po delle Tempeste, che perciò fin dal i4^3 Bartolomeo Diaz avea chiamalo di Buona Speranza, effettuando il passaggio arduo, contro la comune espeltazio-ne, Vasco de Gama nel 1497> ritornando poi in Lisbona carico di droghe, aromati e altre cose preziose; dinanzi quel vertice stesso, mezzo secolo pi ima delineato da’veneti cosmografi sugli antichi planisfèri tuttora esistenti, giacché fr. Mauro De avea mandata copia al re di Portogallo Alfonso V, da questi bramata per compiere il tanlo desiderato giro dell’A-frica, e nel cui mappamondo videsi per la 1 .* volta delineato il famoso e cosi temuto Capo delle Tempeste. Al giungere di questa nuova a Venezia, a’24 luglio! 5o 1, tutta la città se ne risentì grandemente e rimase stupefatta, e i più sapienti giustamente la tennero per lapeg-gior nuova che giunger potesse mai. Imperocché riconoscendosi essere Venezia pervenuta a sì alto grado di riputazione e di ricchezza solo pel commercio del maree per la navigazione, onde condu-cevasi ogni anno grande quantità di spezie, che i forestieri concorrevano poi ad acquistare, e per la presenza loro e per il traffico recavano utilità immensa; ora per questo nuovo viaggio le spezie sarebbero dall’Indie Orientali condotte a Lisbona, ove ungheresi,tedeschi,fiamminghi, francesi si recherebbero ad acquistarle, potendo colà averle a più buon mercato. E ciò perchè le spezie die venivano a Venezia, passavano per la Soria e pe’pae-si del soldano, pagando in ogni luogo e-sorbitanti dazi, onde al giunger loro a Venezia si trovavano esser aggravate di tanto, che quanto in origine valeva uu ducato erasi alzato fino a ducati 60 e anche 100. Dalle quali angarie andando e-sente il viaggio per mare , tie avveniva che il Portogallo poteva darle a molto minor prezzo. Intanto non tardarono n farsene sentire gli effetti nella notabile diminuzione delle vendite delle spezie. Per lo clic la repubblica uou lasciatalo 2 53 di tener d’occhio l’andamento di quel commercio portoghese, e vedendo che i viaggi a Calicut si replicavano animal-mentee con sempre maggiore vantaggio, stava sempre più incerta se accettare le proposte di Emanuele re di Portogallo. Ma oltreché poteva sembrare troppa u-milinzione il rendersi quasi tributai ia,essa che fino allora era stata regina de’nia-ri, perciò ritenendo che senza il suo concorso la corte di Lisbona non potesse conseguire il fine de’suoi desiderii sospirati per ben 70 anni; si aggiungeva che per quell’alleanza, avrebbesi inimicato il sol-dano e con grave pregiudizio del sequestro ch'egli avrebbe fatto de’ ricchissimi depositi veneziani al Cairo e con perico- lo inoltre delle persone stesse de’mercan-ti. Laonde preferì stringersi con esso in lega egli mandò un nuovo ambasciatore in Francesco Telili neli5o4con segretissima commissione, rappresentandogli tulli i danni che da quella nuova strada del commercio deriverebbero agli stessi suoi siati, per la perdila ile’ grossi dazi, e pel venir meno del tiaffico delle spezie dell’bidie Orientali. Avvertì l’ambasciatore, a badar bene die i portoghesi se ne impadronii ebbero alfatlo, nè pennellerebbero più ad alcun naviglio, che loro non fosse, di veleggiare in que’mari; nè contenti al commercio s’impadronirebbero anche delle terre, cosa che verrebbe loro agevolata dalle presenti discordie ili que’principi; già aver mostralo colla presa di Cochin, colle fortificazioni in vari punti erette, qual fosseil lorodivisamen-lo; provvedesse adunque mentre ancora era lempo; mandasse oratori a’ principi indiani per ¡stringere con loro palli e lega onde proibire il commercio a’porlo-ghesi; soccorresse all’uopo anche col l'armi. Ma dall’ Egitto ancora poco era a sperarsi, agitato dal cambiamento di dinastia. Alla repubblica dunque allora non rimaneva che ricorrere ad altri ti aitali e vedere se fosse possibile di dare per questi alle cose il miglior indirizzo che