65o spose: non potrei resistere che sole ventiquattro ore ! Sfrontata risposta, eli cui lu storia fece la debita giustizia. Quindi radunatasi nuovamente la sovrana assemblea a’ 4 mago10! doge Manin con voce tremula propose di gratificare ai voleri di Napoleone, e di condiscendere alle minaccievoli sue richieste , laonde fu stabilito.« Confermarsi a’deputati il pieno potere di convenire con Bonapar-te, e promettere iu nome della repubblica di Venezia tutto quello che fosse necessario in ogni argomento, anche uelle materie di costituzione e di governo, colla riserva soltanto della ratificazione per parte del consiglio sovrano; il che fu risoluto alla maggiorità di 704 voti, contro 10 o 12 iu bianco. Intanto per provare l’ingenuità de’suoi sentimenti,aderire il maggior consiglio alle richieste preliminari soddisfazioni. Ordinare perciò l’arresto de’3 inquisitori di stato, del comandante ilei castello del Lido e quel- lo della stazione eh’ ebbe parte nella motte di Laugier, e la liberazione di tutti i carcerali per opinioni politiche”. Così fu fitto interamente. E gl’ inquisitori Agostino Barbarigo, Caterino Cornaro e Angelo Maria Gabrielli, non che il comandante del Lido Pizzamano, e pare anche l’altro comandante subalterno, si costituirono spontaneamente in arresto nell' isola di s. Giorgio; e gli avogudori, che doveano farne rapporto al giudizio ilei gran consiglio ne cominciarono il processo. E fu allora che si fecero uscire dalle prigioni anche gl’ insorti di Brescia e altre città di Terraferma presi coll’arini iu mano. Premessi questi alti di vile , ma ormai d’indispensabile condiscendenza, nello stesso giorno Lallemant ebbe ordine di partire colla sua famiglia da Venezia, lasciandovi il segretario di legazione Villelard, e recandosi a Miiauo a raggiungere il generale in capo. Da quel momento il governo di Venezia rimase composto; 1del gran Cousiglio o Signoria, vale a dire il doge e suoi consiglieri, con diritto di convocare all’ occorrenia; 2.°di una Consulta permanente, cui era affidata l’amministrazione civile, non più raccogliendosi il senato, ed essendo scom-parso il consiglio de’ Dieci , ordinaria-riamente incaricato di vegliare alla pubblica sicurezza, non che l’autorità degli inquisitori di stato o tribunale supremo: i sei Savi che componevano la Consulta chiamavano a lor grado taluno de’ predecessori, per giovarli co’loro lumi per averavutoparte al ministero;3.°de’prov-veditori militari , che comandavano la forza armata. Quauto alle magistrature interne esse continuarono nelle loro finizioni. I deputati recatisi da Napoleone per aprire nuovi negoziati, sbalordirono quando quello 1’ 8 maggio fece pubblicare un manifesto, preparato in Palma Nova sin da’ 2 (dubito che la pubblica zionedel manifesto seguisse l’8 maggio, e sembrami fallo numerico e piuttosto doversi leggere 3 maggio,bensì emanato ¡11 Palma Nova; con questa lezione conerà regolarmente quanto devo riferire ), iu cui disse. » Che mentre 1' armata francese combattendo nelle gole della Stiria avea lasciato dietro di se i principali suoi stabilimenti e l’Italia, dove non rimaneva che un piccol numero di battaglioni, il governo veneto e-rasi approfittalo della settimana santa per armare 4°>000 contadini e distribuirli con io reggimenti ili schiavoni ad oggetto d’intercettare a’ francesi ogni sorta di comunicazioni. Vaniarsi apertamente gli udiziali, essere riserbato ai veneziani di verificare il proverbio, che l’Italia era la tomba de francesi. Molli militari ed altri individui francesi essere stali in alcuni luoghidel territorio veneto insultati ed anche trucidati. Viste pertanto queste cose, ingiungeva al ministro di Francia residente in Venezia di partire subito; ordinava agli agenti della repubblica veneta in Terraferma ili sgombrarla nel termine di 24ore; ed a’eoman-danti fraucesi di trattare come nemiche