quenza, die lanle volte celebrai, descrif te con ¡splendido elogio le virtù, la dot-trina, l’operato lodatissimo e le grandi benemerenze del cardinale camaldolese sublimato alla cattedra di s. Pietro, che meritamente gli aveano acquistato l’universale stima e rispetto, anche da penne straniere; lo commendò eziandio per la somma pietà, la fermezza, la semplicità, e la purezza di vita da lui costantemente mostrata; osservando , che se queste ragioni erano argomento d’universale e-sultatiza, altre ve n’erano peculiari e tutte proprie de’veneziani, per cui dovevano di preferenza a tutti rallegrarsene; poiché» nato nella vicina Belluno,aperse gli occhi, egualmente che noi, alla pura luce di questo veneto cielo, e veneziano poi perfettamente divenne, allorquando si e-lesse, com’egli sperava, a perpetuo soggiorno la prossima isola di s. Michele di Murano (e lo celebrai nel descriverla nel § XVIII, n.18), ove ravvolto nelle candide lane , e dello spirilo imbevuto del gran patriarca Benedetto, si educò fin d’al-lora, senza immaginarselo, all’alto uffizio, a cui serbavalo il cielo, e diede ben presto a conoscere che troppo augusto era il chiostro all’ampiezza del suo cuore e della sua mente. Nostro dunque dobbiamo riputarlo, perchè sorti con noi comune la nazione e la patria ; nostro perchè divise per molti anni con parecchi de’uo-stri il convitto, la scuola egli uffizi della vita religiosa e civile; nostro in fine, perchè quantunque assente da noi, e salito a sublimi dignità, ed attorniato da iunu-inerabili e gravissime cure, conservò sempre per noi, e per la nostra città, e per tutte le cose nostre una speciale affettuosa memoria. Eccitati pertanto da si giusti e forti motivi a promuovere una pubblica manifestazione del nostro giubilo, ed insieme alla nostra gratitudine verso Dio, che fece alla sua Chiesa il prezioso dono di tauto Pontefice” ordinò 3 giorni di festive dimostrazioni, di preci, di riugruziameuti, e per impetrare luuga 8% conservazione e superno aiuto al comune amorosissimo Padre. Questi poi a dare una solenne dimostrazione di paterno affetto alla s. Chiesa veneziana nel suo degnissimo pastore, a’29 luglio i 833 10 creò cardinale, gli rimise la Berretta cardinalizia per mezzo dell’dlustre veneto prelato Traversi, di cui nel § X, n. g (ed il quale dal Papa si chiamava,// piii grande amico che io abbia al mondo ; 11 che ripetè pure in presenza del Cardinal Ostini, e dell’illustre veneto commendatore Tadde oScarella, di cui nel § IX, n. 3. Degli splendidi elogi fatti a uig.r Traversi da Gregorio XVI, si potino vedere le Proposizioni concistoriali, colle quali egli lo dichiarò arcivescovo di Na-zianzo e poi patriarca di Costantinopoli), e conservo l’originale allocuzione che e-gli ablegato apostolico pronunziò in quella lieta occasione, che fece esultare Venezia ; e poi l’accolse in Roma con particolari onorifiche e amorevoli dimostrazioni, gl'impose il cappello cardinalizio e per Titolo gli conferì la chiesa dei ss. Nereo ed Achilleo, che Alessandro VI avea pur dato all’altro patriarca camaldolese Gerardo; e fra’doni gli die’ il prospetto e piazzale di quella chiesa, eseguito in e-legante musaico. Proponendomi, come cardinale, nelle Addizioni di scriverne la biografia,perchè alla sua morte la lettera M era già stampata, e pel non poco già detto di lui in quest’articolo, mi limiterò ad accennare, intralasciando di me-inorare quii uto fcceGregorio XVI pel capitolo patriarcale, per la basilica nel dono della Rosa d’oro, e altro, come già detto superiormente,alcun che del molto fatto dal Cardinal Monico. Nel 1834- fu rinnovato l'altare maggiore nella basilica metropolitana e patriarcale di s. Marco, e allora fu visitato di bel nuovo il s. Corpo, e più decentemente e più onorevol-meiise riposto nel seguente anno quando il patriarca ne consagrò l’altare. Allora fu collocata nella cassetta che lo contiene, la lamina di piombo cou muse le parole ri-