752 »ava sempre a punto, senza però die il pensiero nulla perdesse del suo valore e di certa quale irresistibile incisione. L’imperatrice guardava Canova con meraviglia mista con una contegnosa soddisfazione ”. Allora Canova incoraggiato maggiormente, continuava il suo tema: persuaso che l’animo dell’imperatore non fosse tirannico, ma solo guasto dagli adulatori che gli nascondevano la verità. Pareva che Canova avesse lì a sua libera disposizione, e per se solo, il Napoleone cm/e«te.Dopo uno dique’mo-vimenti d’artista, che pareva a null'altro intento che a più profondamente studiare il suo modello, siccome poi confidò al grazioso eloquente storico, continuò. » Ma, Sire, perchè Vostra Maestà non si riconcilia in qualche modo col Papa? — Perchè i preti, signore, vogliono comandare dappertutto,ed esser padroni di lutto (pretendeva di credere Napoleone), come Gregorio VII\V.).—-Mi parepeiò, Sire, che ciò non si possa temere oggidì, poiché Vostra Maestà è padrone di tutto in Italia. — I Papi hanno sempre tenuta repressa la nazione italiana,quando non erano neppure signori in Roma (qui Napoleone si mostra ignaro della storia), in grazia delle fazioni de’ Colonna e degli Orsini (altri errori storici di Napoleone). — Certamente, o Sire, se i Papi avessero avuto l’ardire di Vostra Maestà, ebbero bei momenti per diventare i padroni di tutta Italia! — Questa ci vuole, mio signore,l’interruppe Napoleone I, toccando l’elsa della sua spada, la spada ci vuole (ma Napoleoue, come pur leggo nell’Ar-taud, avea dello a’suoi ministri: trattate col Papa come potenza che disponga di 200,000baionette pronte;eduno de’suoi più illuminati ministri, Cacault, scriveva a’27 ottobre 1802 a Napoleone: Il Papa è affezionato alla Francia, ma dev’essere rispettato e ubbidito come un sovrano che avesse cinquecento mila uomini a’suoi comandi. Lievissimo paragone dell’immensa forza morale de’Papi,actii per lo meno piegano il giuocchio, nelle cinque parti del mondo, duecento milioni d’individui ! ). — Non la Spada (V.) sola, con essa il liuto (bastone ricurvo usato dagli auguri; ma il Canova, poiché tutti i grandi artisti hanno privilegiato ingegno, dono di Dio, e sono eruditi, intese alludere al Pastorale). Ma finalmente, Sire,giacché voisietegiuntoa tantagran-dezza colla vostra spada, non permettete che i nostri mali si accrescano. Io ve lo dico ingenuamente, se non sostenete fio-ma,e ssa diviene quella ch’era allora quan do i Papi trovavansistanziati in Avignone”. L’imperatore parve vivamente commosso e colpito da questo fatto; disse con forza. » Ma mi fanno resistenza ? E che? non sono io forse il padrone della Francia, di tutta Italia, di tre gran parti della Germania? non sono il successore ili Carlo Magno ! Se i Papi d’oggidì fossero stali cornei Papid’una volta,il lutto sarebbe assestato (opinione privata di Napoleone: del restp ui’appello alla Storia). E i vostri veneziani, sì, essi pure, non ebbero brighe co’Papi? — Non sino al punto ove si è portata Vostra Maestà. — Ma in Italia il Papa è tutto teelesco". E in così dire, Napoleone I guardò l’imperatrice. » Posso accertare, l’imperatrice rispose, che quando io era in Germania, vi si diceva che il Papa era tutto francese”. Napoleone I continuò: » figli non ha voluto (Pio VII) cacciare nè i russi, nè gl’inglesi, nè gli svedesi, nè i sardi da’ suoi stali”. Il 5 novembre l’imperatore, prima di congedare Canova, volle dargli un’idea della sua potenza, per mostrargli il perchè non dovea mai ilare addietro.«Signor sì, ho sessanta milioni di sudditi, da otto a novecento mila soldati, centomila cavalli. Gli stessi antichi romani non ebbero mai forza pali alla mia. Ho dato quaranta battaglie: in quella di Wagram ho sparato centomila colpi di cannone, e questa signora, aggiunse volgendosi all’imperatrice, sì,questa signora, che allora era arciduchessa