sire Jal clero secolare e regolare. A suo tempo insorsero questioni sul quarto di quarta parte, il quale per l’addietro soleva darsi al vescovo, per le fabbriche e riparazioni della cattedrale di s. Pietro; e sembra ebe fossero rilevanti,per l’intervento del governo, per cui nel consiglio de’Pregadi si decretò, die quel quarto in avvenire si consegnasse a’ procuratori di detta chiesa, peri suoi ristami ed ornati, col consenso del vescovo, Quanto poi al quarto di quarta parte., di cui aveva disposto il sinodoi 22Q, perché fosse consegnato al vescovo per distribuirlo a poveri, il Pregadi l’abolì,ordinando che tutta intera la quarta parte appartenente a’poveri andasse distribuita nella contrada rispettiva. Esistono molle memorie della residenza del vescovo in Venezia sino e inclusive al 1327 ; indi partì per Roma,ove si diè al partilo ghibellino dello scismatico Lodo-vico V il Bavaro, scomunicato da Giovanni XXII per aver assunto l’impero, senza I’ asseoso della santa Sede, mentre alili elettori dell’ impero aveauo nominato Federico il Bello duca d’Austria , e poscia si recò a Milano ad a-spellare il principe. Il Bavaro dopo avere ricevuto da lui e da altri vescovi la corona di ferro in Milano,portatosi in Roma nel i3a8 per essere coronato imperatore, vi trovò l’interdetto fulminato in Avignone dal Papa,e nondimeno Divorito da’ ghibellini,acclamato re de’romani e senatore di Roma, indi a’ 17 gennaio nella basilica Vaticana si fece consagrare dal vescovo Albertiui, e da Gherardo Orlanditii vescovo d’Aleria in Corsica, imponendogli la corona Sciarra Colonna capitano del popolo romano, a nome di questo, assistito da 4 sindaci a ciò deputati. Già, saputasi da Giovanni XXII in Avignone la coronazione di Milano, avea scomunicato e deposto dal vescovato l’Alberimi nel novembrei 327, sentenza che (u letta soleunemente nella cattedrale di Castello a’6 dicembre. Quindi il Bava- 825 ro, nel dì dell’Ascensione a'12 maggio, creò antipapa l’ereticoammogliatoe frate apostata Nicolò V ; e tosto Nicolò da Fabriano recitò un sermone,dopo il quale il vescovo di Castello Albertiui (che molti storici dicono di Vinegia), domandò 3 volte al popolo romano se accettava per Papa l’eletto dall’imperatore, e rispondendo tutti di sì, fu fallo il decreto dell’elezione. Allora l’antipapa colle sue mani coronò di nuovo Lodovico V, creò alcuni anticardinali, fra’quali l’Alberimi (l'Ughelli aggiunge, et in Germania legatili missili, misere vitata li-quii), e lutti poi presi a sassate da’ romani,fuggirono a Todi, a Pisa, e si spar-pagliarouo. —- Restata vacante la sede castellana, Giovanni XXII a’ 15 gennaio 13ig elesse4o.° vescovo il canonico della cattedrale Angelo !Delfino, che nello stesso anno tenne il sinodo, vi fece utili discipline, massime dirette a regolare il disordine de’beneficiati, che 11011 risiedevano nelle rispettive case e 11011 intervenivano a’ divini uffizi. Noterò, che nelle chiese di Venezia, oltre le frequenti prediche, eranvi anche i semplici lettori de’li-bri sagri e de’Padri, detti Pateriei. Indetto anno l’arcivescovo di Ravenna, per delegazione apostolica,ridusse a dodici i canonici della cattedrale di s. Pietro, comprese le 3 dignità diarcidiacono, arciprete e primicerio. Nel seguente 1 33o, Angelo, cogli altri vescovi sullraganei,assistè al si-nodo provinciale radunato da Domenico V patriarca di Grado. Nel 1332 concesse a’suoi canonici la metà della porzione di decima, a lui appartenente, di tutti coloro che fossero morti fuori di città. Morì a’ 19 agosto 1336. —• A’ 27 agosto stesso, a pieni voti dal senato fu eletto 41 vescovo Nicolo I Morosini, veneto. Nel 1 338 Benedetto XII da Avignone l’incaricò a recarsi in Padova, ed assolverla dall'interdetto, a cui era stata sottoposta nella signoria degli Scaligeri. Fra’ suoi vicari generali, eh’ ebbe nelle assenze, vi fu Jacopo vescovo d’Avello-