ca fratello, reduce dall’aver co’suoi alleati vìnto l’ultimo tentativo fatto da Napoleone a Vaterloo, per la i." volta onorò di sua presenza il veneto territorio, giungendo a Bassano la sera de’ 29 ottobre 1815 coll’imperatrice Maria Luigia d’E-ste, fra le festevoli dimostrazioni di quel-l’ameno paese, saggio delle maggiori con cui Venezia l’onorò. Penetrata questa dal più vivo entusiasmo , esultante l’incontrò a’3 1 ottobre a Lizza-Fusina,e perla Laguna con treno di splendidissime peo-te e bissone, seguito dagli arciduchi Fer-dittando Ili granducadiToscana e Francesco IV duca di Modena, e Ferdinando e Massimiliano suoi fratelli, come pure dal celebre e benemerito principe Clemente Lotario di Mettermeli, oltre altri eminenti personaggi. L’augusto volle conoscere i bisogni tutti de’ nuovi sudditi, visitò gli edilizi più cospicui, e tra’festeg-giamenti de’giubilanti veneziani,ricorderò la cuccagna sulla piazza di s. Marco, il notturno corso di barche nel Canal grande, la regata, ed un magnifico ballo mascherato nel teatro della Fenice (nel quale l’imperatore e l’imperatrice volendo onorare l’antico uso veneziano di mascherarsi, presentavasi ili.0 in tabarro e bauta, la 2." in vesta e zendà). Per la i.a volta s’illuminò a disegno,seguendo l’or-dinearchitettonico delle meravigliose fabbriche , la piazza di s. Marco; si addobbarono sontuosamente le botteghe della Merceria; altro festino fu ripetuto nella sala de’banchetli del palazzo ducale; si vararono il Cesare e [’Augusta, vascel- lo il i.° di 74 cannoni, fregata la 2.* A-vendo l’imperatore ricuperalo i tesori d’urte e di scienze involati da’ repubblicani francesi, volle che alla sua presenza si restituissero i 4 famosi cavalli di bronzo al sito loro, nel dì anniversario del rapimento a’ 13 dicembre, con grandissima festa e grida di pubblica gioia. Partì 5 giorni appresso per Padova, accoltovi in trionfo, e dalle veneto provin-cie si condusse alle lombarde per Le- 7-% gnago. Nel 1816 le città di Venezia, Verona, Vicenza, Padova, Udine e Treviso furono ciascuna decorate col titolo di Regie, col diritto d’aver ognuua un rappresentante presso il collegio centrale da istituirsi a Venezia, ed un altro da stabilirsi in ogni città principale di provincia, iti conseguenza della surriferita disposizione. Nello stesso tempo abolita l’italica denominazione di dipartimenti, si riassunse da’paesi veneti I’ antica di provincie, ripartite nelle seguenti 8: Venezia, Padova, Polesine, Verona, Vicenza, Treviso, Belluno, Friuli. Regie pur si dissero le città di Rovigo, di Belluno, di Bassano. Ogni provincia fu divisa in distretti e quella di Venezia in 8, cioè Venezia, Mestre, Dolo, Chioggia, Loreo, Ariano, s. Donà, Portogruaro. In altra forma si ordinarono i municipii , retto quello di Venezia da un podestà con 6 assessori. Fatto il novero degli abitanti delle provincie venete sommarono ad i ,870,706. Si accrebbero notabilmente in progresso a segno, che nel § XVI, n. 1, parlando delle statistiche, potei registrare^,32 r,521> abitanti. licite mostra floridezza e benessere, nonostante i rapiti dal terribile morbo cholera. Mantenute finalmente o modificate le leggi relative al pubblico insegnamento, erano conservate quelle che miravano allo studio delle belle arti. In questa guisa dopo 20 anni di sovvertimenti e di guerre continue, si giudicò opportuno di promuovere efficacemente, oltre le belle arti, anche le necessarie con incoraggiamenti e premi. L'imperatore tornato nelle provincie venete, restò afflitto in Verona per la pianta perdita dell’imperatrice Maria Luigia d’Este, avvenuta a*7 aprilei8i6, onde senza pompa riparava in Venezia accompagnato dalla figlia Maria Luigia moglie di Napoleone rilegato a s. Eletta (di cut nel voi. XXX V, p. 120), e ristrettosi in Dio piamente assistè in s. Marco alle commoventi cere-atonie della settimana santa. Finite le feste di Pasqua e rinfrancatosi alquanto l’a*