eoa applicargli pure grossa quantità di de* ,in g,j raccolti per l’ospedale di Corfù. Bea «pe«a Gregorio XIII a che termine orile armi e coll’autorità ecclesiastica foste data alti* volta ridotta la repubblica, t folca che ¡1 travagliarla sarebbe ora ph beile che mai; ma non volle ciò fare, giudicando più convenevole di rimetto« riogiurie, che il vendicarle, massime am evidente pericolo della salute comu-k. la Roma si vide strano e stiavagan-it l'operato da’veneziani, la dimentican- ■ e il dispregio della stipulata dianzi reiterata lega e con solenne giuramento. Prr la qual cosa i romani lacerarono il •aaie veneziano con tanta petulanza, che J Tiepolo, non reputando sicura la sua pcisooa, si chiuse nel proprio palazzo, e irtelo prendiate da armati, sebbene molti «gaort ben alletti alla repubblica pronti te gli esibissero a difendere la dignità * l'onore di està. Tornato in patria, ebbe la veste procuratoria di *. Marco de titra. Lo stesso popolo veneziano che conosceva la condizione della cosa pubUw* motti a »ascile scontento: ma gli ■omini di piò sano e maturo giudizio, i fmli coll’esperienza delle cose passate mi-wrivano i futuri successi, costantemente »Perniavano, meritare l'operazione del* U pace co’turchi laude o almeno giusta l cosi consigliando la ragione di sta-!»e la prudenza civile per la conserva* "••e della repubblica, unico rimedio •minacciati pericoli. Quindi il senato a-ogni mezzo per giustificarsi, a latitilo inviando al Papa ambasciatore * » licenziò con indizio d’annuo beni- 3 99 gno e placato; non però gli continuò le decime, da cui era angustiato il clero, essendo terminala la guerra. La repubblica in pari lempo mandò Andrea Hadner quale ambasciatore straordinario a congratularsi con Selim II della conclusa pace; e la repubblica dopo \ anni di tanti e ti gravi avvenimenti potè alfine respirare e volgere la sua attenzione al riordinamento,tanto necessario, delle cose interne, riparando ad alcune sale arse nel palazzo ducale e ad una cupola del vi* cino tempio nel 1574- Laonde principale sua cura fu il rialzare il commercio, la navigazione, l’industrie nazionali con pre-mii, incoraggiamenti eordini parte buoni, parte cattivi, poiché favorevoli al monopolio, ma conformi al sistema proibitivo allora generale, come rileva lo storico prof. Romania. Ed aggiunge: Tuttavia ad onta delle lunghe guerre, dell'in-terruzioni de’li affici,delle perdile di ler-ritorii, tanta era aque’lempi l’operosità veneziana , che le piaghe ben presto si rimarginarono, e le private e pubbliche ricchezze si spiegavano nelle solenni occasioni meravigliosamente. — Una di queste fu la venuta di Enrico III, in compagnia di Luigi Gonzaga duca di Nevers, che per morte del fratello Carlo IX, re di Francia, a quel trono recavasi lasciando I' altro di Polonia. La celebrerò col cav. Mulinelli e col prof. Romania, ili.* de'quali riprodusseancora: L'istoria della publica et famosa entrata in Vinegia del Serenissimo Enrico HI re di Francia et Polonia; con la descrizione particolare della pompa, e del numero et varietà delli brigantini, et altri vascelli armati, con la dichiarazione dell'edificio et arcofatto al Lido.Composta nuovamente per Marsilio della Croce. In Vinegiai574- Le particolarità di queste feste, dice il Mulinelli, aveile pure ricavate dal Sansovtno, Venetia città nobilissima et singolare. Incontrato il reai confine da 4 senatori, festeggiato da tutti i popoli e da tutti i magistrali, lungo lut-