deve cessare ; che il numero de’ poveri può gradatamente diminuirsi, e devesi poi con ogni mezzo impedire che si aumenti ; che riforme consentanee all’esigenza del tempo e dell’odierna civiltà sono reclamate da vari degli istituti pii, i quali fanno testimonianza dell’antica religione e della tuttor viva carità de’veneziani; che infine la distribuzione de’soccorsi della pubblica beneficenza,e l’amministrazione delle sue rendite deggiono essere sistemate e regolate in modo, che la prima corrisponda veramente al fine santissimo, cui è destinata, e la seconda abbia per risultato la conservazione integrale e il ragionevole incremento del sagro patrimonio del povero. Sopra questi interessantissimi oggetti, per quanto ci fu dato di poter da buona fonte rilevare, l'amato nostro principe governatore generale, che di tuttocìò che ci riguarda personalmente si occupa e s’informa, sta per emanare efficaci provvedimenti. Noi ci proponiamo d’intrattenerne in una serie di successivi articoli i nostri lettori: e ci studieremo di farne chiararaenteco-noscere lo scopo e l’importanza,ad istruzione e conforto non solo delle classi bisognose, ma della città tutta, la quale a-vrà in ciò una prova novella dell’alfetto e della bontà del principe eccelso, che fece ogni studio particolare e profondo sull’argomento della pubblica beneficenza in questa a lui cara Venezia”. In fatti, avendo il lodato conte I’embocompilata la sua bell’opera per procurare la minorazione e insieme la ben regolata assistenza de’poveri, ne precedeva di poco la sua pubblicazioue il beneficentissimo decreto e le sapienti istruzioni de’^gennaio i85g, dell’ottiroo arciduca governatore, il quale provvide paternamente a ciò che tutte le ampie e varie risorse della pubblica beneficenza in Venezia,siano dirette ad uno scopo di provvedimento a tutto, che sia dedotto dalle massime fondamentali, che vennero dal medesimo principe tracciate, e demandate perla più P. II. 865 calcola ta e pronta attuazione ad un’apposita Direzione Centrale, da cui immediatamente dipendano tutti gl’istituti di beneficenza in Venezia. — Terminerò quest’articolo lietamente,con riferire,che restata vacante la sede vescovile d’Adria, con residenza del vescovo a Rovigo, per morte del pastore in taIe2.°articolo nominato, nel concistorode’27 settembre 1858 il Papa Pio IX. ne preconizzò nuovo vescovo il nobile veneto mg.r Camillo de’ conti Benzon canonico teologo del capitolo patriarcale di Venezia, e nella medesima città consigliere del tribunale matrimoniale e della pia società della s. Infanzia, direttore dell’oratorio dellaB. Vergine Addolorata de’figli della Carità superiore della pia casa de’catecumeni nel riparto femminile, e professore nel seminario patriarcale di lingua ebraica, archeologia biblica, esegesi sul vecchio e nuovo Testamento, lingua greca, ermeneutica e pedagogia; nella proposizione concistoriale encomiandolo il Pontefice per doctrina, gravitate, prudentia, inorimi honeslate, rerunique uso praeditus ec. Dispensato dal recarsi in lìoma,il suo metropolitano rag/ Piainazzotti patriarca di Venezia a’24 febbraio 1859gli conferì l’episcopale consagiazione nel tempio di s. Maria della Salute; funzione che riuscì con tanto maggior pompa e lustro, quanto più era letizia comune che l’onor della mitra e del pastorale tornasse a coronare e fregiare nel consagrato il decoro del veneto patriziato, cui egli appartiene, e che da circa mezzo secolo era rimasto privo di questa cospicua onorificenza, che un tempo dalle case patrizie venete era raggiunta assai di frequente,come narrai superiormente e nelle serie de’vescovi degli antichi domini i veneti.—Per ultimo mi resta a dire, collo Stato personale, la Curia patriarcale formarsi del vicario generale; de\ referente tutti gli affari di giurisdizione onoraria e contenziosa, ed è incaricalo nelle cause sì della diocesi, che portate in appello dalle provincie, 56