condottieri dell’esercito francese in favore del duca di Ferrara, Luigi XI1 nel settembre i5io adunò in Tours contro di lui un’assemblea, che subito apparve conciliabolo diabolico; nientemeno, oltre gli attentati contro l’autorità pontificia e di guerreggiare Giulio II, si trattò di raccogliere coll’ imperatore un concilio per farlo deporre. Di già Massimiliano I avea mandato Federico conte di Gorizia, con lettera del i,° giugno, al sultanoBa-jazet li, a dolersi de’veneziani, eli essendo stati depressi, sarebbe tempo opportuno che la Porta ottomana s’insignorisse delle terre marittime de’veneziani, i quali si erano tanto spesso offerti di dar (nano a cacciarlo dalla Grecia in Asia I I turchi rigettarono la lettera, dichiarando contenere tutte falsità! S’affrettò quindi la repubblica a mandare anch’essa a Costantinopoli un oratore ad assicurare il sultano di sua amicizia, a rappresentargli il pericolo del suo impero se i collegati riuscissero ad abbatterla, e per pattuire soccorsi! Ne fu conseguenza che passati i turchi dalla Valona in Puglia, Ferdinando V richiamò in essa gli spagnuoli richiesti dal Papa,e che invece contro i veneziani erano entrati in Verona. A meglio attendere alla guerra, per spingerla e dirigerla con energia, dopo la defezione degli svizzeri,pieno di coraggio passò Giulio II in Bologna, e vi entrò ai 22 settembre. Esortato dagli ambasciatori alla pace, s’introdusse qualche trattativa con Chaumont, ma giunto Chiappino Vitelli colle genti veneziane, non volle udire più accordi. Il duca di Urbino recatosi ad espugnare la Mirandola, fatta piazza d’armi da’francesi, vedendo lo zio Giulio 11 che si procedeva cou lentezza, volle portarvi«! in portantina, malgrado le rimostranze de’suoi, partendo da Bologna a’2 gennaio i5i 1. Vecchio e infermo, pel 1Papa volle assistere all’assedio, facendo tutte le funzioni d’un giovane ed esperto capitano, fra la neve e bersaglio dell’artiglierie nemiche, ed a’ 2gt 20 vi entrò trionfante, salendo una scala sulla breccia, per non voler aspettare chesi sgombrassero le porte. Una sconfitta patita da’papali e da’veueziaui sul basso Po, impedì 1’ assedio di Ferrara. Tornato il Papa a Bologna, 1’ 1 1 febbraio morì a Correggio di 38anni Chau-mont, di una malattia causata dal dolore per esser incolpato d’aver fatto espugnare Mirandola. Soltentrò al comando cleU’esercito francese Gian Jacopo Trivulzi, già discorde col defunto. Surse un J D raggio di speranza per la pace mediante congresso da tenersi in Mantova, ma prese ntatosi al Papa in Bologna il vescovo di Gurk Langio luogoteuenle dell’impe-ratore iu Italia, parlò con tanta arroganza iu concistoro, che i veneziani dovessero restituire i possessi di Terraferma per poi riceverli in investitura, die irritatosi Giulio II, per sospettarlo d’intelligenza co’francesi, nulla si concluse e partì. Quindi a’16 aprile nella bolla in Coena Domini,il Papa dichiarò incorsi nellecen-sure della scomunica Alfonso I, il Trivulzi, i magistrati di Milano edell’altre città di Lombardia,che riscuotevano le imposte per Luigi XII, essendo da questi impiegate contro le terre della Chiesa, includendovi indirettamente lo stesso re a cagione del conciliabolo di Tours. I francesi minacciando Bologna, e per le insinuazioni de’ Bentivogli cominciando i cittadini a tumultuare, il Papa prudentemente a’ 14 maggio ne partì, e a’ 2 1 passò a Ravenna. Nel dì seguente all’uscita del Papa da Bologna, abbandonata questa dal cardinal Alidosi legato, vi entrarono i francesi co’Bentivogli. Il cardinale céleremente si recò a notificar- lo in Piavenna a Giulio II, incolpandone il nipote duca di Urbino, mentici sospetti erano contro il cardinale per segrete intelligenze. Giunto anche il duca in Ravenna, e non potendo per tal calunnia aver udienza dallo zio, inasprito d’indignazione uccise il cardinale. Il Papa inconsolabile per I’ avvenimento partì da