occupato ogni posto, non permise loro di accostarsi alla piazza, cui non meno dell'assalitore cominciava ad esser nemica la mancanza del necessario alimento; laonde dopo il rifiuto di molte proposizioni, vedendosi i turchi ridotti agli estremi, si arresero a’io agosto con onorevoli condizioni, cioè d’uscirne libera la guarnigione cogli abitanti, con quanto ciascuno potesse seco portare. In numero di circa looo ne partirono e sopra 3 vascelli vennero fedelmente trasportati alla Canea. A’12 il generale entrò nella piazza, dove trovò 72 pezzi di cannone, oltre a molta munizione da guerra, e lasciatovi a reggerla Vincenzo Gl'itti con presidio e provvigioni, ne partì. Scorse col grosso del-l’aruata una gran parte dell’Arcipelago in traccia della turca , che vergognosamente ne sfuggì l’incontro cou ascondersi ne’suoi porti. Non rimanendo al Cornaro per allora altro da tentare in que’ mari, scrisse ad Alessandro Molin provveditore generale della Dalmazia, ch’egli disegnava d’ attaccare la ragguardevole piazza della Vallona in Albania, acciocché potesse soccorrerlo di genti e di legni. Comparso l’i 1 settembre innanzi ad essa, ¡turchi vollero spaventarlo onde non ¡sbarcasse, facendosi vedere in nurne- 10 "■ 9>°°o sul lido, occupando i luoghi più opportuni allo sbarco. Ma i veneti senza lasciarsi imporre, sotto la buona direzione del generai Spaar, presero posto, e avanzandosi ordinatamente costrinsero il nemico a ritirarsi ne’borghi. Disceso a terra l’esercito, si divise in due punti, uno a bersagliare la piazza, l’altro marciò verso il campo turco in molta distanza, ma i nemici tosto fuggirono cele-lemente.Avanzandosi vigorosamente l'assedio, i turchi di notte abbandonata la 'icina e valida fortezza di Canina, subito 1 occuparono i veneti, e poco dopo e-spugnarono la Vallona, in ambedue trovandovi 1 3o pezzi di cannone e abbon-1 auli munizioni. Mentre il Cornaro disegnava I acquisto di Durazzo e dilatava 557 molto il dominio veneto nell’Albania,sorpreso da mortale febbre e fattosi ricondurre nella Vallona, vi morì dopo 9 giorni con universale rincrescimento. Segnalò quest’anno il valore veneziano, Daniele Delfino capitano straordinario delle navi, il quale neH’Arcipelago sostenne lungamente col solo suo legno, dal vento separato dalla flotta, l’incontro di 27 galee turche, benché per un colpo di cannone vi perdè la mano sinistra. Nè riuscì a'tur-chi d’impadronirsi del legno, per cui si ritirarono a Metelino,inseguiti dagli altri legni della flotta. Altri acquisti considerevoli li fecero i morlacchi nell’Albania, a’ quali il provveditore Molin aggiunse quello di Vergoratz, chiave della vicina provincia. Dall’altra parte gl’ imperiali nell’Ungheria e nella Croazia fecero considerabili acquisti, fra’quali Canissa, che mitigò il dolore di Leopoldo 1 per la morte succeduta in Lintz del valorosissimo e benemerito cognato Carlo V duca di Lorena, sottentrando nel comando il principe Luigi di Baden. Però i turchi ricuperarono Nissa e Belgrado. L’imperatore riconobbe competere a Vittore Amedeo li duca di Savoia i titoli di redi Cipro e di altezza reale, fino allora contrastati. III.” febbra'101691 d’81 anni morì Alessandro Vili, con gran dolore de’suoi veneziani, il Cardinal nipote erigendogli nella basilica Vaticana un sontuoso monumento di bronzo e marmo. Poco mancò che gli succedesse il concittadino b. Gregorio Cardinal Barbarigo, a proposizione del friulanocardinal Colloredo, che poi contribuì a’12 luglio all’elezione d’Innocenzo XII, il quale continuò all’imperatore e al re di Polonia i soccorsi per la guerra turchesca, ed i veneziani 1’ aiuto delle sue galee e di quelle di Malta, continuando la sagra lega. Nel mese precedente morto Solimano III, gli successe il fratello Achmet 11. Al Cornaro nel supremo comando dell’ annata fu surrogato Domenico Moceuigo, la cui prima risoluzione fu la distruzione di Canina, che