862 eil il Papa Pio IX Io preconizzò nel concistoro de’20 inaggio i85o, dichiarando nella Proposizione Concistoriale, che nella congregazione delle ss. Missioni, detta degli oblati, » vitae ratione preclara charitatis specimina exhibuit, »er-bum Dei ubique locoruin trini Medio: la lieti, tum alienae Dioeceseos predicando. Moderator deinde Collegii ss. Missio-num electus,et confratribus suis acceplis-simus, egregie munere iliofunctus est.Or-phanotrophiuin deindeduodecim jam ab bine nnnis proprio aere extruxit, in quo plusquain viginti adolescentuli a pueritia usquead vigesimusaetatisannum squallori et ignaviaeerepti,ad pietatemetad artes mechanicas informantur, et suo quoque sumptu aluntur. Virgra»itate,prudentia, doctrina, inorimi probilate, rerumque experientia praeditus, et in ecclesiasticis fuiictionibus versatus, dignus propterea, qui dictae Kcclesiae Papiensi in Episco-pum praeficiatur ”, Indi il Papa gli concesse il s.pallio, privilegio di quella chie sa. Vacato il patriarcato di Venezia,il medesimo Sire lo nominò ad occuparlo, a* 5 febbraio 1858, ed il Papa Pio IX nel concistoro de’i5 del seguente marzo, ad esso lo trasferì, proclamandolo con que-st’altroelogio,nella proposizione concistoriale : » .. . Papiensi Ecclesiae praefectus fuit. Qui suscepto consecrationis munere ad sua 111 Ecclesiali! illico accessit,inibi re-sedit, eamque sitnul ac dioecesini sedulo visita vi t,sacrasexegit ordinationes,ponti-fìcalia solemniter celebravi,conciones ad populum habuit, caeteraque pastoralia numera ta 111 laudabiliter obivit, ut dignus propterea censendus sit, qui ad diciatti Patriarchalem Ecclesiam prouio-veatur”. E dopo il concistoro gli accordò altro pallio proprio di sua chiesa. Dice la detta proposizione: » (ogni nuovo patriarca) Fruclus taxati in lihris Camerae ad florenos 1 280, ascendimi ad novem ci rei ter mille scutata romana (la mensa, che il Novaes,nello scorcio del secolo passato, disse rendeva 12,000 ducali). Pa- triarchatus ambitus ad quinquaginta-quinque fere millia passuum ad septen-triouem cxtendihir, et nonnulla sub se loca complectitur____Novem ad praesens Episcopi suffragantur ”. Apprendo dal Giornale, di Roma del 1858, p. 458, che sabato 15 maggio verso il meriggio al suono delle campane di tutta la città,giunse in Venezia da Pavia l’atteso mg.r patriarca. » Gli mossero incontro, alla stazione di s. Lucia, il municipio e il clero, n capo de’quali scorgevasi il podestà, no bile cavaliere Alessandro Marcello, ed il vicario generale (stato capitolare) mg.' can. e cavaliere Vincenzo Moro (proto-notai io apostolico e arcidiacono del capitolo metropolitano). Il seguente giorno faceva il suo solenne ingresso nella cattedrale basilica”. Già propagatasi anche in Venezia sino dal 1856 la pia Società di s. Vincenzo de’Paoli, il novello patriarca apriva le sue medesime stanze alla prima generale adunanza, che essa tenne a’ ig luglio nel palazzo patriarcale, dove il prof. ab. Giacomo Zanella lesse un ben appropriato Discorso,che venne stampato da G. B. Merlo. Quest’ o-pera di carità cristiana, istituita a Parigi e meglio ivi stabilita con particolare regolamento del dicembre 1835, conta ora in Venezia 6 Conferenze o sezioni, una per sestiere, con un consiglio superiore che dirige tutte le conferenze del Veneto. Non avendone parlato nel descrivere i pii istituti di Venezia, nel § XII, ne farò qui un brevissimo cenno. Lo scopo delle conferenze è di mantenere i propri membri nella pratica di una vita cristiana per mezzo di esempi e di vicendevoli consigli; eli visitare i poveri nelle loro abitazioni e di recar loro de’soccorsi in generi, e al tempo stesso religiose consolazioni ; di adoprarsi, per quanto possono, all’istruzione elementare e cristiana de’ poveri fanciulli ; di spargere libri inorali e religiosi ; di prestarsi ad ogni sorta di opere caritatevoli proporzionate a’ propri mezzi, che non