mente 111 spedì un diploma di protezio* ne de’diritti alle decime dovute al vescovo di Castello in Costantinopoli, poiché tanto esso, quanto il patriarca di Grado, nveano diritto di decimare sopra alcuni luoghi dell’impero d’orieute, come in s. Giovanni d’ Acri oAccon. Avverte l’ab. Cappelletti, che sbagliò il Nerini nell’opera, De tempio ss. Bonifacii et A-lexii, nel dire che Marco fu nel i2o3in Roma alla consagrazione ili esso,celebrata da Papa Onorio III (epoca errata nella stampa, sì per essere sialo eletto quel Papa nel 1216, e sì perchè leggo nel Nerini eseguila la consagrazione nel 1217 domenica delle Palme,specialmente nominandosi nell’atto curii Veneto Archiepiscopo, che il Nerini dichiarò essere Marco), per aver trovato, che v’in-tervenne il veneto arcivescovo, quale non poteva essere che il patriarca di Grado Angelo Barozzi allora iu Roma. » Ed inoltre si noti, che allora la nostra città non si nominava per anco Venezia,ma Rialto,e che il vescovo si diceva Castellano e non Veneto ”. In fatti osservo nell’Ughelli, nel documento col quale il vescovo Marco,col suo capitolo, concesse nel 1 199 al sacerdote Domenico Franco, già religioso nel monastero di s. Andrea il’Aiumiano, due ¡solette, dagli antichi veneti dette tombe (nelle Laguue vi erano Falli e Palate, Veline, Cavane e Barene. A queste si aggiungevano Ghcbbi e Paludo, Dossi e Conche. Il pallido è sito più alto della barena. Il ghebbo fu anche misura, prima d’un piede e poi di un piede e mezzo. 1 Dossi maggiori sul-l'acque della Laguna, si dissero Tombe, come rilevai altrove ), acciò su di esse piantasse una chiesa (essa è l’isola della Certosa, di cui nel §XVIIl,n. 15) all’apostolo s. Andrea; uon solamente la data di Rivoalti, e la sottoscrizione del vescovo Dei gratta Castella/min Episcopio, ma quelle pure di Pietro Vitturi divina gratia Castelli Archici., di Leonardo Castell. Primiccrius, di Gio. Rosso 82 r prel>. Castell. Ecclesiae ac canonicus, di Matteo Jorzani diaconus Castell. Ec-cl., di Jacopodiacontts Castell. Eccles., di Marco subdiac. Castell. Eccl. , di Balduini presb. Cast. Eccl. Can., etc. Queste sottoscrizioni, con più ordine gerarchico e più usato vocabolo di canoni-co,egualmente nell’Ughelli,lo vedo nel di ploma,col quale nel 1220 il vescovo fece donativi al priore e monaci di s. Daniele. Il Cappelletti riporta un erudito documento, d’una ceremonia particolare, non trovata da lui ancora in altro luogo d’Italia. Benedetta vedova Gradenigo , raccomandò al tribuno Barozzi l’esazione di sue rendite a Costantinopoli e nella Romania, con ¡strumento di procura. Era questa ceremonia l’iudossumento della veste vedovile, la quale ricevè Benedetta dalle mani del vescovo Marco. Nel vescovato di questo, pel conquisto di Coslaulinopoli, furono trasferite a Venezia molte iusigni ss.Reliquie, che registrai ne’rispettivi siti, e il simile feci colle prodigiose ss. Immagini, pervenute in essa in diversi tempi. Non voglio qui tacere, che nell’Atlante Mariano del p. Gumppem berg gesuita, con giunte del sacerdote veronese Agostino Zanella, trovatisi descritti altri sagri tesori di Veuezia: le ss. immagini di Maria miracolose. Invecchiato il benemerito vescovo, otleu-ne nell’anno 1225 da Onorio III uu coadiutore, e raccomandata la scelta al patriarca di Grado e al vescovo di Torcello; ma nel mentre che essi lo cercavano, morì nell’auno stesso Marco e fu sepolto nella cattedrale.— Marco li Michel divenne nel 1225 vescovo 21).°, e giurò fedeltà e ubbidienzaal patriarca di Grado, come a suo metropolitauo a’G a-prile 1229; ritardo che non dee recar meraviglia, trovandosi pure in altri vescovi di questa, egualmente che di altre chiese suffraganee. Iu tale auuo a’ay a prile convocò il sinodo diocesano, per consultare il suo clero circa una quarta par le della decima de’morti, per sovvenire