856 ni nel vescovato di Caorle, forse avendo rinunziato allo scisma, ed il Cappelletti ne dubita. Certo è, che dopo tal i.° vescovo di Caorle, sino all’875 non si conosce altro pastore, e in quell’anno sedeva il vescovo Leone, contro del quale Papa Giovanni sentenziò la scomunica, in pena di non esser intervenuto al concilio di Ravenna, a cui avealo invitato, indi presto fu assolto a istanza del doge Orso Partecipazio I. Nel io53 n’era vescovo Giovanni II, e nel 1074 Buono. De’suoi 62 vescovi, ne ricorderò alcuni. Pietro nell 127 fu al sinodo di Torcello. Domenico II, forse della caprulana famiglia Tomba, nell 172 era anche delegato apostolico. Rinaldo neh 247 consagrò l’altare maggiore della sua cattedrale , intitolata a s. Stefano protomartire, come dissi nel suoarticolo citalo. A Buono II del 1262, sepolto nell’atrio della cattedrale, fu scolpita nel gradino della porta maggiore iscrizione che lo censura: Non Bonus hic Bonus ... Paslor eral di-clu, secl Merccnarius adii etc. I canonici di Caorle eleggevano il proprio vescovo, ed esercitarono per 1’ ultima volta il diritto nel 1348 col francescano fr. Gerardo, poi rimosso nel 135o; elezione che cagionò dissapore colla s. Sede, per aversene riservato la nomina Clemeute VI, e nondimeno i canonici procederono all’elezione. Anzi il Cardinal Guidode Coulo-gne legato a Intere in Italia l’avea confermata, e il patriarca di Grado Andrea Dotto loavea pure consagrato. Appena il Papa n’ebbe notizia annullò l’elezione, dichiarando nel i35o vescovo di Caorle Bartolomeo o Bartolino. Successo a detto Papa Innocenzo VI, nel 1353 provvide fr. Gerardo colla sede di Civita (focse Città Nova in Istria). Nell368 Domenico IVd’Albania, poi arcivescovo di Zara. Nicolo II del 13g4, fu poi deposto verso il i4i 1 in pena d’aver abbandonato per 4 anni 1’ affidatogli gregge. Il veneto Pietro II Carli del 1473 fu benemerito per aver rifabbricato da’ fouda- menti ¡’episcopio, e cinto di muro in uno all’orto, e visse sino al i5i 3. Egidio Fai-retta o Falconetti di Cingoli, deli542, intervenne onorevolmente al concilio di Trento,perchè lodato dal Pallavicino come pio e dotto; indi nel 1563 trasferito a Certinoro. 11 successore//’. Giulio Su-perchio carmelitano consagrò in Venezia 4 chiese. Neli5g3 fr. Angelo III Casa-rino domenicano di Treviso, morì in patria nel 1600 e fu sepolto ¡11 s. Nicolò del suo ordine, con lapide che comincia colle sigle: M. M. HI. AI. M. Vengono spiegate: lìJortalis Monumenta Monent Metileni Moriendum. Chiudono l’epigrafe le sigle: S. S. S. S. S. Si spiegano : Suo Sumpto Sepulchrum Statuendum Slu-duit. Il successore fr. Lodovico de Grì-gis francescano riformato, fu encomiato per la sua fermezza uell’estirpare gli a busi e nel promuovere l’osservanza della disciplina ecclesiastica.Nel 1656fr.Pie-tro Martire Rusca conventuale, professore di teologia e vicario dell’inquisizione a Padova, ed inquisitore in Adria: visse sino al 1674c nel giro di tanto tempo vide radicalmente ristorata la cattedrale, la quale rifabbricata nelio38era ridotta al massimo deperimento, e la consagró al s. Titolare a’3o agosto 1665. In essa eresse un altare a s. Antonio di Padova, e v’istituì una mansioneria quotidiana, e due messe cantate ogni mese. Nel l6g8 il somasco Francesco Strada ino lì poco dopo la notizia di sua promozione, e nel 16gg il successore Giuseppe Sca-relia padovano morì prima d’esser consagrato, per cui erasi recato a Roma. Nel 170q Francesco Andrea Grassi chioggiotto, si rese benemerito per I’ amplia-zione dell’episcopio, e per aver migliorato i redditi della mensa, al che generosamente concorse il doge Alvise II Mo-cenigo e la città di Caorle. Nel 1718 da Zante vi fu trasferito fr. Gian-/ incalzo de Filippi servita,encomiato per pietà, dottrina e pastorale vigilanza; deposto nel sepolcro preparatosi nel mezzo