j.1 fracasso delle ballerie , che in > «-> die* il Sereno) giorni o»eano tirato So.ooo palle di ferro certamente, a cui ^Uoti mesi erano assuefalle le orecchie ii o^ouno, »eguì d'improvviso un profano silenzio, senza che perciò ne venisti coafbrto negli animi, che anzi si mo-aiiiuo sospesi, quasi presaghi di quatti« grande sciagura. A’ 3 agosto entra* i«aa in atta alcuni uflìziali turchi, cioè dlaogolroentc del pascià e l’agù dc’gian-■nari,ed incontrati dal Baglioui furono warevolmenle accolti, mentre andavano .uuchi al campo turco i ragguardevoli «tate Ercole Martiuengo e Matteo Colti insigostaoo. Furono quindi discussi e sepali i patti della resa a’ 18 agosto i »7 1, ijuali furono: che i fanti italiani con arai, itemi,u di e bagaglio, gli albanesi ed :twi colle famiglie e colle robe loro fos-rotopri legni turchi trasportali inCnu* *». che a que’che non volessero partire, a proertasterò dall'insolenza militare la »*, la roba, l'onore, e potessero conti-•aaw a vivere «ecoudo la loro religione; «« permesso il trasporto degli amma-di 5 pezzi d’artiglieria e di tutte le <*®pane. Alfine stabilite le condizioni e •craamislrati i legni necessari, giù il pre* 1 iio cominciava ad imbarcarsi, piene «mniiraiione ambe le parti, i cristiani -‘•U Inrba innumerabile che avea for-,*h) l’assedio e delle meravigliose opere " 'ifp,)gnazione recate a termine; i turchi ^ piccolo numero die avea saputo spie-la»* Unto eroismo opponendo si (erma « Micidiale resistenza. Ma mentre ancor “ ballava, avvenne caso che per poco *0* »turbò ogni componimento. Estenui alcuni turchi avanzali nella notte più 00,1 comportava il convenuto, nac-P**»tlle tenebre tale mischia,che se non *“•« sialo provveduto a tempo da un or* ■ ' * del pascià , avrebbero potuto deri-’**•• I* più funeste conseguenze, ma la-**>0 tuttavia tale impressione oel suo a* che gli servi poi di pretesto all’a* ***** setn» alla turca clie poco dopo se* P IL 385 guì. Dappoiché succeduto l’imbarco de’ cittadini, il Bragadino 0 invitalo dal per* fido pascià, come i più vogliono, o che spontaneamente il facesse, si recò prima di partire cogli altri capitani principali ad inchinarlo e consegnargli le chiavi. E-rano con lui Astone Baglioui, Gio. Antonio Quii ini, il conte Luigi Martinengo e altri a cavallo colla scorta di 4° archibugieri; ebbero liete accoglienze, c furono lungo tempo trattenuti in piacevoli discorsi, quando ad un tratto il fedifrago e feroce Muslafà mise in campo la domanda d'una guarentigia pe’ legni somministrali a trasportare le genti in Can* dia. Impegnava il Bragadino la fede pubblica, ma pareva non ne fossero soddisfatti i turchi; accuiaronsi anzi i cristiani d'aver oellu precedente notte trucidati nella rocca 100 schiavi musulmani: ne-i gò francamente e costantemente il fatto il cnpilano, e l'alterco si fece vivo. Volevo Mudala il Quirini m ostaggio, ma dichiarò il Bragadino non potere acconscn tirvi. Di repente il crudele Mustafà, violando le condizioni della resa, ordinò che tutti fossero legati, poi fece impiccare Lorenzo Tiepolo, tagliare a pezzi il (taglioni, il Martinengo, il Quirini; le feroci turbe de’turchi, sciolto il freno, si gettarono sugl'imbarcali, e parte ne fecero schiavi, altri maltrattarono, altri uccisero; lutto nella città divenne subito profanazione e orrore: al Bragadino tagliatogli il naso e l'orecchie, e dispregiandolo gli domandava empiamente, dov’è il tuo Cristo che uon li aiuta, ed il Bragadiuo mai rispose; indi il magnanimo difensore di Famagntla fu serbalo ad esser lesti aionio dell'iniqua strage de'suoi per poi farlo morire crudclissiinuuenle.lmperocché dopo II giorni angosciosamente passati, condotto fra* più ridicoli ludibrii e scherni nella piazza di Famagosta, sulla pietra della berlina gli fu levala dal corpo la pelle, e l’eroe veneto fra quegli a-troci tormenti solo a Din raccomandando l'anima sua, recitava le parole del tal-i5