cati effettivi,aggravata dagl'interessi d’un debito pubblico che saliva a circa quarantaquattro milioni di ducati effettivi, non dirà certamente che queste basi della sua potenza militare fossero minori della possibilità del paese. Al contrario dovrebbe dirsi, ch’esse erano di gran lun-maggiori di quanto potevano consentire gli ordinari suoi mezzi economici. Quindi è che per dar loro il necessario sviluppo , forza era ricorrere a straordinari provvedimenti pecuniari,aumentando, e non lievemente, ogni ramo di pubblico reddito diretto e indiretto, aprendo prestiti, eccitando offerte, ponendo mano ialine a tutti quegli spedienti, che vengono sempre giustificati, quando le pubbliche necessità sieno gravi e palesi. E la repubblica poteva tanto più facilmente ricorrervi con effetto, quanto era minore la gravità de’tributi ordinari che soleva esigere da’propri sudditi. Nondimeno un governo che ha per principio fondamentale della sua politica interna la mitezza delle pubbliche imposizioni d’o-gni maniera, non è inai che se ne allontani senza buone ed incontrastate ragioni. La repubblica, fortunatamente per essa , non avea d’ uopo di grandi forze a mantenere in fede le soggette provincie. Imperocché : dove è più spontanea l'ubbidienza de'sudditij ivi è maggiore la sapienza e la bontà de’goveruanti. Sentenza giustamente lanciala dal conte Dandolo contro di Lamartine, per le parole oltraggiose da lui pronunziate contro I antica repubblica veneta. Quindi per non aggravare la misura ordinaria de’ pubblici carichi, e mantenere al tempo stesso forze navali sufficienti alla protezione efficace del suo commercio marittimo, per li miglioramenti ch’eransi proposti a pubblico vantaggio, la repubblica negli ultimi anni di sua politica esistenza riduceva le forze terrestri al puro bisognevole per l’indispensabile servizio, ^fon disconosce tuttavolta l’autore, che la repubblica, in detta epoca, non fu uè più 663 imprevidente in politici, nè più stolidamente avara di quello che fosse allora, convenendo benissimo nell’antico detto: Si vispacent, para bcllum. Quindi nuovamente giustifica, anche con opportuni confronti, perchè la repubblica ricusò le leghe, non si armò, rimase neutrale in quella lotta di giganti, e si astenne da sceu-dere iu campo contro Francia vittoriosa di tante potenze; d’altronde a farle argine bastar dovendo le forze unitedegli austro-sardi, gli stati de’quali la separavano da quella fornace di rivoluzione.! fatti d’incontestabile storica verità che produce, la rapidità degli avvenimenti ed i suoi ragionamenti provano, egli crede: » che coloro i quali ferocemente accusano il contegno di quegli anni osservato dalla repubblica, o per ignoranza, o peggio ancora per iniquo artificio, confondono l’ordine degli avvenimenti, e tentano ingannare il giudizio de’posteri; a quel modo medesimo che l’inganna chi si studia rappresentarcela ne’suoi ultimi 5o anni sentina spaventevole d’ ogni più detestabile vizio. La guerra, sia essa suggellata dalla sconfitta o coronata dalla vittoria, è sempre un grande disastro; ed è appunto per questo che i governi savi e onesti non vi si cimentano mai se non costretti da una indeclinabile uecessità”. Nondimeno per le strepitose e molteplici vittorie e conquiste di Napoleone, che tutti sbalordirono, ogni risoluto partito era per conseguenza divenuto impossibile affatto a Venezia; nè altra alternativa restandole, fuor quella di temporeggiare, o di abbandonarsi interamente a’frauce-si, il impartito prevalse. Però non si rimase essa colle mani alla cintola, procurò con mezzi straordinari di rifornire in qualche modo 1’ erario, iu cui versò 3,3a i,o4o duca ti, conseguenza de’decre-ti delgiugooi7g6 e del marzo 1797, e ciò senza ricorrere a’que’più vigorosi partiti che avrebbero suscitati gl’interni clamori, e porto argomento a’francesi di affrettare il compimento de’disegni che au-