dtìsiastici c moltissimi cittadini, e nello stanze domestiche i sunnominati cardinali e senatore di Roma. Quarta giornata, sabato 18 maggio, l’io VI colle solite barche, col Cardinal Cornaro, consueti procuratori e accompagnamento, approdato alla Piazzetta e passando il cortile del palazzo ducale, si portò nella basilica di s. Marco, ricevuto dal cav. Eriz- 7.0 altro procuratore del la medesima.Quivi egli,appagata la sua divozione, animi* rò il magnifico tempio, tutte le preziose cose che lo rendono sorprendente,il tesoro allora ricchissimo; e dopo averne goduto il prospetto esterno e la meravigliosa sua vasta piazza, ritornato alle sue barche, s’indirizzò all’isola di s. Giorgio Maggiore. Ricevuto da vari vescovi eda’monaci benedettini del monastero, orò nella chiesa,con molta compiacenza visitò il grandioso monastero, e ammise al bacio del piede la religiosa comunità. Chi avesse allora detto a Pio VI, 5 mesi e 16 giorni dopo la tua morte gloriosa, iu cattività, quando gli empii oseranno sperare chiudersi con te la serie de’ Papi, in questo monastero, un cardinale monaco dello stesso ordine, un tuo concittadino e parente sarà eletto in tuo successore, e dalla sua loggia sarà annunzialo a tutto il inondo col medesimo tuo nome, Padre universale e sovrano degli stali che la prepotenza e la perfidia la più accanila li avrà usurpati ! Oh mirabili disposizioni della divina Provvidenza ! Oh imperscrutabili e arcani giudizi di Dio! In seguito passò d Papa a pregare e gustare il portentoso tempio del Redentore, ricevendo i cappuccini suoi custodi al bacio del piede ; non che a visitare la chiesa de’ss. Gerva-sio e Prolasio, ad islauza del procuratore Contarmi, siccome sua parrocchia, dando a baciare il piede a quel clero. Finalmente fu condotto a mirare la chiesa e la scuola di s. R.occo, le sue insigni pitture e altre preziose cose, e mentre ri-cevea il guardiano e i fratelli al divolo ' acio del piede, nel mezzo delle due pii- 6i5 me scale fu scoperta la marmorea iscrizione, che nel discenderle con grata sorpresa lesse, celebrante il compartito onore. Restituitosi alla sua residenza, nella sera appagava un gran numero di differenti persone bi amose di prostrarsi avanti di lui, a fargli omaggio di loro venerazione. Nella stessa sera nell’oratorio del pio luogo degl’incurabili, il procuratore Manin fece eseguire una stupenda cantata da6o zitelle di 4 differenti conservatoti!, tutte vestile uniformi: composizione del conte Gaspare Gozzi, musica del non rnen celebre Galoppi detto Bu-ranello. V’intervennero i cardinali Don-compagni e Cornaro, molti vescovi e prelati, i ministri delle corti straniere, tutla la nobiltà veneta in abito patrizio e le dame vestite di nero.Forsequesta ¿quella cantala, che il citato Cancellieri dice destinata al Papa per onorarlo, oltre una regata egualmente preparatagli, secondo il costumeusatocogli ospilisovrani. Quinta ediillimagiornata,domenica i gmaggio. Ricorrendo la solennità della Pentecoste, ad ore 13 il Papa calò nell’adiacentechiesa de’ss. Gio. e Paolo, col di lui seguito, ove celebrò il divin sagrifizio all’altare maggiore, servito dal Cardinal Doncoinpagni, tra la commozione religiosa del numeroso popolo; indi visitò la nobile cappella del ss. R.osario, e poi fece ritorno nelle sue camere, per attendere il tempo della messa solenne, alla quale avea stabilito assistere con tutta la formalità, coll’intervento del doge e signoria. Pertanto verso le ore l5 si portò il doge col senato,co’pealoni,in grandissima pompa, nella gran sala del Papa. E complimentatisi scambievolmente, discesero tutti nella sa grestia della chiesa, nella quale da’eardi-uali Cornaro e Doncompagni, in cappe rosse, Pio VI fu vestito degli abiti sagri pontificali e del triregno. Indi precedendo la Croce pontificia portata da mg.1 Domenico Nardini segretario delle lettere la-line, in cappa, seguita da’vescovi dello sta • to veneto colle loro cappe prelatizie, dal