italiani c non italiani della marina austriaca da guerra, che hanno saputo me-filarle la stima e il rispetto dell’aUre nazioni marittime in più incontri , senza nominare altri valenti.Quanto a’costrut-lori navali, furono anche in questo esagerate le accuse; ciò ch’era vero in gran jiarte al principiar del secolo XVIII, ed anche dopo la sua metà, non lo era più „egli ultimi 20 anni della vita dalla repubblica vissuta. La Scuola di sludi matematici, teorici e pratici, con ispecia-le applicazione alle cose navali, l’anno 1774 aperta nell’Arsenale sotto la dire-zionedel valoroso prete veneziano Giammaria Maffioletti, della quale l’autore discorre più a lungo ne’libri seguenti, avea già comincialo a dare i suoi frutti; e n’e-ranogià usciti, fra gli altri, il lodato colonnello Salvini, e il tenente colonnello Giuseppe Moro che a lui successe nella direzione del genio marittimo, e il vivente più che ottuagenario generale maggiore Giuseppe Paresi,che pur tenne per anni molti la stessa carica. Secondo il piano poi esibito a’ 26 aprile 1729 dal maresciallo conte Schoulembourg, approvato dal senato, l’esercito stanziale componevasi in leoipo di pace nel modo seguente. In-lanteria. Dodici reggimenti italiani forti ognuno di 800 uomini divisi in 1 o compagnie, 9,600. Quattro reggimenti presidiali, che prendevano il nome dalle città di Padova, Rovigo, Verona e Brescia, di 1000 uomini ognuno, diviso io 10 compagnie , 4,000. Dieci reggimenti nazionali , cioè schiavoni, di 4°° uomini o-gnuno, ripartiti in 10 compagnie, 4,000. Tre compagnie di 80 uomini ciascuna, formanti il presidio della fortezza di Palmanuova , 240. Cinque compagnie di greci, di 60 uomini ognuna, formanti il presidio delle piccole piazze di Pre-vesa, Voniza e Butiutrò sulla costa d’E-piro , 3oo. Tre compagnie di benemeriti (veterani) di 120 uomini ognuna, j6o. Cavalleria. Un reggimento di corazzieri, 6 compagnie di 5o uomini 0- 661 gnuna, 3oo. Un reggimenfodi dragoni di simil forza egualmente ripartito, 3oo.Dùe reggimenti croati, egualmente composti, 600. Un reggimento di cimariotti, cioè albanesi, diviso in 10 compagnie di 4° uomini ciascuna, 4oo. Artiglieria. Due compagnie di 100 uomini ognuna, 200. Genio. Due compagnie di minatori di 4° uomini, 80. Due compagnie di travagliatori di 4o uomini, 80. Totalità 20,460 uomini. Giusta il piano stesso, queste forze erano così ripartite nelle varie provincie dello stato. Nell’isole Jonie e nelle piazze d’Epiro, 8,940. Nella Dalmazia e nell’ Albania 5,58o. A s. Nicolò di Lido 800. Nelle provincie di Terra ferma, sotto la quale denominazione comprendevasi anche l’Istria, 5, i4o. Torna la somma di 20,460 uomini. Questo piano però col progredire del secolo avea subito una qualche modificazione. Nel 1780 erasi creato un corpo di bombardieri di circa 5oo uomini; e nel 1790 due nuovi reggimenti che assumevano i numeri progressivi! 3 e 14, ognuno d’8oo uomini, aggiungevansi all’infanteria italiana; per cui il totale dell’esercito permanente a-vrebbe dovuto salire a 22,56o soldati;senza comprendervi lelancie spezzategli alabardieri ed i carabinieri;i (piali non erano in sostanza se non guardie d’onore di alcune pii marie cariche esterne,sì civili e sì militari,ma che pur facevano un servizioche altrimenti avrebbe dovuto prestarsi da’ soldati. Il materiale poi dell’artiglieria, senza tenercontodi quello distribuito nel* le piazze dell’lstria, della Dalmazia e dell’Albania, constava al cader della repubblica di non meno che 9,761 bocche da fuoco di vario calibro; delle quali 4,442 erano in bronzo,e5,319 in ferro.Di tutta quest’artiglieria, 5,293 pezzi custodi-vansi ne’parchi dell’Arsenale di Venezia. Gli altri 4,468 erano invece distribuiti nelle fortificazioni di Venezia stessa, nelle piazze della Terraferma e della Jonia, e suH’armata navale, come può vedersi ncH’encoraiata opera, Vinezia c le sue