provvedimento sopra le fortezze e piazze di frontiera, infine l’arsenale, molte materie economiche, gli altari di pace e di guerra, nonché l’invio degli ambasciato-ri, de’quali mi sono proposto parlare al fine della repubblica, ossia verso il termine di questo §, n. 45. Ricevette presto il senato un’aggiunta per le cose di massima importanza, composta di 20 nobili tra’ più ragguardevoli e specialmente da quelli tornanti dalle ambasciale come t più atti a fornir cognizioni sui vari paesi e a maneggiare con ¡scienza pratica le faccende ad essi relative. Questa aggiunta, che confermavasi in Quarantia, non tardò a divenire di metodo per annua elezione, poi si accrebbe a 4° e fi'10 a 60, onde il senato veneto venne infine ad esser composto di 120 individui. Al Consiglio de’Quaranta o Quarantia appartenevano oltre i giudizi civili e criminali in ultima istanza, anche i principali affari pubblici e di stalo, che venivano poi portati al maggior consiglio; vegliava alle cose della zecca, dell’oro, dell’ argento, del rame; interveniva regolarmente nel senato, onde per la sua importanza non potevano esservi eletti se non consiglieri, giudici, avogadori, uomini insomma di sperimentata capacità, anzi,ristrettasi l’aristocrazia, fu stanzialo nel 1298 (come si ha dal Libro d’oro del maggior consiglio, diverso dal Libro d’oro ricordato della nobiltà veneta, istituito nel XVI secolo), che alcuno non potesse essere de’quaranta, se prima egli stesso, il padre o l’avo non avesse seduto nel maggior consiglio. La Quarantia aveva particolare stanza nel palazzo, ove adunava-si altresì a dare udienza agli ambasciato-ri esteri, udire le lagnanze delle città e provinole suddite , leggere le lettere e maturare le deliberazioni da proporsi poi al maggior consiglio. Nel secolo XV, separate le materie civili dalle criminali, ebbero origine due Quarantie, cioè la ci-vilee la criminale. Così il Maggior Con-glio, il Minore, il Senato o Pregadi e la Quarantia, lutti presieduti dal doge, formavano la base su cui fondavasi tutto l’ordinamento della repubblica veneziana nel secolo XIII, e da essa poi si diramavano le altre numerose magistrature. Quindi il prof. Rotnaniu ragiona di esse, de’provvedimenli interni relativi albi giustizia, al commercio, alla navigazione, alle finanze, alle arti e alla milizia, alla polizia, alla beneficenza, a’iavo-ri pubblici, alla cultura. La legge della Serrata del maggior consiglio,per quanto pur la politica si adoperasse a coprirne la finale conseguenza, l’esclusione cioè del popolo da ogni parte della pubblica amministrazione,non poteva nondestare negli animi de’popolani un profondo sentimento di scontentezza, benché questa sì tosto non prorompesse, tenuta a freno specialmente dalla guerra genovese. Ma appena la pace del 1299 ebbe rassicurati i commerci e dato agio alle menti di ripensare a quanto era stato fatto e a quanto minacciava l’avvenire, che una cospirazione fu ordita per rovesciare il nuovo ordine di cose. Pel decreto,che tutti i membri del maggior consiglio e i loro discendenti sarebbero quind’ innanzi perpetui, senz’altra elezione, non solamente il deluso popolo arse di rabbia, ina parecchi patrizi, già divenuti inferiori a molti semplici cittadini, fremerono; quindi l’odio della nobiltà e del popolo sobbolliva per legge sì decisiva. Erane alla lesta Mario lìocconio, uomo di molto seguito per le sue ricchezze, ma non di mente pari all’ardito concepimento. Neli3oo egli, declamatile contro il doge e i magnati, creduti tiranni e distruttori della libertà, si collegò con altri malcontenti. Dopo pochi giorni, la congiura scoppiò, ma riuscì al doge di traspirare la trama; sull’istante Bocconio co* suoi complici fu imprigionato, e con 10 de’principali compagni fu impiccato fra le due colonne presso la porla del palazzo (delle colonne rosse esterne del palazzo ducale, luogo destinato a|P ese-