governo: il nome di repubblica ridestare negli animi de’veneziani gloriose memorie; molti difetti avere avuto l’antico governo di s. Marco, ma che questi si correggerebbero da’nuovi governanti”. Isti-tuilo poi il nuovo governo nello stesso 23 marzo, questo proclamò, che il nome ili Repubblica Veneta non poteva por-lare ormai alcuna idea ambiziosa o municipale, che le provincie, le quali si sono dimostrate tanto coraggiosamente u minimi alla comune dignità, le provincie che a questa forma di governo aderiscono , faranno insieme una sola famiglia senza veruna disparità di vantaggi e di diritti, poiché eguali a tutti saranno i doveri, ed incomincieranno dall’inviare in giusta proporzione i loro deputati ciascuna a formare il proprio statuto; che aiutarsi fraternamente a vicenda, rispettare i diritti altrui, difendere i propri, tal era il fermo proponimento del governo; che l’esempio eh’esso dee porgere si è ipiello principalmente delle riforme sociali e morali, che importano più delle politiche assai, l’esempio della non sovvertitrice, ina giusta e religiosamente e-sercitata eguaglianza. Dalle dichiarazioni di Manin e dal successivo proclama governativo, v’era tutta la ragione per presumere che il nuovo governo repubblicano avrebbe toccalo l’eccellenza,quella per altro a cui può pervenire un governo di questo genere. Ma esso fu tale in effetto? Soggiunge l’autore: Noi semplici «positori di fatti, risponderemo colla sposizione di fatti. Dovevasi con un dispaccio richiamar la flotta, che allora trovavasi stanziata a Polo; un piroscafo trasportava a Trieste il governatore civile austriaco e parecchi altri individui del cessato governo; il governo veneto affidava al capitano di quel piroscafo il dispaccio di richiamo,eciòcostònientemeno chela perdita della flotta,percui a Venezia nuu restò altra forza marittima che una squadra navale. Erano restate in Venezia le truppe italiaue iu forza della capitola 777 zione, truppe sufficienti a formare il nucleo d’un nuovo esercito, um tutte si rimandarono alle case loro. Riguardo poi alle riforme morali e sociali di cui parla il proclama del nuovo governo, sono l'indicate nel seguente capo (tutto quanto l'operato nel 23 e nel 33 marzo, riferì la Gazzetta di Venezia, e riprodusse quella di Roma, massime l'articolo: Jl ì enti due Marzo! Vi è pure un manifesto di Mengaldo del s3, che ilice a-, vere il Cardinal patriarca annuito a riconoscere il seguilo rivolgimento politico; e che a mezzodì dovea iutuonare il solenne Te Dcuin in s. Marco» in rendimento di grazie al Signore per la nostra liberazione dalla servitù dello straniero ”. L’adesione delle provincie co’nomi de'deputati delle medesime che la fecero; ed il proclama del Governo provvisorio della Repubblica Veneta, di ringraziamento al popolo veneziano, perchè a un tratto sorgendosi mostròdegnodelsuono. me).—Ca po4- Ordinamento civile e politico. La bandiera della repubblica veneta venne stabilita di 3 colori, verde, bianca e rosso; il verde al bastone, il bianco nel mezzo, il rossopendente; in alto, in campo bianco fasciato da’3 colori, il Leone giallo. Co’3 colori comuni a tutte le bandiere d’itàlia si voleva professare l’unione italiana, il Leone poi era il simbolo speciale di una delle italiane famiglie. La coccarda nazionale si compose de’3 colori; cioè il verde nel centro, il rosso al di fuori, e il bianco nel mezzo de’due. Il governo delle provincie venete assunse il titolo di Magistrato politico, conservando esso e gli altri uffizi esistenti le abituali attribuzioni. S’instituì poi un Comitato di difesa composto di antichi militari per assistere il ministero e il governo nelle sue deliberazioni relative all’ordinamento delle forze militari e alla difesa del paese. Posteriormente gli fu sostituito il Comitato di guerra. 1 tribunali d’appello, di i." istanza, di commercio, il criminale e le preture conserva-