226 seguirvi il vostro capo... Noi lo abbiamo promesso al duca di Borgogna, promesso a’veneziani. Una formidabile flotta di Venezia ci accompagnerà, e signoreggerà il mare. 11 duca di Borgogna seco trarrà 1’ Occidente. Dal Settentrione il turco sarà incalzato dagli ungheresi e da’polacchi. I cristiani della Grecia solleverannosi , accorreranno al nostro campo. Gli albanesi, i serviani, gli epiro-li,allegrerannosidi vedere giunto il giorno della loro liberazione, e presenteran-noci la loro assistenza. E nell’Asia slessa saremo assecondati da’ nemici de’tur-chi, il Caramanoe il redi Persia. Infine il favore diviuo ci darà la vittoria. Per quanto è a me, non io vado a combattere. La debolezza del mio corpo e ’I sacerdozio, a cui non sì addice di maneggiare la spada, me ne devono distogliere. Adunque imiterò il santo patriarca Mosè, che sul monte pregava , mentre Israele contro gli ainalecìtì pugnava. Genuflesso sur una poppa di nave, o sulla cima d’un colle, avrommì davanti agli occhi la ss. Eucaristia, voi mi sarete a’ lati, e con umiliato e contrito cuore raccomanderemo a Dio la vittoria de’ nostri soldati ”. Dopo questi magnanimi sentimenti dell’eloquentissimo e dottissimo Pio 11, si tolga la taccia ingiustamente appostagli. AU’arrivo del Papa in Ancona, con sommo piacere trovò che la città avea ivi costruito e allestite nel porto, pronte ad ogni cenno, 4 grandi triremi apprivigionate compitamente; ma ciò che più lo sorprese fu l’incontro d’u-na galea elegantemente adorna, che con ruote e ordigni d’artificio meraviglioso, facevasi sdrucciolare, ascendendo per le vie della città, fornita di truppa e d’artiglieria che sparava i suoi cannoni. Riferisce inoltre il Peruzzi, giunta la flotta veneziana dii2 galee, Pio 11 si fece subito condurre a riva per vederla; e dopo averla percorsa col guardo, gemendo e piangendo proruppe in queste profetiche parole: » Sino a questo giorno una flotta era mancata alla mia navigazione: ora io manco oggimai alla flotta ”, Poiché a’mali che 1’ affliggevano , erasi aggiunta una tormentosa dissenteria; e-gli sentiva che poche ore gli rimanevano di vita, e vedeasi cólto dalla morte nel punto che voleva consagrar la vita al servigio della cristianità. Di recente scrisse il barone Reumont, Della diplomazia italiana, p. 123. » Pio 11 fu glorioso e straordinario anche nella morte che lo colse in Ancona, allorché con a-nimo maggiore alle forze disegnava porsi alla testa dell a crociata contro i turchi, vieppiù minacciosi dopo la caduta del greco impero”. Avendo 1’ intrepido Pontefice, resa l’anima a Dio a due ore di notte de’i4 agosto 1464» «iella mattina seguente il sagro collegio de’ cardinali mandò al doge annunziandogli il triste avvenimento, e attestandogli il suo dispiacere ch’egli si fosse mosso con grande incomodo da Venezia, e ora fosse sopravvenuto tanto funesto impedimento. 11 doge degnamente accolto dagli anconitani, era splendidamente alloggiato nell’abitazione de’ricchi e nobili Francesco e Girolamo Antiqui, i quali come figli d’ Elisabetta Contarmi aveano attinenza di sangue co’più qualificati senatori veneti. Avendo mostrato desiderio di conferire co’cardinali, fu da essa levato con grande onore. Montato su cavallo leardo, coperto di panno d’oro fino a terra, si recò all' episcopio ov’ era morto il Papa , accompagnandolo tutto il popolo accorso a vederlo. Entrato nel concistoro, fu messo a sedere presso il presidente, ch’era il cardinal Bessarione vescovo Tusculano (meglio decano, come leggo ne Conclavi de’ Pontefici Romani, storia attribuita al famoso contemporaneo ceremoniere Burcardo;e l’annalista Rinaldi dice che il doge si assise fra’ due ultimi cardinali preti, il che trovo più probabile, per la cognizione che ho di simili ceremoniali, riferiti in tanti luoghi), e parlò a’cardinali parole gravi e