94 nel § II, n. 3. Osserva però il eh. Roma-nin, che in piova che la statua esprime s. Teodoro, antica èia tradizione popolare, fra Marco e Tollero (come a dire fra le due colonne, e Tintesi innumerabili volle ripetere da’ veneziani; anzi conosco pure l’antico proverbio: Guardali dall' intercolunnio, perchè vi si giustiziavano i rei, i quali lo erano prima a s. Giovanni in Bra-gora; il che (u abolilo dal governo Italico, sostituendo ileampo presso s. Francesco della Vigna, ora occupalo dal gazo-metro; dipoi per l’esecuzione della pena capitale fu assegnalo lo spazio eh’ è dietro al fu monastero di s. Marta). Aggiunge: » Nè dee fare obbietlo il drago che si vede a’suoi piedi e pel quale fu da taluno credula questa statua avesse piuttosto a rappresentare s. Giorgio, mentre nell’opera intitolala Messoea Graecorum, 6 febbraio, leggesi che nel vespero di s. Teodoro cantasi dalla chiesa greca in uno deTroparii un versetto significante: a-vendo tu colla lancia della tua costanza ucciso il dracone, e rappresentasi altresì al paro di s. Giorgio col drago sotto i piedi”. Notizia che dice avere ricevuto dal eh. Giovanni Veludo vice-bibliotecario alla Marciana. Il i.° ponte di legno in Rialto pur si deve a questo dogado. Divenuto assai vecchio il Ziani, dopo a-ver esercitato tante pie beneficenze, che celebrai a’Ioro luoghi, rinunziò la dignità a’ i 3 aprile i i 78, si ritirò nel monastero di s. Giorgio Maggiore, e morto in quel mese, ivi fu seppellito con onorevole epitaffio. Dice il Moschini. A questo doge si deve la celebre conciliazione fra Alessandro 111 e Federico 1, che procurò tante onoranze alla repubblica dal Papa; che arricchì suoi fasti di gloriose memorie, che aperse vasto campo alla fantasia de’ pittori e de’poeli, e fece estimare religiosissimo il popolo veneziano. L’ Arte di verificare le date chiama favola il com-battimento navale, con Sigonio, Ini rollio, Muraiol i e Suini-Mare, i quali provano non esservi slata inai rottura Ira’vene- ziani e Federico I, e mollo meno guerra e battaglia pel Papa; e che il doge non impiegò se non buoni uffici per ristabilire la pace fra il Sacerdozio e l'impero, ed ebbe finalmente la ventura di riuscirvi. Prima di creare il nuovo doge si pensò ad una diversa forma d’elezione, forse consigliata dal Ziani ,cioè che il gran consiglio eleggesse ciascuno de’ quali nominasseroIo individui scelli dal ceto de’nobili e degli altri cittadini, ossia 4o in lutti, e questi eleggessero il doge per via di pallottole, e chi ne avesse 21,0 la maggioranza, quegli s’intendesse eletto doge. In tal forma si elesse il seguente.