Successi vamen te il genio malefico il istruì • Iure, iu breve giganteggiò in Venezia, nel modo tante volte lagrimato con ¡sdegno. Il doiniuio francese in Italia, ormai avea suscitato contro di se lo spirito pubblico, essendo per lo più i conquistatori detestati da’popoli vinti. L’Austria vieppiù divenuta gelosa della crescente colossale potenza di Napoleone I, che avea dato il regno di Spagua al fratello Giuseppe, e quello di Napoli al cognato Murat, si armò poderosamente nel 1808, onde Napoleone I se ne lagnò acremente e fece marciare truppe in Germania* benché l’imperatore Francesco I pel suo ambasciatore Mettermeli avesse dichiarato a Parigi uell’agosto non volersi che difendere; ina poi nel segueuteanno 1809 pubblicò un manifesto contro le operazioni della Francia, e fece maneggi per sottrarre dal suo dominio la Germania settentrionale, l'Olanda e l’Italia. Indi gli austriaci si avanzarono a’ 9 aprile sulle offese, con invadere, l'arciduca Carlo, la Baviera ; ma Napoleone I vinse gli austriaci a Landsut, ad Eckmùhl ed a Ra-tisbona, e prese Vienna; ma passato il Danubio dall’arciduca Carlo, lo vinse a Esling o Gross-Aspern. Nel detto giorno 9 aprile l’arciduca Gio. Battista passalo l’Isonzo si avanzò nel Friuli, con numerosi corpi di cavalleria,ponendo l’assedio a Palmanova ed Osopo. Il viceré Eugenio trovavasi iu Udine, senz’avere adunata la sua armata,onde si ritirò per concentrarla sostenendo vari combattimenti, a Pordenone il i5 perdendo un distaccamento francese fatto prigioniero. Intauto colle sue divisioni unite credette poter presentare battaglia agli austriaci e tentare di arrestare i movimenti offensivi, mentre era di già pervenuto a prendere posizione sulla Voncel. Adunque nella mattina de’ 16 schierò presso Sa-cile le divisioni di Grenier e di Barbou nel centro,Seras e Severoli all’ala destra, Broussier alla sinistra, e tenne in riserva la cavalleria di Sahuc con qualche squa- 749 drone della guardia italiana. Si combattè per 6 ore con eguale coraggio e fortuna, nelle pianure di Fontanafredda fra Pordenone e Sacile, grave e sanguinosa pugna; ma in fine gli austriaci superiori in numero e specialmente in cavalleria, minacciarono di circondare l’ala sinistra del viceré, ed alloraquesti dovette cedere, e alle 3 pomeridiane ordinò la ritirata su Sacile. La cavalleria di Sahuc fu disfatta; e Broussier sostenne con difficoltà la ritirata. La sola notte mise fine alla battaglia, che fu disastrosa pe’ francesi e italiani, avendovi essi perduto più di 2,000 uomini : tra’ feriti vi furono i generali francesi Garreau e Teste. Dopo questo disastro il viceré, obbligato a piegare e a ritirarsi, mandò il generai Barbou con sufficiente presidio a Venezia, e ritirossi a Caldiero sull’Adige, dovegiuu-se a'22 aprile. Radunòquivi tuttele truppe disponibili del regno Italico, e fu rafforzato dalle divisioni francesi di Rusca e Durutte.Napoleone 1 gli spedi per appoggio o consiglieri Macdonald e Luigi Baraguay d’Iiilliers generali d’antica riputazione. Allora egli die’un nuovo ordinamento aH’armata ; e inentredava queste disposizioni sull’Adige,avendo gli austriaci invasoiivenezianojcioè ¡(Trevigiano, il Padovano e parte del Vicentino,succedevano diversi combattimenti sotto le piazze assediate, especialmente presso Venezia, dove da qualche tempo il governo attendeva a fortificare le Lagune con 8 forti e 97 fortini. A’23 aprile l’arciduca Giovanni assaltò con molte truppe uno di questi forti costruito a Malghera,e ne fu respinto con perdila di diverse centinaia d’uomini. Intanto occupò Padova e Vicenza, e poi si recò sull’Alpone presso Caldiero. Nel tempo stessoattesero gli austriaci a spargere proclami per indurre gl'italiani a rivolgersi contro i francesi,ma non produssero molto effetto. Dappoiché attesa la disfatta della principale armata austriaca iu Germania, l’arciduca Giovanni ebbe ordine di retrocedere,