458 mimiche e l'interdetto, come volle esprimersi l’annalista Muratori. Specialmente si distinsero in questo combattimeuto i due celebri porporati Em onio e Bellarmino (anche il Cardinal Ascanio Colonna fece un lungo e dottissimo volo stampato in Piotila nel 1606, ad onta che avesse scritto in favore della Monarchia di Sicilia). Forse ancora in alcuna di quelle scritture non comparve il vero nome degli autori. Nè qui si fermò il corsodi quest’impegno. Il Pontefice, o perchè cir-cuitoe istigato dai maneggi diSpagna, come provano anche netl’opere loro il cav. Mutinelli ed il ch.Romanin; o perché pensasse a voler dar braccio alle armi spirituali colle temporali, o perchè necredes-se bastante la sola apparenza , cominciò a far leva di gente, ed ebbe anche dalla corte di Spagna belle promesse (ma avverte il Novaes , che incamminavasi la grave differenza ad una dichiarata guerra fra la repubblica e la s. Sede), e realmente Filippo III re di Spagna offrì al Papa le truppe che avea nel suo ducato di Milano, promettendogli di ridurre i veneziani a domandargli misericordia, benché sotto mano li animasse e incoraggiasse a sostenere la causa comune della sovranità). Trovo nelCAmiani, /Memorie istoriche di Fano, t. 2, p. 25o,che nel 1606 si sospettò imminente guerra nello stato papale per l’interdetto contro la repubblica veneta, temendosi che l’impegno si sosterrebbe colle armi, giacché una lettera circolare della segreteria di stato di Roma avvisava di dover stare sulle armi tutte le città esposte nella spiaggia dell’ Adriatico. Le milizie di Romagna e delle città del Monte furono distribuite per la Marca e nelle fortezze ili Romagna. In Fano rimasero a quartiere due compagnie, e quando partirono restò a carico de’fanesi la difesa della spiaggia colle milizie urbane. Continuarono le disposizioni guerresche anche nel 1607, e tutto lo stalo si offrì con doni gratuiti al mantenimento delle milizie; la sola Mar- ca contribuì 60,000 scudi,e Fano 30 -Delle milizie ammassate, Paolo v! comando a suo fratello Francesco ft* ghese, dichi arandolo capitano generale s. Chiesa: la rocca di Fano fu visitata olla fortezza del baluardo, e ordinatealcu ne fortificazioni. I veneziani da per iut to arrotavano genie d’arme, e gii uai considerabile flotta corseggiava nell’ \. driatico, con aver di più spedile molu navi armate nel Po e nel lago di Gard*. Doveasi formar campo nella Roraa-n, dove si attendevano anche 4000 corsi inviati da Genova, e 3ooo svizzeri presiti soldo del Papa, oltre le altre truppccbe dal Milanese dovea mandare ilgovernj-tore conte di Fuenles d’ordine di Fili; po III. Perlochè i veneziani, continua Muratori, si diedero anch’essi a formn, un considerabile armamento, che nell’anno seguente, per quanto fu detto, arrivò a 12,000 fanti e 4000 cavalli, oltre alle ceroide (o ordinanze, milizie del contado, levate in proporzione alla popolazione al momento del bisogno, e allora soltanto ricevevano la paga. Erano da 25,oooo al più 3o,ooo, e costavano insieme colla cavalleria oltre a 100,000 du cali l’anno). Intanto i ministri del re Cattolico in apparenza, quelli del grandma Ferdinando I e d’altri principi, ma sopra gli altri que’del re di Francia Enn co IV, che professava una particolare a-micizia al senato veneto, si sbracciavano per trovar temperamento e fine a ipie-to scandaloso litigio, che potea Imbarilali dovero la pace d’Italia. Ancora i Borglie se parenti dei Papa, ascritti alla nobiltà veneziana sino dall’i t settembre i6o5, con molto piacere di Paolo V dichiarato già con affettuoso breve, fecero di t«1 to per procurare un accomodamelo Ma inutilmente, e per allora senxa sue-cesso. Sul principio dell’annoi6o7 ni altro si mirava in Italia, che disposi*" ni del Papa di prorompere iti una p aperta rottura colla repubblica di \ nezia, giacché questa si mostrava