a Giulio II, non ¡sfuggì alla signoria anconitana d’insistere presso eli esso •> per quella sicurezza della navigazione delle sue navi, che pareva più opportuna stimarsi dalla premurosa vigilanza del loro sovrano verso i suoi sudditi”. Onde ottennero gli anconitani, che nel trattato di pace fosse inserito l’articolo, che i veneziani si obbligassero di lasciar libera la navigazione a tutti i sudditi dellaChie-sa, colle loro navi e merci, non solo per tutto 1’ Adriatico, ma per tutti i mari, fiumi e laghi, senza alcun pagamento di gabella, eziandio sotto pretesto di custodia del mar#, e di non pretendere la visita delle suddette navi per verificare se vi fossero robe d’altri non sudditi della medesima Chiesa). In fine, quando di fare tutlociò acconsentisse la repubblica, egli l’aiuterebbe a ricuperare tutto il suo e più ancora ; raccomandavate il marchese di Mantova, essendo lo stato suo molto utile a cacciare iharlari dallJ/-talia, e lo scusasse di quanto era stato costretto a fare dal re di Francia ; non vorrebbe che i veneziani dessero molestia di guerra al duca di Ferrara, che potrebbe eziandio essere utile in questa bisogna. Rispose l’oratore che delle cose passate non era suo ufficio giustificare il suo governo ; vescovi non facevansi in senato, ma solo proponevansi e si raccomandavano per l’elezione a Sua Santità ; esser noto quanto il duca di Ferrara avesse operalo contro la repubblica , tuttavia farebbesi il possibile per contentare il Papa. li così da lui con destre parole schermendosi, il Corner si licenziò e ri-patriò. A’5 novembre (o meglio dicern* bre) scriveva ¡1 Cardinal Grimani da Roma al senato, che ¡1 Papa vedendo l’ostinazione veneziana era più infuriato che mai, ed avea licenziato tutti gli oratori della repubblica, e per certo non leverebbe la scomunica temendo specialmente l’imperatore. Continuando sempre la repubblica nel pensiero di pacificar Cesare, si rivolse con promesse al suo uii- 287 nistro per le cose d'Italia, Langio vescovo di Gurk poi cardinale,che avea avuto gran parte nella lega di Cambray, quando pervenisse a far concludere l’alleanza con esso; in pari tempo muoveva al riacquisto di Vicenza, e combattendo vivamente nel Polesine lo ricuperò, danneggiando il Trevisan colla flottiglia in altri modi il duca di Ferrara, e Mar* c’Antonio Contarmi saccheggiando Co-macchio, ma per l’infelice esito del Tre-visau fu confinato 3 anni a Portogrnaro. Più di tutto slava a cuore della repubblica la riconciliazione col Papa,e rispondendo alle pretensioni da questo esternate al Corner, scriveva al suo oratore in Roma di giustificare e scusare la pio-pria condotta : non aver cogli anconitani che alcuni patti di commercio ; circa poi al golfose non si trattasse d’altro che di una particolare utilità, facil cosa sarebbe soddisfarea’desiderii del Papa, ma trattandosi d’ una giurisdizione goduta da tante età con buona grazia de’ Pii pi suoi antecessori, e con permesso di tutti i re e signori che hanno stati su di quello, giurisdizione acquistata e mantenuta a commi beneficio della cristianità con lauta spesa ed effusione di sangue, non ve-deasi perchè ora si dovesse l inunziarvi ; considerasse il Papa che sarebbe un dar campo a entrarvi anche il turco, e non badasse alle ricerche del duca di Ferrara inquieto e ostile vicino; tuttavia il senato era disposto a concedere che i sudditi papali potessero liberamente navigare nel golfo colle loro robe e mercanzie seri-z’alcun impedimento, e che (pianto al vis-domino di Ferrara, che il Papa non voleva più concedere a’ veneziani, si camberebbe il nome in quello di console, rimanendo eguale l’autorità e ferme le antiche leggi e convenzioni. La pratica fu condotta a lungo e a tutto finalmente si piegò la repubblica desidei osa di ridurre il Papa a 1 ¡tirarsi dalla lega e stringerla con essa, onde a’ 15 febbraio 1 51 fidava a’ suoi oratori facoltà di concludere