¡nlnvolate gravi negoziazioni. Per la grandissima parte che la repubblica prendeva non solo a’massimi avvenimenti d’Italia, in cui non di rado prevalevano i di lei consigli, ma ben anco alle sorti di tutta Europa e del Levante, aprivasi a’diplomatici veneti un largo campo sul quale raccogliere non iscarsa messe di gloria. Dice l’autore: La politica estera di Venezia, fu politica per lungo tempo abilissima, egoista ma non gretta, nemmeno allora che, dopo i casi della lega di Cam-bray, il sentimento della cadente sua forza l’informò dell’esclusivo desiderio della propria conservazione. Considerando egli, che ¡1 governo veneto ebbe più di qualunque altro stato,singolari e savissimi ordinamenti, si diffuse in parlare d’ un istituto, da lui riconosciuto unico nel suo genere, e che sarebbe stato pur degno d’imitazione. La repubblica non si teneva già paga di esigere da’suoi ministri nelle corti straniere le solite informazioni intorno gli avvenimenti della giornata, o intorno agli affari correnti e alle trattative; ma li obbligava di fare al senato , ritornando dalle loro ambascerie, una relazione generale del paese ovesi erano trattenuti, e nel 14^5 fu decretato doversi fare in iscritto. Sembra però che l’ingiunzione sovente si trascurasse, onde que’che l’avevano fatta a voce la doverono scrivere. Nelle relazioni gli oratori vinsero l’un l’altro nell’esaltezza, nell’eleganza e nella copia del dettato. Nel secolo XVI le relazioni furono riposte in un archivio determinato,colla proibizione di comunicarle, a seconda della già riferita disposizione del >419, estesa a tutte le scritture dello stato. Gli ambasciatori che avessero avuto presso di se o in originale o in copia qualche documento spettante a quell’archivio, dovevano restituirlo. Pare che il divieto di propalare !e relazioni non abbia durato molto, o non sia stato severamente osservato. Poichèsiccome molte dell’antiche carte di questo genere furono conservate mediante copiosi estratti oe’rammeutati Diari!dell’operoso MarinSanudo,miniera inesauribile per la storia veneta, così verso la metà delsecoloXVI formaronsi quelle ricordate raccolte di copie, che trovatisi nella maggior parie delle pubbliche biblioteche d’Europa, ed in molte private biblioteche d’Italia. Da parecchi secoli queste relazioni godono d'un meritato credito: non debbonsi confondere co’dispacci propriamente detti, perchè al pari di tutti gli altri diplomatici,anche i veneziani spedivano regolarmente lettere intorno agli avvenimenti del giorno e agli affari correnti ; a’quali dispacci, di cui va ricco l’archivio veneto, si richiamano sovente nelle loro relazioni. Quest’ ultime invece sono ragguagli ordinati, circostanziati,sistematici intorno al paese visitato dall’ambasciatore; notizie sulle condizioni geografiche e statistiche del medesi-mojsu’suoi abitanti,sulle sue rendite,sulla sua corte, sulla famiglia e su’consiglieri di chi governa ; intorno alle persone le più notabili, alla loro condizione, al loro carattere; finalmente intorno allo stalo politico, alle alleanze, alle simpatie e antipatie, alla guerra e alla pace. Gli avvenimenti del giorno vengono toccati in complesso, talvolta anche solo per incidenza, giammai in dettaglio, presupponendoli conosciuti. Dichiarò il Wicque-fort,nel suo utilissimo 7Wz/taiodell’Ambasciatore e delle sue funzioni: il fare relazioni bellissime essere proprio de’ veneziani.Già nel secolo XVI venivano proposte a modello, anco pel vantaggio che ne ridonda alla storia. Le relazioni venete sono degne della fama che godono ; se nelle particolarità statistiche e geografiche lasciano a desiderare maggior chiarezza, la parte fondamentale rimane sempre importante, come quella che ci rappresenta le opinioni e i giudizi de’contemporanei, la cui posizione era tale da conoscere lutto, e di penetrare i segreti e indagare gl’intrighi, più imparzialmente degli scrittori compaesani,sovente inclinati or alla benevolenza, or all’odio. Si