Iniziato negli studi legali, servi quindi la patria nelle civili magistrature, e dedicatosi poscia per inclinazione alle anni, percorsi i vari gradi della marittima gerarchia in breve si distinse con segnalale imprese; il perchè venne elevato a capitano generale di mare, nel qual carico ricuperate le terre di Puglia, condottosi con lode a vantaggio della patria, questa lo guiderdonò esaltandolo a procuratore di s. Marco. Quanto era per maniere affabile e per costumi umanissimo, altrettanto fu d’ animo ferino, rigoroso osservatore della giustizia e inesorabile nell’amministrarla. Si narra da’cronisti, che trovandosi podestà a Padova, al lustro della cui università grandemente contribuì, confermò la giudiziaria sentenza, per cui era condannato al taglio ilei capo un suo figlio naturale, quantun ■ que grandemente lo amasse. Innamora- lo coslui di giovane donna avea ardito baciarla sulla pubblica via. Osserva il eh. Casoni biografo: » Questo trasporto, che oggi vieti forse qualificato come riprovevole licenza d’amore, non così riputa vasi in quell’età di esatti e severi costumi, ma si teneva invece per delitto massimo, per imperdonabile onta fatta al pudore ili vereconda donzella, che per tale alto rimaneva eternamente vituperata”.! non ordinari di lui talenti svilupparono la potenza loro, così nella romorosa attività della guerra, come nelle ponderate e serie pratiche della diplomazia. Eletto ambasciatore presso Papa Leone X e presso l'imperatore Massimiliano I, dimostrò ni quelle legazioni quanto valesse nella politica, e giunse ad ottenere quel supremo premio che Venezia serbava al più meritevole de’ suoi ottimati, eleggendolo a doge a’19 gennaio i53g. La necessità del continuo armamento consumava a questo tempo le forze della repubblica, esauriva tutte le fonti di ricchezza e di sussidii al pubblico erario. Fu a lungo disputato in senato sul modo di rinvenire nuovo denaro, mediante ituposizia- 345 ni, le quali discussioni finanziarie riferite dal prof. Romanin sono importanti, come quelle che dimostrano le vedute e-conomiche de’ veneziani a quel tempo. Erausi incamminate pratiche per pacificarsi col turco, favorite dall'ambasciatore francese Laforet, nominato Pietro Zen a Costantinopoli a dimostrare la dispiacenza della repubblica per gli occorsi avvenimenti, e sapendo non essere il sultano avverso alla tregua, fu incaricato trattarla pel più lungo termine possibile. Ma ammalatosi il Zen, nel giugno gli venne sostituito Tommaso Contarmi,notificandosi tutto all’imperatore. Già era-si ottenuta una tregua di 3 mesi, ma ii Barbarossa non si asteneva dal molestare le terre venete, trovando però buona resistenza a Cattal o dal rettore Gio. Matteo Bembo, ricompensato dalla repubblica con crearlo cavaliere dello speron d’oro,e con assegno mensile di 200 ducati a lui e suoi figli. Difficili riuscirono i maneggi col sultano per le sue esigenze, e l’ambasciatore fu licenzialo. Allora gli fu surrogato Alvise Badoer per una tregua generale e colle migliori condizioni possibili, ed il consiglio de’Dieci gli die’altre segrete istruzioni, cioè di sagrificare una parte per salvare il resto, colla cessione ancora di Napoli ili Romania e di Malvasia bramate dal turco. Il consiglio de’Dieci dagli ultimi 20 anni del secolo XV, era divenuto per la sua aggiunta in cui entravano i principali rappresentanti del governo, così potente, che le sue in-cumbcnze non più ristrette a quelle d’un tribunale criminale pe’ delitti contro la sicurezza pubblica e i buoni costumi, si erano estese di tanto ad abbracciare ne’ casi più gravi anche la politica esterna. Infatti avea in parte maneggiato la cessione di Cipro fatta dalla regina Cornal o alla repubblica, trattato gli affari ili Pi* sa, e tutte le faccende diplomatiche durante la guerra per la lega di Cambray. L’esperienzaaveaormai dimostrato l’impossibilità della segretezza tu un’assein-