*ui Uribellila Fiandra, uon voleva veri-jttt r u«)i soccorsi se non a patti van- ii „»io»iì«<»ì . e mirava solo a procurare mutezza • te, noo agli altri. La i." strin-•«va la delira al sultano. La 3.* non osa- li provocarlo. GiutFredo Giustiniani recò« Venezia in io giorni la sospirata beta novella, e vi giunse co’trofei della «■noria a'18 ottobre 15^1, fra lo sparo M cannone e le risonanti grida di Vii-i a, Vittoria. La gioia fu universale, It plebe trasmodando corse a liberare i prigioni per debiti, esclamando libertà, l> Irrtà. Si chiusero le botteghe coll’iscri-itottei per la morte de’turchi. 1 mercanti ili tale nazione spaventati si tennero diiutr ne’loro quartieri. Il dogeMoceni-go per la moltitudine con ¡stento calò in • Marco pel canto del Te Deunt, e cele-Ivala li messa con grande orchestro, Pao- lo Paruta recitò con grave eloquenza Porr one funebre a’gloriosi defunti, e poi fu stampata nell >71 io Venezia: Orazione fat’trbrein laude ile’morti nella vittoriosa •iit.iglut contro i turchi seguita a Curzo-Itri l’anno 11. I lidi scrisse: Storia Ve-truana divisa in duepar ti,\eaeù»l6o5. La j.‘ contiene la narrazione della guerra de' principi cristiani contro Selim II, *• occasione del regno di Cipro da lui tolto »’veneziani (quest’illuslre storico soprannominato il Catone di Venezia, da fttrù è tenuto peli.* che introdusse nel-*ua narrazione i particolari della »tona civile, ordinariamente disdegnati dagli scrittori, io mezzo a’ racconti delle 8««rre e delle rivoluzioni). Inoltre il te-•atoordinò per 4 giorni in Venezia e nelle «Uà di Terraferma inni devoti e proce»-"°°i> decretando festivo il giorno 7 otto-*‘c sagro a ». Giu»tina , in cui erati ri-(■ertala la vittoria, l’erezione d’un lem • P*° *°Uo la suo invocazione a Padova, e “ dr lei statua doversi porre sulla porta **•11 Arsenale,ed è opera distinta del Cam-fS"*! quali monumenti della vittoria, 'vi» rat usi a imo per questa, corisrderan-‘ '' alcuno che l'ebreo marrano Massi era 391 stato il promotore della guerra di Cipro, e tenuto per capo principale degli ebrei, co’quali avea relazioni, provocarono il rigoroso decreto dell'espulsione degli ebrei e de'uiarrani, spirato il tempo della condotta, che però non ebbe effetto per essere slato annullato nel 1573. Grandi e magnifiche furono pure le allegrezze pubbliche (atte da'mercanti di panno di Rialto, dal ponte (ino alla »traila de’gioiellieri superbamente addobbata con preziose tappezzerie, e nella piazza di Rialto co’trofei tolti a’turchi su ulta piramide, mentre alle due estremiti! del ponte, si eresse un maestoso arco cogli stemmi de’collegati. Innanzi alla propinqua chiesa di s. Jacopo si formò un altare, sul quale furono celebrati gli uditi divini accompagnati da solenne processione, canti e tuooi. La notte risplendè con ¡splendide luminarie, rallegrandosi il popolo con armonici concenti di numerose orchestre, e perchè nulla mancasse al gaudio universale ti permisero le maschere. Gareggiarono per 3 giorni e 3 notti ne* festeggiamenti gli altri mercanti, massime i tedeschi che convertirono il loro fondaco in palazzo incantato. Parecchie pitture del palazzo ducale, nella »ala dello Scmlinio, ricordano i fatti di questa guerra turca e la battaglia delle Curzolari. Venezia benché dolente per la perduta Cipro, altamente ti rallegrò, per vedere colla totale distruzione della flotto de' turchi, rimosso almeno il terrore concepito in essa dall’ aumentata potenza di quelli. Perciò, secondo il cav. Mulinelli, Annali Urbani di Venezia, p. 4*7, »tatui d’innalzare alla tt. Vergine nella chiesa de' »s. Gio. e Paolo una cappella »otto I* invocazione del »1. Rotarlo, in memoria il'una delle più grandi vittorie aa vali ottenuteda’veneziani;men-tre questi nello stesso tempio ricordaro-no gli sventurati citi ili Famagosta e di Cipro(col monumento al Dragndino martire per la fede e per la patria (Ma leg^o nella Ifuovittinut Guida di Venni»,