338 l’altro. Carlo Vallora acconsenti che suo (rateilo minore (e non primogenito come taluno scrisse) Ferdinando I re d’Ungheria e di Boemia, ed arciduca d’Austria, fosse l’i i gennaio 1531 eletto re de’romani; ma si pentì presto di tal partito, sì contrario agl’interessi di Fdippo Il suo figlio, e cercò pel' ogni maniera di far annullare la sua elezione. Ferdinando I si mostrò sordo alle sue preghiere e alle sue minacce. A Clemente VII molto piacque la scelta di Ferdinando I, e per la salute della repubblica cristiana ne confermò con bolla l’elezione. Coronato rede’romani.il senato gli scrisse lettere gratulatorie.Trovo nell53 i ambasciatore presso il Papa, Marcantonio Ve-nier; a cui poi nel 1533 nuovamente suc-cesseAntonio Soriano.Neli532 tornando Carlo V a Bologna per riabboccarsi con Clemente VII, la repubblica lo fece ricevere nel Vicentino dal duca d’Urbino. Avea la repubblica nel dicembre inviato Tommaso Mocenigo a Costantinopoli, durante il memorato congresso, ad assicurare Solimano II di sue pacifiche intenzioni, ed a presentargli magnifici donativi all’occasione delle feste della circoncisione d’un figlio. Nell’interno il bisogno estremo dell’erario, e-saurito ogni altro mezzo,come nel 1522, ricorse allo spediente d’una lotteria di di gioie, stabili e denaro; l’esempio fu seguito poi anche da vari particolari, talvolta permettendolo, tal altra vietandolo il consiglio de’Dieci. Di più si ordinò la revisione delle leggi, si rianimò il commercio cogl’ inglesi incoraggiandovi la nobiltà, si rinnovarono le sempre inutili leggi contro l’immorale e rovinoso Lusso j ma la miseria, la carestia opprimevano il popolo e si trovavano scritti minacciosi sulle muraglia delle case e del palazzo, cose che davano molto a pensare a’senatori, siccome insolite a Venezia. Ninna meraviglia. Lo spirito de’novatori d’insubordinazione e libertà religiosa era collegato alla politica, uno produceva l’altra; e se repressoli 1 0 in diversi stati, da per tutto s’insinuava il 2.0, tal peste serpeggiando ovunque. Nè le condizioni d’Europa erano tali da pò-ter concedere un disarmamento, anzi vedendo crescere sempre più la potenza di Turchia, il senato esortò l’imperatore a non avvilupparsi in una guerra co’pro-testanti di Germania, per non condurre i sellarii a qualche disperato spediente, e negli stessi sensi scrivea all’oratore presso la s. Sede, colle ragioni e le scritture doversi illuminare gl’ infetti di eresia, finché un concilio non determinasse quan-tosi abbia a fare. Anche il prof. Romanin rileva, che le nuove ardite opinioni, ormai troppo diffuse, si mescolavano come al solito, alle convinzioni d’un certo numero d’individui, in molti altri più le passioni di ambizione e cupidigia, tutto annunziava che alla rivoluzione religiosa non avrebbe tardato a seguire la politica. Molti portavano l’erronee dottrine di Lutero assai piùoltre,e davano origine all’idra di nuove sette; proponendosi alcuni di valersi di quel grande e lugli inevo-le commovimento per metter le mani sulla proprietà di tutti, come aveano fitto sulla ecclesiastica, e pretendendo di riformare l’ordine sociale, predicavano l’ab-bassamentode’signoii, la comunanza dei beni, il Socialismo moderno; turbe fanatiche percorrevano laGeroiama incendiando, saccheggiando, uccidendo, irritate dall’elezione di Ferdinando 1 in re de’romani, e solo le concessioni in materia di religione fatte nel i532 da Car- lo V a Norimberga,una delle diverse paci religiose e tutte pregiudizievoli, potei 0110 ritardare stentatamente ancora di alcuni anni lo scoppiare della guerra. I progressi di quella del turco in Ungheria e Transilvania davano da pensare alla repubblica per evitarla, maneggiandosi col sultano su’traffici, per impedire la rovina totale al suo commercio, e perciò ricusandosi d’entrare contro di esso nella lega del Papa coll’imperatore e altre po-