6o4 mato il senato a progredire nelle sue innovazioni, con altre leggi soppresse non pochi conventi e monasteri, coinè deplorai.ne’precedenti §§a’loro luoghi. Riporta il n. 8248 del Diario di Roma del marzo 177 1, che il Papa volendo dare un attestato del suo paternoamore verso l’eccellenza dell’ambasciatore Erizzo, lo creò cavaliere aureato, alla presenza de’cardi-tiali veneti e di quelli ascritti al patriziato, oltre i prelati nazionali. La spada la cinse all’ambasciutore il contestabile Colonna, e gli speroni gl’impose il cav.Pfyffer capitano della guardia svizzera, in nome del Papa, dopo avergli questo posto al col- lo una ricca collana d’oro con medaglia eguale avente impresso Gesù in atto di portar la croce, e nel rovescio l’effigie pontificia. Nel medesimo giorno il Pontefice a mezzo di mg.rGiovanniLucca suo cameriere segreto e d’un maestro delle ceremonie pontificie gli mandò la collana d’ oro e il diploma del cavalierato, ricevendo il portatore in dono una mostra d’oro dall’ain-basciatore. Clemente XIV progredendo nella sua condotta, tutta diametralmente opposta a quella di Clemente XIIF, nel 1773 soppresse la compagnia di Gesù, Clic grande fu nelle ruine ancora. Avea pur fiorito nelle provincie venete e in Venezia, ivi pure lasciando di se quel buon odore di sue virtù e benemerenze, che, ripristinata per tutto il mondo, la fece dalle medesime provincie e città richiamare; gloriosa, per vantare, essere il solo ordine regolare, che soppresso venne ristabilito, sebbene da per tutto non restò estinta,conservandola Clemente XIV nella Russia e nella Prussia, per le vive i-stanzedi que'sovrani acattolici. Il barone Henrion,verostorico,ne tratta nella Storia universale della Chiesa dalla predicazione degli Apostoli fino al pontificato di Gregorio XVI, 1.11, p. 446 e seg. Fra le molle analoghe sue osservazioni riferirò le seguenti. Erano tali le angoscie da cui era lormentatoClementeXl V per sopprimere i gesuiti, che non osò elieltuare la distruzione loro con bolla solenne,gin. dicando che un semplice breve sarebbe più opportuno, poiché una bolla imputava il concistoro, per sentire il parere de’ cardinali couvocati, onde per evitar la probabile opposizione della parte maggiore e più retta del sagro collegio, diede al decreto la forma di breve, dopo a-ver chiamato a consiglio privalo la congregazione de’ cardinali Corsini, Casali Zelada, Caraffa e Marefoschi (co’ famosi prelati per segretari, Vincenzo Macedonio e Onofrio Aifaui. Altri cardinali av. versi a’gesuiti furono De Beruis e Malvezzi), che il Papa sapeva ligii alle corone coalizzate alla distruzione de’gesuiti, essendo esse a ciò strascinate da’Ioro ministri, influenzati da’filosofi miscredenti, da’giansenisti eda’neinici dell'altare e del trono, de’quali la compagnia di Gesù era fortissimo propugnacolo. I gesuiti innocenti e perseguitati crudelmente, non levarono la parola a’Iamenli, nè tolsero il velo delle passioni, che armale aveano contro di loro le potenze della terra: tutti sommessi invece al capo della Chiesa provarono essere figli non tralignati da’ padri, e la Società, inspiratrice ad essi di tanta rassegnazione, non meritevole del-l’incorsa generale proscrizione. Mirabile circostanza in quella grande catastrofe, che i gesuiti abbiano avuto un asilo presso sovrani eretici e scismatici, come sortiti a conservare le reliquie di questa milizia cristiana tanto terribile allo scisma e all’eresia. Clemente XIV avendo fatto violenza al suo animo per la lagritnevo-ledeterminazione, costretto da quella indicibile che a lui si fece da’ciechi sovrani, ne restò inconsolabile e pieno di rimorsi; amare afflizioni ed angustie atroci che lo tormentarono sino al terminedisua breve vita. » Non poteva ignorare essere la soppressione de’gesuiti un gravissimo danno all’educazione in Europa e alle lontane missioni , e un trionfo dell empietà, dell’eresia e del libertinaggio; pensiero incessante che gli agitava l’anima