63o assidua vigilauza la sua abitazione. Sperava il senato di poter conciliare il rispetto debito a ijuel discendente di Enrico IV, pel quale la sua stirpe era seguata nel Libro d’oro del patriziato veneto, colla buona armonia cui voleva a tutto costo conservare nelle sue relazioni colla repubblica francese, che faceva tremare 1’ Europa e in quel momento trionfava dovunque. Intanto Pio VI nel 1795 richiamando da Venezia a Roma il nunzio Firrao, per averlo promosso a segretario del concilio, onde poi fu cardinale, dalla nunziatura di Firenze trasferì alla veneta Gio. Filippo Gallerati-Scotti arcivescovo di Sida, che fu l’ultimo nunzio alla repubblica e più tardi cardinale. Nel declinar del febbraio, dal residente veneto a Basilea la repubblica seppe il progetto di conquistare l'Italia; ed al Pisani sostituì per ambasciatore a Parigi Alvise Quirini Stampalia, che vi arrivò a’ 7 luglio e fu l’ultimo;quando già i francesi a-veano conquistata I’ Olanda, ed i re di Spugna e di Prussia era usi staccati dalla lega. In conseguenza detrattati conclusi dalla repubblica francese con quelle due grandi potenze d'Europa,era stato deciso a Parigi di teutareil varcodeH’Alpi,edar addosso all’Austria ne’ suoi possedimenti del Milanese. Nulla poteva meno convenire all’interesse de’veueti che una tale risoluzione della Francia di portare immediatamente inltalia il teatro della guerra. Al governo di Venezia, sprovveduto d’ogni mezzo di difeso, non rimaneva che correre rischi, solfi ir perdite le quante volte la sorte dell’armi conducesse truppe sul suo territorio. Le comunicazioni del residente veneto, eh’ era in osservazione a Basilea, non lasciavano più dub-bio;scriveva essergli stato predetto da uu membro del corpo diplomatico, che ove il senato non uscisse dalla sua inazi.one, la repubblica sarebbe olarulizzala e i suoi stati dati in compeuso. L’ augusto principe esiliato che stanziava a Verona mosse l’utteuzioDe del tirannico governo che gli usurpava il regno, mentre parecohiava ad iuvadere l’Italia,«eden-do presso di lui accreditato il miniar» d’Inghilterra lord Macartney, quello «|t Spagna Las Casus, il marchese Gherar dini per l’imperatore Francesco II,ed ¡1 ministro Mordwinow per la Busti». E Li Toscana ritiratasi dalla lega armata, me-diante trattato, era tornata alla sua neutralità. Era geueraledidivisioneecoman dante dell’armata dell’interno stanziata a Parigi, quaudo fu Napoleone Bonapat -le destinato a comandare l’annata fran cese d’Italia, il direttorio francese non et-st-iido abbastanza soddisfatto di Scherer, successo a Kellerina!), ed avendo ravvisa ta iu lui profonda cognizione de’principn di strategia, e singolare audacia nel porli ad effetto, tuono imperioso dalla natuia sortito, che suppliva iu qualche modo al lu giovanile età di 27 anni, ed esperie» za suflìciente acquistata nel comanda Pai tiglieria nel 1 793 all’assedio di Tolo ne e nel seguente anno all’armata d’Iu-lia.Fra le istruzioni che gli diede, furono quelle di combattere i due principali nemici i piemontesi e gli austriaci, e soprattutto doversi impadronire delle possessioni dell’Austria in Italia.Giunto .Napoleone a’20 marzo 1796 al qusrtierge neraledi Nizza, subito si dispose alle (illese con domandare a'genovesi il passaggio per la Bocchetta e le chiavi di Gavi; le vittorie però (li Montenotte e di Millesimo, sopra gli austro-sardi, avendo reso inutili tale richieste, indusse quell» repub blica agli esorbitanti voleri della Francia. Maggiori di quelle de’ genovesi furono le angustie de’veneziaui. E prilli ier» ni ente il 1.° marzo il direttorio esecutivo di trancia, novello potentato, fece rimettere al l’ambasciatore veneto Quirini una nota, iu cui chiedeva l’alloutauamenlodel priu-cipe francese stabilito da circa due anni in Verona, dichiarando verrebbe riguardato come un torto il suo ulteriore soggiorno sulle terre venete. Il senato stretto dall’imperiosità delle circostauicebl^