li mi ca ili Costantinopoli in prtrlibus e legalo a Intere per la crociai,! contro i turchi), era uno de’4 patriarchi aventi facoltà di convocare concilio (è vietato it celebrare alcun Concilio o Smodo generale senza 1’autor ita del Papa, perciò con quella di s. Silvestro I si celebrò nel 325quello di Nicea, che fu il i.° Ecumenico j spetta al Papa l'approvarlo. Tanta autorità hanno i concilii , quanta ne ricevono dalla s. Sede. Si ponno vedere i ricordati articoli, ed i relativi al Pri-malo, allo Scisma, all’ Eresia), come narra il prof. Piomaniu. Aggiunge , che la polizza di appellazione fu portata di nascosto da due corrieri a Roma, ed affissa alle poi tedella basilica Vaticana, ed il Papa vi rispose dal canto suo, dichiarandola illegale, nulla e irrita. La riprovò solennemente colla bolla Suspc.cti re-giminis, deli.0 luglio 15og, Bull. Rom. t. 3, par. 3 , p. 3 i2 s Extensio Consti-lulionis a Pio II edilae, contra appel-lantes a Romano Ponti/ice, adfuturwn Concilila/i, eorunique cómplices et fautores. Perciò gli animi sempre più si e-sacerbavano, e la repubblica vedendo di nulla poter ottenere dal Papa, si volse di nuovo a teutar di staccare dalla leaal’im-peratore, offrendogli 200,000 fiorini del Reno e ogni sussidio per I’ acquisto del Milanese, se acconsentisse allearsi con essa. In Roma ancora risiedeva l'ambascia-tor veneto. Intanto ardeva la guerra, e gli avvenimenti si succedevano con tale rapidità da non lasciar tempo a maturare e condurre al termine alcun buono provvedimento nè delle armi nè della politica. 1 francesi dopo avere nell’aprile per un araldo dichiarato guerra alla signoria, col formale gettito d’un guanto insanguinato di disfida, nel modo narrato dal cav. Mulinelli, negli Annali Urbani, fiu da’i5 al dire del Rinaldi aveano già cominciato le ostilità in Lombardia, e d'accordo coti loro operavano il marchese di Mantova entrato nella lega, e il duca d’Urbiuo colle geuli papali in Romagna. ?.S 1 Le milizie venete comandale dal conte di Pitigliano e dall’ Alviauo trovavansi ben animate a Pontsvico sull’Oglio, ma differentemente opinavano i due capitani e gli altri principali dell’esercito, gli uni proponevano piombare sul ¡Mantovano, altri sul Milanese passando l’Adda. L’Alviano, d’ animo ardilo e intraprendente, voleva andar direttamente a Lodi e passar l’Adda, tenendo per fermo che i francesi non sarebbero in grado di resistergli , non ancor raccolti e non presente il re. E sebbene il cauto Orsini conte di Pitiglinno, stimasse troppo rischioso il colpo e meglio attendere alla difesa de’propri confini e riacquistar i luoghi di qua dall’Adda, fu vinto il partito del-l’Alviano. Dice il Muratori: Il saggio conte di Piligliano era costante in sostenere, che il meglio era di temporeggiare, e vincere colla spada nel fodero, o pure d’aspettar buona congiuntura per assalire. Diverse pure furono le opinioni del consultato senato, che però si rimise a’eapi-lani ch’erano sul luogo. Alle grida Italia e libertà, per persuadere i popoli, i veneziani non procedere a conquiste, ne’ primi di inaggio respinsero ini corpo francese che voleva passar l’Adda, e ripreso Treviglio lo saccheggiarono, facendo distinti capitani prigioni. Il bollino di Tre-viglio riuscì fatale e disordinò le truppe, perchè molti soldati poco avvezzi alla disciplina andarono a venderlo nelle città vicine, e gli stradioli e altre genti tardavano recarsi al campo. Del che profittarono i francesi per passare l’Adda a Cassano, luogo acconcio per la sua postura elevata, circondato da un canale del fiume che facendone un’ isola lo rafforza, piantato allora d’ alberi opportunissimi a coprire le guerresche operazioni e al-l’imboscale. Dal qual luogo, Luigi XII venuto all’esercito, mosse contro Rivolta, posta pure sulle ripe dell’Adda, che nou potè a lungo difendersi, poi verso Pandino nella speranza d’ aver Cremona. Il qua! pensiero gli sarebbe assai probabilmente