in breve seguito da Bergamo. Ma Gastone ili Fois eia Bologna corse ad assalire Brescia, e favorito da’francesi cb’eransi ritirati nella rocca, per cui disponeva di 12,000 e più combattenti, ad onta della più eroica difesa a palmo a palmo la ripre-se.Orribile fu la strage,tremendo il sacco, feroci le violenze e le profanazioni per due giorni; il Gritti cadde prigioniero. Vedendo il re di Francia contro di sè il Papa, ed i re di Spagna e d'Inghilterra, fece fare proposizioni vantaggiose a’veneziani, i quali risposero dover andare d’accordo co’collegati, ed a mezzo del Papa ottennero dall'imperatore la tregua di io mesi. Il perchè dal re fu raccomandato a Gastone di venire a qualche luminoso fatto, per cui si rivolse all’assedio di Ravenna col duca di Ferraraj e per aver il Cardona mancato di entrare nella città, si venne a quel memorando combattimento dell’11 aprile, in cui si pugnò disperatamente, vincendo i francesi; ma per l’accanimento della battaglia doverono piangere diversi prodi capitani e lo stesso Gastone. Il cardinal Medici legato dell’esercito, poi Leone X, fatto prigione, gli riuscì fuggire. Mal ridotte le truppe della lega, nel dì seguente Ravenna si arrese a’francesi, così I-mola, Forlì, Cesena, Rimini; onde il Papa intimorito inclinava alla pace se noi trattenevano i veneziani, rappresentandogli restare forze bastanti per sostenersi, ed esser ormai vicini e questa volta sicuri 20,000 svizzeri. Riconfortato Giu- lio II fece l’apertura del concilio di Late-rano V,e volle persistere nella guerra.Gli svizzeri unitisi nel Veronese colle genti veneziane, gl’ inglesi avendo fatto uno sbarco in Francia, in essa richiamate molle forze, la Patisse fu obbligato sguernire Bologna, e pericolando Milano concentrò le sue truppe da quella parte. Tornò allora il Trivulzi all’offerte di pace a Venezia, con promessa d’aiutarla a conquistare tutte le sue terre, eccettuate le conquistate da Francia, millantando 293 che il Papa presto sarebbe divenuto gen-tiluomodi Venezia, con far di questa una Roma, eh’è quanto dire si macchinava d’impadronirsi di essa e di tutto il suo stato; quindi doversi fare lega col re per la conservazione de’propri domimi, come prima, altrimenti,essendo il Papa mortale, si finirebbe con rivolgersi contro la signoria, l’imperatore e il versatile Ferdinando V. In vece degli spauracchi gratuitamente esposti dal Trivulzi, l’esercito pontificio e spagnuolo rifattosi, ripreseRimini,Cesena,Ravenna e minacciava Bologna, per l’acquisto della quale e di Ferrara i veneziani a’6 giugno i5i2 mandarono al Papa per ambasciatore Francesco Foscari promettendogli ogni soccorso. Nello stesso mese in concistoro Giulio li scomunicò il redi Francia, dopo la qual terribile sentenza seguirono grandi mutamenti e disturbi ne’suoi stati, in Lombardia e nella Liguria, e presto ne perdette la signoria. Frattanto il cardi-ual Schiuer o Sckeiner, che procurati gli svizzeri al Papa n’era il condottiere, sempre avanzava e prese Cremona d’accordo co’veneti. Bergamo alzò spontaneamente il vessillo di s. Marco, il Trivulzi vedendo l’impossibilità di sostenersi in Milano si ritirò in Piemonte, e vano tornava il divisamente del Patisse di difendersi in Pavia. Così la fortuna francese cadde del tutto in Italia, ma il carico delle spese della guerra era sostenuto interamente da Ila republica;per cui eccitò il Papa a conservarsi gli svizzeri pagandoli, viceversa tutto andrebbe in rovina. Continuando a prosperare la lega, Genova ribellò a Francia e ripristinò il suo doge nella persona di Giovanni Fregoso, ch’era stato fino allora al soldo veneto ; Milano alzò la bandiera di Massimiliano Sforza, figlio di Lodovico il Moro, aiutato dalla lega ; il Papa a mezzo del nipote Francesco Maria I, non solo riacquistò il suo, ma tornò ad aggiungere a’ propri stati Panna e Piacenza, oltre Reggio ; il duca di Ferrara, abbandona-