quindi a Nicosia, e a’di-feusori altro non rimaneva che rinchiudersi in questa e in Famagosta, e attendervi i soccorsi della flotta, essendo impossibile impedire gli sbarchi pel grande circuito dell'isola lunga 52 leghe e larga da i5 a 20. I capitani di Famagosta si opposero al Boglioni di soccorrere Nicoli« per non pregiudicare la propria città, che ritenevano sarebbe lai.'assalita, ed appena l’i 1 agosto lo lasciarono in libertà di fare il suo beneplacito, ma egli non volle tanta responsabilità e restò. Poco stettero i turchi a presentarsi sotto Nicosia (f'.), difesa da un 5o,ooo uomini, la maggior parte male armati e nuovi alla guerra. Né il Dandolo era adattato al grave incarico, per cui scriveva per pronti soccorsi al generale Zaue in Candia, nel declinar d'agosto, rappresentando il pericolo della città da piò bande assalita, cd a Famagosta per avere il Baglioni co’ tuoi fanti italiani ; ma le strade già erano io potere de’lurchi. Così Nicosia trovava« abbandonata a se stessa, e per colmo di mali n’ erano discordi i capitani, onde nulla iu la difesa, tranne i baluardi sostenuti con ardore, bensì ricorrendo al di vino aiuto cou pubbliche preghiere e processioni. L’incessante combattere de' turchi già larghe breccie avi-a a-perte, quando 1 nicosiani stretti dalla necessità e per estremo tentativo a' 15agosto, giorno sagro alla gloriosa Assunzione in cielo della B. Vergine, sul meriggio fecero un'improvvisa sortiti con lotti vicentino conte Cesare Piovene lu neote del conte Rocas. Gettandosi i-jl mico ne fecero grande strage, s'ito ¡ivi,, uirono di due trincere, inchiodarono S cannoni, ponendo in confusione ila po tutto : chi sa fino a qutd punto ansb bero portato la vittoria, se il Da ni,lo $ vesse permesso alla cavalleria d'uicw com’erasi stabilito, invece ostinandosi 1 impedirlo. Ed allora que'di fuori a«. 1 dalla cavalleria nemica,stanchi dalli I ga zuffa, affievoliti dal calore eccet«i>, del sole, non 1 ¡stando dal combattere p*r difendere Tarligliene,sopratr.itli dii « pie crescente numero de' turchi, 6m1 mente cedevauo. Molti di loro coprirono co'propri cadaveri il suolo, intierne valoroso Piovene, altri poterono 1 dar« feriti in città recando seco le vinte ipo glie nemiche. Da quel momento la tn«t< sorte di Nicosia era decisa, benché nulii fosse intralasciato da'fanti italiani e'it nobili ciprioti nell’opporre ogni e«w • resistenza. Ed eroica fu questa invero 1« quegli ultimi momenti, e degni di mi glior fortuna. Ma verso i 20 settembri superato da’turchi nella notte il IhIuw■ do Podacatero, scorrendo lungo le ra arrivarono agli altri, ed assaltarono ! difensori alle spalle. *» Tanto ferocea*» te però per questi si combatteva, scn*t il prof. Komaoin, che da 3 ore era altau il sole nè i turchi aveano ancora np« tato decisivo vantaggio. Leonardo Ronconi, benché ferito, faceva*! dalla sua essa trasportare al baluardo Cosiamo e in per istrada da’ nemici trucidato ; eju»! fine ebbe il conte di Rocas mentre lava i suoi a rinnovare la mischia. Er» camenie combattendo «nomano p*" Pietro Pisani e Bernardino Polam , p<** duti i baluardi, le mura, ogni altra difesa, combatteva«! ancora per le slrad*. dalle finestre, da'teli« ; 1 Unti italiani < dotti a soli 80, validamente sosteneva" ancora alla porta Bembo, ijuanJo M 1 stafà entrato io Nicosia impose fi*** !