u„’ora e mezza lo spettacolo della caccia del toro, cioè la fierissima lotta Ira il toro e i molti cani che gli aizzavano i tiratori. La quale finita, rientrati i carri nell’anfiteatro, e fermatisi in bell’ordine in 5 diversi siti, si lasciò che il minuto’popolo per altri 4 ingressi entrasse nell’anfitea-iro; e quell’accorrere di popolo infinito, lieto e impaziente di godere pur esso, e quelPaccorrer di popolo quasi fiume per 4 gore fu spettacolo sorprendente e forse di tutti il più dilettevole (tanto ciò è vero, che più volte mi raccontò un altissimo personaggio, che all’improvviso ingresso della moltitudine s’intimorirono i Conti del Nord, supponendo Io scoppio d’una insurrezione. Tosto però furono rassicurati di nulla temere, essendo il popo- lo che stava dietro lo stecconato che circondava Taufiteatro.Sorpresi dall’immenso numeroe non vedendo milizie che lo a-vessero con tenuto, domandarono come ciò fosse proceduto. Allora fatto venire il Cri-stofoli missier grande o fante della repubblica, e presentato a’Cooti del Nord, fu ad essi detto lui solo colla forza morale averlo trattenuto quieto. Lo stesso personaggio mi diceva pure, che il padiglione o chiosco era formato sulle misure e colle suppellettili di altro simile che i medesimi granduchi possedevano in Russia, ove fu mandato in dono agl’imperiali coniugi imballato in casse, siccome costruito per potersi decomporre, insieme a'cristalli ed agli specchi bellissimi, il chenon èa dire quanto riuscisse loro gradito). Fattasi intanto notte, partir vede-vasi dal chiosco una colomba artificiale, cui si avea dato fuoco dalla stessa gran -duchessa, la quale colomba rapidamente trapassando la piazza giungeva all’arco per comunicargli la favilla, laonde a-scondendo il detto arco molti altri fuochi lavorati, era esso in un istante tutto illuminato,innalzandosi a grande altezza nel* 1 aria migliaia di razzi vaghissimi. Nel medesimo tempo i gradini dell’ amplissimo anfiteatro e le fiueslre delle Procurale P. II. (k>9 risplendevano per torce di cera, e per lampioni di cristallo gli archi del pergolato, i carri e la facciata della basilica, per cui la piazza di s. Marco sembrò in un pun--to quasi mutata in una grande e ben a i domata sala da ballo. A notte avanzata le torce furono lasciate in possesso del popolo. Il Mulinelli riporta la Descrizione degli spettacoli e delle feste datesi in Venezia per occasione della venata delle LL. AA. II. il granduca e la gran duchessa di Moscovia sotto il nome di Contidel Nort nel mese di gennaio 1782, adorna de’ritraiti di delti principi, Venezia presso Vincenzo Formaleoni. Di altri opuscoli, con altre notizie, ne dà contezza il cav. Cicogna, Inscrizioni Veneziane, t. 2, p. 267 e 435. Per questi festeggiamenti la repubblica spese 109,677 ducati d’argento. Passati i principi a Roma, benignamente accolti da Pio VI, si trovarono quando a’ 27 febbraio dello stesso 1782 il Papa montava in carrozza, pel suo viaggio a Vienua, onde il granduca Paolo nell’aiutarlo a salirvi, lo pregò ad accettare una pelliccia inviatagli dall’imperatrice madre, sperando che gli avrebbe recato vantaggio in sì rigida stagione, e nel clima di Germania più crudo di quello d’Italia. Il Papa si recava dall’imperatore Giuseppe II per tentare colla sua viva voce di porre un freno alle sue deplorabili innovazioni sulla disciplina ecclesiastica e alla soppressione de’sa-gri chiostri, modellatosi in parte dall’operato della repubblica veneta, e così minuziosamente,che fu proverbiato, al mo ■ do accennato di sopra nel dogado 1 [8.“ Per buona ventura della Chiesa dell’impero austriaco, e perciò anche delle province venele e lombarde, la saggezza e pietà del regnante imperatore Francesco Giuseppe 1, ha di recente abolito le fatali e famose leggi Giuseppine, pel Concordato concluso in Vienna (V.), col regnante Pontefice Pio IX. — Per le onorificenze che Pio VI ricevè dalla repubblica passando pe’ suoi dominii, e 39